18 Maggio 2018

Zaccheroni: “Inter all’andata era prima in classifica, ora è indecifrabile. E’ una squadra prigioniera della sua storia”. E sul 5 maggio…

L'allenatore era sulla panchina dei biancocelesti in quel famoso match del 2002 e a Tuttosport ha analizzato la gara di domenica dell'Olimpico
Domenica allo stadio Olimpico si giocherà la sfida decisiva per l’accesso alla prossima Champions League tra Lazio e Inter. Alberto Zaccheroni sulle colonne di Tuttosport ha parlato della gara, ricordando che in quel famoso 5 maggio 2002 lui era sulla panchina dei biancocelesti.
PARTITA – La partita della Lazio riesco a immaginarmela. Quella dell’Inter no, è indecifrabile. E’ una costante della sua storia. Non sai mai cosa farà. Questa stagione lo ha confermato. Un’andata da prima in classifica. Un ritorno completamente diverso. Vedo le espressioni di Luciano a bordo campo: ogni tanto rimane a braccia aperte. Sembra che anche lui osservi quella componente imperscrutabile della storia dell’Inter. E so di cosa parlo”.
ARRIVO ALL’INTER – “Arrivo al posto di Cuper con la squadra 9ª in classifica: fermiamo sullo 0-0 la Roma di Capello capolista e un mese dopo andiamo a vincere a Torino con la Juventus. Ma poi arriva un black out da Inter. Ma alla fine chiudiamo quarti. Gli alti e bassi che tornano sempre. E’ successo un anno fa con Pioli e adesso con Spalletti. Ma non so dire perché. Bisogna esserci dentro”.
ATTEGGIAMENTO LAZIONon credo che possano permettersi di aspettare gli avversari. Giocano in casa. E’ chiaro che non difenderanno altissimi. Vista l’importanza della posta in palio è una partita da 1X2″.
VALORE SQUADRE – “La Lazio è più squadra. Si vede dalla costanza di rendimento. Dipende anche dal fatto che l’allenatore è lì da più tempo. Hanno una fisionomia ben precisa con centrocampisti che fanno male inserendosi, come Parolo e Milinkovic-Savic. Simone ha costruito il suo gioco su ripartenze micidiali. Luciano invece è arrivato la scorsa estate e non ha potuto incidere molto sulla campagna acquisti. L’Inter non ha ancora trovato l’equilibrio giusto per essere del tutto affidabile.  A centrocampo la Lazio ha ottimi giocatori. Ma anche l’Inter ha trovato soluzioni interessanti come Brozovic. Mi sembra che siano tutti contenti per il rendimento del croato. E in difesa De Vrji è molto forte. Ma Skriniar e Miranda non sono gli ultimi arrivati”.
DE VRIJ – “Simone deve decidere in base alla personalità del giocatore. A vederlo in campo, sembra uno bello tosto. Faccio fatica a pensare che un calciatore vada in campo contro gli interessi della propria squadra. Io feci giocare Bierhoff già sapendo che sarebbe andato al Milan”.
5 MAGGIO 2002 – “Quella è una storia a sé. Se si rigiocasse un milione di volte quella partita, vincerebbe sempre l’Inter. E’ stata una lunga lista di dettagli. A partire dall’arrabbiatura di Poborsky quando sentì i fischi del pubblico laziale dopo che lo speaker scandì il suo nome annunciando le formazioni. Mi guardò con l’aria incredula: “Ma cosa ho fatto a questa gente?”, era il senso della sua espressione. Andò in campo e giocò alla morte attaccando anche i retropassaggi. Non l’aveva mai fatto. Ma bastava vedere i giocatori dell’Inter al momento di scendere dal pullman. Ero seduto su una panca insieme a Nello Governato. Ci siamo subito accorti che erano troppo rilassati. Le partite così, se prendono una linea precisa fin dall’inizio, vanno come devono andare. Ma se succede un imprevisto, non le raddrizzi più. Ci ho ripensato tante volte: se anche avessi ritirato la squadra all’intervallo, i giocatori dell’Inter non avrebbero avuto la forza di spingere il pallone in rete. Non succederà mai più niente di simile”.