10 Dicembre 2025

Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Liverpool 0-1

L'analisi della sconfitta di San Siro

L’Inter esce sconfitta per 0-1 a San Siro contro il Liverpool in una gara decisamente indirizzata da alcune scelte arbitrali. Queste le cinque cose che abbiamo imparato dalla sfida di ieri sera in Champions League:

1) Dite quello che volete, ma questa era una gara che doveva finire 0-0. Un episodio, inventato dal VAR a due minuti dalla fine, l’ha trasformata in una sconfitta pesantissima. Il tocco non c’è, o non è sufficiente: non è mai rigore, mai nella vita. E la cosa peggiore? Che chi simula, chi cerca il contatto, chi sviene al primo alito… viene premiato. In una competizione che vale milioni e decide stagioni. Questo rigore rischia di pesare non solo oggi, ma nei calcoli finali del girone. E sì, chiamatela come volete: è un furto.

2) Primo tempo assurdo: perdi Acerbi e Calhanoglu in mezz’ora. Ti salta il piano gara, ti bruci due slot di cambi, ti costringe a ruotare mezza squadra fuori tempo. E forse – col senno di poi – un cambio all’intervallo ci stava: Bonny per Thuram, che non ne aveva più, e ti tenevi un ultimo slot per il finale. Ma la verità è che due infortuni così cambiano qualsiasi partita. E contro questo Liverpool, in Champions, è un handicap pesante.

3) L’Inter ha giocato alla pari, punto. Il Liverpool non ha fatto più dell’Inter per vincerla. Ha fatto la sua partita di intensità, di ritmo, di pressione… ma senza creare tantissimo. E parliamoci chiaro: questa è una squadra che ha speso valanghe di milioni negli ultimi anni. Si permette di tenere in panchina Wirtz, pagato quanto tutta la nostra formazione titolare. L’Inter, con mezzi incomparabili, regge. E questo va detto. È vero, non abbiamo concesso quasi niente. Ma davanti abbiamo sprecato troppo, e non solo per imprecisione: troppi ricami, troppe scelte lente, troppe giocate ‘belle’ invece che giuste. La Champions è chirurgica. Non perdona. E se hai anche solo due mezze occasioni, le devi trasformare in qualcosa. Perché poi, quando ti capita un rigore inesistente contro, le paghi doppie.

4) In una partita così, ci sono comunque due lampi: Zielinski, entrato con personalità, verticalità, pulizia tecnica. Bisseck, ormai una certezza: forte fisicamente, concentrato, coraggioso. Ultimo a mollare. Non è molto, ma è ciò che resta da portarsi via da una notte amara.

5) Il girone ora si mette in salita: servono almeno 4 punti tra Arsenal a San Siro e Dortmund in trasferta per restare tra le prime 8; e potrebbe non bastare. Un punticino oggi sarebbe stato oro. E il fatto che ti sia stato tolto così… fa davvero male.