1 Gennaio 2021

Tra Covid e crisi economica, che mercato invernale sarà quello dell’Inter?

Proviamo a capirlo insieme in questa analisi

Beppe Marotta, Getty Images

Marotta Inter

Questo terribile, soprattutto dal punto di vista umano, 2020, è arrivato, fortunatamente, alla sua fine. L’Inter di Antonio Conte arriva al 2021 con segnali incoraggianti dal punto di vista della ricostruzione, nonostante la recente scottante eliminazione dalle coppe europee. Il secondo posto nell’ultima edizione di Europa League ed in campionato, uniti alla lotta serrata con il Milan nella stagione attuale, lasciano comunque ben sperare in vista dell’anno appena iniziato. Tuttavia, proprio anche a causa del Covid, che mercato invernale dobbiamo aspettarci dall’Inter?

La questione è piuttosto delicata, per vari motivi. Innanzitutto la finestra di tempo ristretto in cui agire, limita enormemente la possibilità di muoversi su più fronti di una certa importanza, perlomeno restando entro certi parametri economici. L’exploit dell’anno scorso, con l’arrivo in pompa magna e low cost di Christian Eriksen, è stato l’eccezione che conferma la regola che solitamente vede il mercato di gennaio più come un tentativo di riparare che di stravolgere. E, purtroppo, i risultati con il danese hanno dimostrato come provare a stravolgere le cose in corsa sia sempre piuttosto sconsigliato. L’ex Tottenham anzi, ora sarà proprio una delle pedine principali per poter investire in questa sessione.

Eriksen Inter

Christian Eriksen, Getty Images

Il Covid-19 infatti ha limitato enormemente la capacità d’acquisto di tutti i club di calcio, anche di quelli più stabili economicamente come l’Inter. Togliamoci quindi dalla testa nomi altisonanti e trattative a suon di milioni: per agire sul mercato ora servono intelligenza, fortuna, pedine di scambio e buoni rapporti con le altre società. Per questo Beppe Marotta è una figura chiave per cercare di inserire innesti che possano permettere a Conte di continuare a lottare per lo scudetto. Giocatori come Eriksen ad esempio, nonostante l’ingaggio elevato e lo scarso utilizzo, rimangono calciatori dal grande appeal per qualunque grande club e risorse in grado di smuovere acque sinora piuttosto ferme.

Si profila quindi un mercato soprattutto di prestiti, di scambi di favori e di cortesie, con gli esuberi di un certo livello “parcheggiati”, anche solo in prestito, altrove in cambio di qualcuno nella medesima situazione. Così facendo si possono, sostanzialmente senza spendere nulla, inserire giocatori più funzionali ai vari progetti, dare minutaggio a chi nel proprio club è scontento e rivalutarlo e alleggerire o quantomeno non appesantire ulteriormente il monte ingaggi.

Cosa manca però all’Inter di Antonio Conte? Calcolando il poco tempo a disposizione e la necessità obbligata di spendere il meno possibile, come e dove si deve tassativamente intervenire? La società asseconderà ancora il tecnico? Probabilmente, sfruttando occasioni e probabilmente senza accaparrarsi campioni conclamati, si. Suning, nonostante il deteriorarsi dei rapporti dell’ultima estate, ha continuato a mantenere viva la fiamma del burrascoso rapporto col fumantino Conte. La riprova sono gli investimenti nella finestra di mercato estivo, dove il club, con grandi sforzi economici, ha migliorato sensibilmente la rosa e messo a disposizione dell’allenatore tutti, o quasi, i calciatori richiesti. La squadra è stata enormemente migliorata, che lo si voglia vedere o no. Quindi dove è necessario agire ancora?

Beppe Marotta, Getty Images

Sicuramente sulla fascia sinistra. Ora che la zona destra è stata coperta con gli arrivi di Hakimi e Darmian, serve un titolare affidabile anche per la corsia mancina. Ivan Perisic infatti, nonostante l’impegno profuso e qualche segnale iniziale incoraggiante, sembra tornato nella sua consueta fase apatica, con prestazioni ai limiti dell’invisibilità e scarsa voglia di mettersi in gioco. Ashley Young invece, nonostante la grande professionalità, inizia a sentire il peso degli anni e non ha più la freschezza atletica necessaria per garantire un apporto concreto in fase offensiva e, soprattutto, non commettere ingenuità o disattenzioni in quella difensiva.

Serve quindi un calciatore ancora nel fiore degli anni ma con già una certa esperienza, in modo da non perdere la concentrazione nei momenti topici. Qualcuno in grado di non squilibrare la squadra, ligio al dovere del sacrificio che contraddistingue l’esterno a tutta fascia nelle squadre allenate da Conte.

Oltre alla corsia mancina serve poi per forza di cose un attaccante, possibilmente un vice Lukaku, che possa garantire goal e prestazioni di livello quando il belga deve rifiatare. Un 9 moderno sarebbe l’ideale, bravo a segnare ma anche e soprattutto a fare rifiatare la squadra e a dialogare con i compagni in costruzione, con grande esperienza alle spalle. Giroud in questo senso sarebbe perfetto, sia per l’apporto di reti che potrebbe garantire, che per le caratteristiche spalle alla porta, simili proprio a quelle di ‘Big Rom’.

Infine, ma sarebbe più una ciliegina sulla torta, a questa Inter servirebbero un vice Brozovic ed un portiere affidabile. Il centrocampista croato sembra in una fase di flessione e, seppure fondamentale nel giro palla, non sembra avere più la verve dei giorni migliori. Un giocatore che possa permettergli di rifiatare e che abbia le medesime doti di interditore e playmaker sarebbe oro colato per competere sino alla fine per vincere il campionato.

Il discorso Handanovic invece è più delicato. Il portierone sloveno, attuale capitano dell’Inter, è stato protagonista di annate da supereroe e di parata leggendarie, fondamentali per gettare le basi della ricostruzione, soprattutto nel primo anno di Spalletti. Ora però sarebbe da ipocriti non riconoscere come le sue prestazioni siano calate bruscamente, diventando talvolta quasi dannose per i compagni. Sembra quasi spaventato dall’allungarsi, forse per qualche acciacco alla schiena, e i riflessi e la presa sembrano spesso quelli di un ex portiere.

Non è quindi per cattiveria o mancanza di rispetto che Suning dovrebbe guardarsi intorno, ma per non arrivare impreparata all’inevitabile passaggio di consegne che va attuato quanto prima. Radu è in panchina pronto a prendersi una maglia da titolare, ma bisogna valutare quanto Antonio Conte lo consideri pronto. Musso e Cragno sono i nomi più appetibili per il futuro, ma è anche vero che nella finestra invernale nessuno si priva mai del proprio portiere titolare, a meno di offerte irrinunciabili che, ora come ora, sono però impraticabili.

L’Inter si muoverà sicuramente, a piccoli passi, ma si muoverà, puntellando una rosa già forte con rincalzi che possano compensare alcune lacune. Tuttavia, sia i tifosi che l’allenatore, dovranno avere la maturità per comprendere che, per tutti i motivi citati in precedenza, bisognerà adattarsi e ottenere il meglio da quel poco che il mercato potrà offrire.

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