Kovacic: “Sono molto religioso. Il momento più difficile della mia carriera, quando…”

Poco impiegato nelle ultime gare da Roberto Mancini, ma sempre pronto per aiutare i suoi compagni, ha parlato, a Pogled.ba, Mateo Kovacic. Il numero 10 nerazzurro ha parlato del suo rapporto con la fede: “Sono molto religioso, i miei genitori mi hanno cresciuto così. Porto sempre con me l’acqua santa, una statuetta della Madonna e il rosario. Venero la Madonna e Sant’Antonio da Padova, patrono delle mia parrocchia. Alcuni miei compagni accettano la mia fede, altri meno, ma io cerco di spiegarla a loro, anche invano, perchè se un uomo non vuole credere io non posso farci nulla. Il mondo del calcio viaggia spesso di pari passo con denaro, potere e fama” – ha ammesso Kovacic – “La mia fede non ha mai vacillato anche se ci sono stati momenti pieni di tentazioni, ma anche se sbagliavo i miei genitori mi riportavano sulla retta via“.

Si passa, poi, a parlare del momento più difficile della sua carriera: “Il momento più difficile è stato quando ho avuto l’infortunio alla gamba, ma pensai che sarei subito ritornato in campo, forte come prima, grazie all’aiuto di Dio e per fortuna sono ritornato più forte e determinato” – afferma Kovacic, che continua a parlare della sua carriera – “Il momento più felice della mia carriera è stato quando ho firmato il contratto con la Dinamo Zagabria“. Gli viene chiesto anche come spiegare la figura di Dio: “E’ difficile dirlo così. Dio è in ogni cosa. Ha un piano per me? Penso sia quello di restare un brav’uomo“. Come si vede Mateo Kovacic tra dieci anni? “Come un buon marito, un buon padre e un uomo onesto, di buona volontà. Al posto del calciatore? Ho sempre voluto fare il calciatore“. In conclusione, Kovacic è grato per la famiglia: “Sono grato per la mia salute, per la mia famiglia che mi ha aiutato a diventare quello che sono oggi“.

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