22 Maggio 2020

A 10 anni dal Triplete: 20 foto per raccontare la leggenda dell’Inter di Mourinho

Ripercorriamola la magica stagione 2010/2020 con le 20 foto che rappresentano la cavalcata nerazzurra verso Madrid e verso la realizzazione del Triplete

DALLE SFIDE CON IL CHELSEA ALLE MANETTE DI MOU 

Dopo aver superato il girone, l’Inter di Mourinho si trova di fronte agli ottavi di finale di Champions un ostacolo piuttosto grande: il Chelsea di Carlo Ancelotti, campione d’Inghilterra. Una sfida affascinante e allo stesso tempo complicata, con i nerazzurri che devono dimostrare di riuscire ad essere competitivi anche in Europa, dopo aver fatto il pieno di scudetti in Italia. Il match di San Siro si apre nel migliore dei modi e dopo pochi minuti Diego Milito si rende protagonista di una delle sue classiche sterzate, lascia sul posto Terry e di destro trafigge Cech, portando in vantaggio l’Inter.

Da quel momento, però, la squadra inglese prende il comando delle operazioni e colpisce una clamorosa traversa con Drogba su calcio di punizione. Il gol degli ospiti sembra nell’aria e nel secondo tempo, complice un’incertezza di Julio Cesar, Kalou firma la rete del pareggio. L’1-1 è un risultato che non può soddisfare la squadra di Mourinho che si riversa in attacco alla ricerca del gol del nuovo vantaggio: gol che arriva con Esteban Cambiasso. Il centrocampista argentino, dopo essersi visto respingere dal muro dei Blues la prima conclusione, ci riprova e infila il pallone nell’angolo alla destra di Cech, fissando il punteggio sul definitivo 2-1.

ETO’O FIRMA LA VITTORIA A LONDRA

Il momento della verità per l’Inter di Mourinho in Europa è arrivato: i nerazzurri sono di scena allo Stanford Bridge e devono difendere il 2-1 conquistato tra le mura amiche per centrare la qualificazione ai quarti di finale. Per l’occasione il tecnico portoghese decide di calare la carta a sorpresa e lancia per la prima volta quel 4-2-3-1 che rappresenterà poi la pietra miliare dei successi in Europa: a gennaio, infatti, a Milano è arrivato Goran Pandev e Mou decide di schierare il macedone insieme a Sneijder ed Eto’o alle spalle di Milito. Leggendo la formazione in quel momento, molti hanno storto il naso, ritenendo che si trattasse di un undici troppo offensivo: l’enorme sacrificio del Re Leone, però, unito ad una grande organizzazione tattica, consente all’Inter di mettere in pratica un modulo che si rivela vincente.

A fare la differenza allo Stanford Bridge, però, non sono solo i singoli o la tattica: per la prima volta, infatti, in Europa si vede un’Inter che mostra una grande personalità, riuscendo ad imporre il proprio gioco a Londra. I nerazzurri si rendono protagonisti di un grande match e al 33′ del secondo tempo, dopo un lancio millimetrico di Sneijder, Eto’o stoppa alla perfezione il pallone e batte Cech, facendo esplodere di gioia lo spicchio di tifosi nerazzurri che si trova proprio alle spalle della porta difesa dal portiere dei Blues. L’Inter, dunque, batte 1-0 il Chelsea e lancia il primo vero grande messaggio alle avversarie europee: molti tifosi interisti quella notte hanno capito che il sogno Champions era meno lontano di quanto fosse lecito attendersi.

MOU ASPETTA A FARE IL CAMBIO E PANDEV GELA IL MILAN

Dopo la lezione di calcio inflitta al Milan nel derby di andata, l’Inter di José Mourinho si trova di nuovo ad affrontare i cugini rossoneri il 24 gennaio 2010. Anche in questa occasione la squadra nerazzurra parte con il piede sull’acceleratore e al 10′ Milito trafigge Dida con un perfetto diagonale di destro. La squadra di Mourinho sembra in assoluto controllo del match, ma l’inerzia della sfida cambia quando al 26′ Sneijder – dopo essere stato ammonito – applaude Rocchi e riceve il secondo cartellino che gli vale una severa espulsione. A quel punto il Milan prende coraggio, mentre l’Inter non si scompone e va negli spogliatoi in vantaggio 1-0.

Nella ripresa, Goran Pandev – arrivato a Milano nel corso della sessione invernale di calciomercato – appare piuttosto stanco e Mourinho sembra intenzionato a cambiarlo. I nerazzurri, però, si guadagnano una punizione dal limite e proprio quando Thiago Motta sta per fare il suo ingresso in campo, lo Special One cambia idea e decide di rinviare la sostituzione, consentendo a Pandev di calciatore quella punizione da posizione perfetta per un mancino. Pochi secondi dopo il macedone ripaga la fiducia di Mou e pennella una bellissima traiettoria che non lascia scampo a Dida: 2-0 per l’Inter, con il tecnico portoghese che esulta ed indica se stesso, sottolineando la sua scelta di non far uscire Pandev prima di quel calcio di punizione. La partita appare ormai in ghiaccio per l’Inter, ma sul finale del match Rocchi concede un calcio di rigore al Milan per un presunto fallo di mano di Lucio (che nell’occasione viene espulso): nel giro di qualche secondo, dunque, i nerazzurri si ritrovano in 9 contro 11, con il Milan che può accorciare le distanza dal dischetto. Julio Cesar però si supera e respinge il calcio d’angolo il rigore di Ronaldinho: quella parata rappresenta la ciliegina sulla torta in una serata da incorniciare per l’Inter che batte per la seconda volta il Milan nel corso della stagione.

INTER-SAMPDORIA E LE MANETTE DI MOURINHO

Il 20 febbraio del 2020 a San Siro va in scena una delle partite più rappresentative di quella magica stagione: lo 0-0 contro la Sampdoria di Luigi Delneri non viene ricordato per il risultato, ma per la straordinaria tempra di quella Inter che anche in 11 contro 9 per ampi tratti del match riesce a resistere, arrivando addirittura a sfiorare la vittoria. La partita al Meazza è piuttosto spigolosa: i nerazzurri conducono il gioco, ma Pazzini e compagni sembrano capaci di impensierire l’Inter in contropiede. In meno di 10′, però, il match cambia volto, con Tagliavento che tra il 31′ ed il 38′ espelle per doppia ammonizione sia Samuel che Cordoba, lasciando l’Inter in 9 uomini.

Al momento dell’espulsione del colombiano San Siro si accende e inizia ad accennare una “panolada” di fronte alla quale Mourinho decide di rendersi protagonista di un gesto storico: le famose manette. A quel punto lo stadio diventa una vera e propria bolgia, con l’Inter che in doppia inferiorità numerica non perde la testa e continua a difendersi in maniera organizzata. Al 78′, poi – con la Samp in 10 uomini da pochi minuti per l’espulsione di Pazzini – la Beneamata va addirittura vicina al clamoroso gol del vantaggio con Samuel Eto’o. Solo un grande Storari nega ai nerazzurri un’impresa straordinaria, ma proprio in quella notte l’Inter di Mourinho inizia a forgiare un’anima che la porterà lontano nel corso della stagione.