21 Settembre 2013

FOCUS – Distrazioni pericolose

Di fronte al cambio epocale che ormai si staglia inevitabile sull’orizzonte della storia dell’Inter, quel cambio al vertice che dovrebbe allontanare gradualmente ma inesorabilmente il nome di Moratti dai colori nerazzurri di Milano, parlare di calcio giocato, pensare come se nulla stesse accadendo al prossimo avversario di campionato pare impresa quanto mai ardua.

Il vento indonesiano sta già tirando forte nella mente dei tifosi interisti, alcuni dei quali ci leggono dentro cieli sereni, altri invece temibili perturbazioni. Figurarsi quale possa essere lo stato d?animo di chi all’avvento di Thohir alla guida dell’Inter sente legate le sorti del proprio destino, primi fra tutti dirigenti, allenatore, calciatori.

Se infatti il tycoon indonesiano ha fatto più volte capire di non essere intenzionato a fare grandi rivoluzioni nelle fila della squadra e della dirigenza, dei cambiamenti saranno comunque inevitabili (alcuni decisamente auspicabili) e per questo motivo, non avendo tra l’altro esatta conoscenza relativamente al modus operandi di Thohir, tutti e nessuno possono sentirsi al sicuro.

La sensazione che in molti provano in questi giorni, è quella che vuole tale drastico avvicendamento negli assetti societari dell’Inter avvenuto nel momento peggiore, perché paradossalmente a ridosso del momento migliore dell’Inter da un paio d?anni ad oggi: nonostante si tratti solo di indicazioni parziali, in questo inizio di stagione la squadra nerazzurra è parsa finalmente dare segnali positivi ai propri tifosi. Merito di Mazzarri, innanzitutto, allenatore di quelli in grado di portare oltre al gioco anche la giusta mentalità all’interno di una squadra. Merito anche di Moratti e della società, che a fronte di una crisi fin troppo evidente di liquidità è riuscita comunque a predisporre una squadra abbastanza competitiva per il nuovo tecnico, puntando soprattutto su giocatori giovani, segno questo che probabilmente un progetto a medio-lungo termine c’era, e probabilmente ci sarà.

L’attuale Inter ha insomma fin qui dimostrato di avere le carte giuste da giocare per puntare a posizioni di tutto rispetto in Italia già a partire dalla stagione in corso e, come l’esperienza comune insegna, quando un meccanismo complesso dopo numerosi giri a vuoto inizia finalmente a funzionare, l’ultima cosa da fare è destabilizzarlo in qualsivoglia modo.

È pacifico che una trattativa come quella che ha ad oggetto il trasferimento del 70% di quote di una società come l’Inter  poco può tener conto di tempistiche precise e calcolate a tavolino, ma l’auspicio per l’immediato presente è che ciò che si sta delineando a livello societario non intacchi troppo clima e concentrazione all’interno dello spogliatoio nerazzurro, mentre la speranza per un futuro nemmeno troppo lontano è che la dirigenza in divenire voglia continuare sulla strada segnata dagli ultimi mesi di presidenza di Moratti, sempre che questa continui a portare risultati soddisfacenti.

Il presente dell’Inter, della squadra Inter, non ha infatti l’appeal esotico dell’Indonesia e dei suoi imprenditori plurimiliardari: il presente dell’Inter ha le fattezze meno roboanti del Sassuolo, di una gara da non sottovalutare e da affrontare con la mente il più possibile libera da distrazioni. Il futuro sarà anche alle porte, ma il presente può e deve essere onorato. Se lo meritano i tifosi, se lo meritano dei giocatori e un allenatore che stanno dimostrando di metterci tutto l’impegno possibile e, checché se ne dica, se lo merita anche Moratti, ai suoi ultimi giorni da Presidente più vincente della storia dell’Inter.