18 Settembre 2013

FOCUS – La luce in fondo al tunnel, aspettando Thohir…

Il campionato appena iniziato non era certo partito con grandi aspettative da parte della tifoseria nerazzurra; troppe erano state le delusioni subite nelle scorse stagioni e troppo poche invece erano state le risposte della società, soprattutto in sede di mercato. Ai nastri di partenza la squadra guidata da Walter Mazzarri è partita sicuramente dietro rispetto ad alcune compagini, probabilmente più rodate e forse qualitativamente superiori. Sembrava dunque complicato raggiungere una delle prime tre posizioni in classifica.

Dopo queste prime giornate di campionato però, sembra essere cambiato qualcosa; i miglioramenti mostrati dall’Inter rispetto alla passata stagione sono stati evidenti, quasi sorprendenti se consideriamo il pochissimo tempo avuto dal mister per cambiare la mentalità (e non solo) della squadra. Dopo le sfide contro il Genoa ed il Catania, questi grandi progressi erano già stati percepiti da ogni tifoso nerazzurro, ma si attendeva la cosiddetta prova del nove; tutti volevano misurare le reali potenzialità della Beneamata al cospetto della squadra più forte d’Italia, la Juventus.

La prova offerta dalla nuova Inter di Mazzarri è stata convincente ed è andata probabilmente oltre le aspettative. Dopo un primo tempo giocato con il freno a mano tirato, pur creando le occasioni più importanti del match e concedendo poco o nulla alla Juventus, nel secondo tempo i nerazzurri hanno mostrato un’intensità di gioco ed un’organizzazione di assoluto livello. Dopo la rete di Icardi, la sensazione era quella di essere vicini a conquistare i tre punti; soltanto una disattenzione generale, unita alla bravura di Vidal nel concludere in rete, hanno impedito a Mazzarri di battere Conte e all’Inter di portarsi in vetta alla classifica. L’unica nota negativa è stata la reazione dei nerazzurri al pareggio subito; la squadra infatti ha accusato il colpo dal punto di vista psicologico, rischiando di perdere la partita nel finale. Su questo aspetto il tecnico toscano dovrà lavorare molto, ma ci sarà sicuramente tempo per farlo. L’Inter esce dunque rafforzata dalla sfida contro la Juventus e soprattutto consapevole di avere ancora ampi margini di miglioramento.

Dopo le scorse stagioni, caratterizzate dalla mancanza di programmazione e da errori che hanno condizionato fortemente non solo i risultati sportivi ma anche il bilancio del club, si sta ricominciando a vedere la luce in fondo al tunnel in cui ci eravamo auto-immessi nell’ultimo biennio. Pur non avendo colmato alcune evidenti lacune, il mercato nerazzurro ha perlomeno segnato un netto cambio di tendenza. Si è infatti deciso (d’accordo con Thohir?) di non acquistare più comprimari o calciatori utili nell’immediato, senza però possibilità di crescita (il cosiddetto usato sicuro), bensì di puntare su giovani dotati di grande qualità e allo stesso tempo con ampi margini di miglioramento. Si sta finalmente cercando di attuare un vero progetto, parola questa della quale si abusa spesso ultimamente, distorcendone il significato.

L’attuale rosa, caratterizzata da un’età media decisamente più bassa rispetto agli scorsi anni, è stata affidata finalmente ad un grande allenatore, in grado da un lato di far crescere i giovani e dall’altro di far rendere al massimo tutti i calciatori a sua disposizione (rivalutandone alcuni che con le passate gestioni tecniche erano finiti nel dimenticatoio o quasi). Si comincia dunque ad intravedere la luce, dopo un periodo nel quale guardare al futuro dell’Inter con ottimismo era diventato un esercizio difficile anche per il più ottimista dei tifosi.

Per poter però completare questo percorso di rilancio è probabilmente necessario il passaggio di consegne tra Moratti e Thohir. Chiaramente è molto difficile per il nostro Presidente prendere una decisione del genere; il Leader Maximo ha sempre visto l’Inter come un bene di famiglia che gli è stato tramandato dal padre (non dal punto di vista pratico ma sicuramente da quello sentimentale) e che per questo va protetto e custodito gelosamente. Il suo obiettivo è sempre stato quello di riuscire ad arrivare laddove solo il padre era riuscito: portare l’Inter sul tetto d’Europa e del mondo. Fino al 22 Maggio 2010 ha vissuto questa sua missione con uno stato d’animo oscillante tra il sogno e l’ossessione. Quando è riuscito finalmente ad ad alzare al cielo prima la Champions League e poi il Mondiale per Club, quel fuoco che gli ardeva dentro, sembra essersi, non  spento, ma di certo molto affievolito.

È arrivato dunque il momento di  perseguire con insistenza il progetto che è stato intrapreso, al fine di garantire alla squadra ed alla società un futuro radioso; un futuro che possa permettere alla nostra amata Inter di ritornare ad essere competitiva nel più breve tempo possibile e che consenta allo stesso tempo di valorizzare il brand Inter, aumentando i ricavi e risanando finalmente un bilancio da troppi anni in rosso. Per fare tutto ciò non resta che aspettare l’arrivo di Thohir. Chiaramente nessuno si aspetta che con il magnate indonesiano l’Inter possa diventare il nuovo Psg; Thohir non è certo Al-Khelaifi (Presidente Psg) e non lo sarà mai. Il tifoso nerazzurro può però ambire ad una Beneamata che possa diventare un giorno, un modello di gestione economica e sportiva riconoscibile in tutto il mondo. Con Thohir si può, magari con la famiglia Moratti ancora in società a garanzia di tutto il popolo nerazzurro…