2 Novembre 2018

Inter-Genoa, il ritorno del grande ex: Pandev dal cuore nerazzurro

Dalla vittoria del Viareggio alo storico Triplete, il campione macedone di ritorno sabato a San Siro

La storia tra Goran Pandev e l’Inter è una delle storie d’amore (calcisticamente parlando) più belle che uno potesse mai immaginare. Adocchiato e coccolato, si è visto sbocciare altrove per poi esser ripreso nel momento più importante della storia del club.

Prelevato nel 2001 all’età di 17 anni in terra macedone, arriva all’Inter in cui non riesce però ad approdare in prima squadra, neppure dopo aver vinto il prestigioso e tanto ambito Trofeo di Viareggio. Poi succede quello che succede a qualsiasi giovane calciatore che per sfondare nel calcio che conta deve andare a farsi le ossa altrove e in serie minori, con la consapevolezza che potrebbe anche non bastare. E così è stato perché l’Inter, dopo le brevi parentesi offritegli a Spezia e Ancona non ci crede e si lascia convincere dall’offerta della Lazio che lo preleva per quattro milioni di euro.

Era il 2004, gli anni che avrebbero preceduto i fatti di Calciopoli, l’Inter ripartiva da Mancini e in attacco si leggevano solo grandi nomi. Alla Lazio Goran sale pian piano di grado, scala le gerarchie e si posiziona titolare nello scacchiere degli undici titolari di Delio Rossi con il quale instaura un ottimo feeling e che, a detta sua, è stato il tecnico a cambiargli definitivamente modo e stile sia come giocatore che come uomo. Vince una Coppa Italia prima di congedarsi dalla Lazio in malo modo, dopo un lungo e poco istruttivo dibattito con il presidente Claudio Lotito che prima non gli concede il rinnovo di contratto e poi lo relega in tribuna, fuori rosa.

Torna a parlare sul campo quando l’Inter ritorna lungo il suo cammino che lo preleva nella sessione di mercato invernale durante la stagione che avrebbe portato al Triplete. Con lui i nerazzurri cambiano modulo e si ritrovano con un nuovo terminale offensivo che scriverà la storia insieme ai suoi compagni di reparto Eto’o, Sneijder e Milito. Si annoverano pochi gol ma tutti molto pregiati: da quello segnato su punizione nel famoso derby “che si sarebbe vinto anche in sette uomini” a quello della rimonta storica agli ottavi di Champions l’anno successivo a Monaco di Baviera. Protagonista nell’undici titolare a Madrid nella finale del 2010 lascia la sua impronta anche in finale di Mondiale per Club nel coreografico 3 a 0 rifilato al Mazembe.

Come in tutte le più grandi storie d’amore c’è una fine e quella fine arriva molto presto, per la seconda volta. L’Inter decide di rivoluzionare poco dopo aver vinto tutto e Goran esce silenziosamente di scena andando nel 2011 al Napoli dove con Mazzarri prima e Benitez poi in panchina rivince altre due Coppa Italia. Poi il passaggio al Genoa dopo la parentesi senza gloria in Turchia, al Galatasaray.

Esperienza da vendere per il giocatore macedone più importante di tutti i tempi che il Genoa, a 35 anni compiuti, continua a tenersi stretto. Prezioso e sempre pericoloso in campo, Pandev sta rivestendo un ruolo importante anche come chioccia per i tanti giovani che passano da quelle parti, in una società che ha sempre puntato fortemente su di essi. Domani tornerà a San Siro da avversario e anche se come sempre non si risparmierà contro la sua ex squadra, rimaniamo tutti consapevoli del fatto che inesorabilmente nel suo cuore il nerazzurro avrà sempre un posto speciale.

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