2 Aprile 2020

GdS – Il fronte del no in Serie A: le ragioni per non far ripartire il campionato

Sono numerosi i club propensi ad annullare la stagione in corso

Come sappiamo, nel campionato italiano nel corso delle ultime riunioni con Lega e Federcalcio si è creato  un doppio fronte tra i club di Serie A. Il primo, capitanato da Lotito e De Laurentiis, tra coloro che a tutti i costi vogliono riprendere le competizioni al più presto possibile. Il secondo, al quale Inter, Juventus e Brescia hanno aderito prima degli altri, disposto invece ad attendere l’evolversi della situazione ed eventualmente prendere in considerazione di annullare la stagione, pur di tutelare la salute dei propri sportivi e non correre gli stessi rischi di poche settimane fa.

Così, questa mattina, La Gazzetta dello Sport ha cercato di riassumere in otto punti tutte le ragioni del no da parte della seconda categoria dei club menzionati:

1)Per chiudere entro il 30 giugno ci si dovrebbe allenare dopo metà aprile (molti giocatori sono andati via…) e riprendere a giocare il 7 o 16 maggio, costringendo i club a una gara ogni tre giorni. Con il rischio di infortuni per giocatori sotto stress agonistico.

2) Se la data di chiusura della A dovesse slittare a luglio servirà un permesso della Fifa per prolungare i contratti dei giocatori in scadenza al 30 giugno.

3) Sempre in caso di prolungamento della stagione una proroga si renderebbe necessaria anche per la presentazione dei bilanci dei club e delle licenze per l’iscrizione alla stagione seguente. Senza contare le scadenze bancarie…

4) Necessario, vista l’impossibilità di fare mercato e aggiustare i bilanci, anche modificare le licenze Uefa e gli attuali parametri del FFP. 5) Bisognerebbe rivedere tutte le date del mercato: non solo quelle di partenza (alcuni campionati finirebbero prima e altri dopo) ma anche della fine. La Fifa propone un’unica finestra dall’estate a gennaio che a molti non convince.

6) Finita la stagione con l’assegnazione delle coppe (si parla di finali a luglio o agosto), dopo poche settimane partirebbe la nuova stagione.In pratica: una breve pausa e si tornerebbe in campo (a porte chiuse) di fatto eliminando la preparazione fisica dei giocatori in una stagione che sarà ricca di eventi, compreso l’Europeo, e dunque faticosa.

7) I nuovi acquisti sarebbero direttamente catapultati in campo senza avere il tempo né di ambientarsi né di giocare amichevoli con i nuovi compagni.

8) Tornando a giocare, anche le rinunce delle mensilità di stipendio da parte dei calciatori potrebbero saltare. Tanti i nodi da sciogliere, ma può l’Italia decidere in antitesi rispetto agli altri maggiori campionati e chiudere la sua stagione mentre gli altri giocano? Di certo i nostri club impegnati nelle Coppe europee dovranno scendere in campo se non vorranno essere esclusi dalle prossime competizioni. Un bel caos.

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