12 Agosto 2013

EDITORIALE – Il vero significato di “Amala”

Di Aldo Macchi

Il primo amore, chi se lo scorda. I primi appuntamenti, la voglia di fare colpo, conquistare l’altra persona con racconti a volte un po’ gonfiati. Raccontare il giorno dopo agli amici com?era andata, con dettagli ancora più gonfiati per fare colpo. L’attesa dell’appuntamento successivo senza lasciare trasparire la voglia di rivedersi, senza sembrare troppo assillanti. Ci si prepara alla perfezione fino al minimo dettaglio, per non lasciare nulla al caso, per non perdere l’occasione di poter essere speciale.

L’AMORE ? Poi appunto ti innamori, inizi a sentire dentro di te quelle paroline magiche che nascono all’improvviso e all’inizio tieni dentro di te per evitare che sia inopportuno, che sia qualcosa di avventato. Ma poi il tempo passa e le sensazioni sono sempre quelle, anche più forti e inizi a dirlo a bassa voce. Sussurri parole d?amore a bassa voce, poi in modo più convinto, fino ad urlarle al mondo perché niente e nessuno potrà mai affermare il contrario. Accecato da cupido non vedi alcun difetto, tutto appare vicino al divino e il primo che osa dire il contrario viene immediatamente zittito o aggredito. Poi piano piano anche tu vedi i difetti e sta a te, al livello del tuo sentimento, capire se ciò che vedi è troppo da sopportare o rende il tutto ancora più degno di essere vissuto. Questo accade nel primo come nell’ultimo amore, nulla cambia, cresce solo la consapevolezza di ciò che si sta vivendo. Cambia l’atteggiamento e la voglia di mettersi in gioco o la voglia di rimanere fissi a un passato che non c’è più.

AMALA ? Quante volte, anche in questi editoriali, si è parlato del tifo come di un amore, per alcuni addirittura l’unico vero amore. Senza arrivare a questi estremismi è però vero che l’Inter è l’unica squadra che ha fatto dell’amore un credo, fin dall’inno: ?Amala?. Nel tifo interista ci sono tutti i romantici, ma non solo. Ci sono anche gli amici criticoni che ti dicono che meriti di meglio, quelli che ti sputano addosso solo i luoghi comuni e le frasi fatti, inadattabili al contesto. E tu devi dunque decidere se rimanere accecato da cupido e credere che qualsiasi Inter sarà sempre la migliore possibile, oppure affrontare la situazione con amore critico e sincero, non distruttivo ma equilibrato, di quelli aperti e sinceri, basati su un dialogo fatto guardandosi fissi negli occhi.

CINICO ESALTATO ? A nulla serve infatti rimanere agli anni degli albori, al 2010. Con enorme sdegno ho letto commenti di ?tifosi?, e le virgolette servono solo a proteggere questo nome da tali elementi, disdegnare la partita di Coppa Italia contro il Cittadella, ritenerla inaccettabile per chi è andato a Madrid a conquistare l’Europa. Una partita da perdere apposta, per una ragione che nemmeno dopo una cura di testate contro lo spigolo del tavolo sono riuscito a capire. Gente che critica chi in campo non corre, chi dopo aver vinto tutto non si fa da parte, non degno di portare la maglia dell’Inter. Controsensi viventi che però dicono di essere tifosi interisti, senza però forse saper ben spiegare nemmeno a loro stessi che cosa significhi essere davvero tifosi di una squadra.

FOLLE INNAMORATO ? All’opposto però sbaglia anche chi, dopo un pre campionato come quello offerto dall’Inter, vede la banda Mazzarri pronta ad affrontare alla pari tutte le squadre del campionato italiano. Non è disfattismo, ma se a giugno, alla presentazione dell’allenatore, lo stesso presenta la lista di ciò di cui ha bisogno per la sua squadra, evitando di mettere pressione alla società aggiungendo che avrebbe valutato tutti i giocatori a disposizione, con la speranza di donare identità al gruppo per la fine del ritiro e a un mese quasi dalla fine di questo ancora non è arrivato nessuno che possa esprimere l’ossatura del gioco richiesto, allora forse davvero qualche dubbio sulla coesione societaria c’è e si sente ogni giorno che passa. Per questo definire questa Inter meravigliosa, in grado di giocare calcio champagne per ben 10 minuti contro l’Amburgo, e creare sei palle gol contro il Real Madrid, salvo poi prenderne comunque 3, è commovente, ma forse ai limiti del pietoso. Un pietoso non negativo, ma illuso, di quelli che guardi e quasi vorresti lasciar sognare. Magari poi avranno ragione loro, ma non nel dire che questa Inter era meravigliosa, ma che nel corso dell’anno, con i cambiamenti che ci saranno da qui al 2 settembre, le cose miglioreranno e davvero il gap dalle avversarie verrà colmato.

AMORE VERO ? Ma guardando questa Inter negli occhi, i difetti si vedono, si toccano, si immaginano. Ma non per questo si deve smettere di amare questi colori, perché quando ami, scendi nel buio con la persona amata per non farla sentire sola, soffri con lei, e risali insieme per apprezzare mano nella mano la luce del sole quando tornerà a scaldare entrambi. Troppo facile aspettare fuori dal tunnel, intanto parlare male e criticare, salvo poi aspettare all’uscita con un mazzo di rose. L’amore è sofferenza e lotta quotidiana, è sapersi stupire ogni giorno della scelta che si è fatta, è l’essere onorati di non essere perfetti ma di essersi scelti. Ognuno di noi ha scelto di essere interista e ora ci si chiede una cosa sola, di Amarla. O così o quella è la porta, senza rancore, ma senza ritorno, perché la memoria può fare qualche scherzo ma il cuore non dimentica.