22 Febbraio 2019

Cristiano Allodi: “Fiorentina-Inter? Ricordo la Grande Inter e la Viola di Oriali e Antognoni. Mio padre con Icardi…”

Italo, padre di Cristiano, ha costruito l'Inter di Moratti e Herrera che ha dominato in Italia e in Europa negli anni Sessanta

MILAN, ITALY - SEPTEMBER 25: Matteo Politano of Inter competes for the ball with Jordan Veretout of Fiorentina during the serie A match between FC Internazionale and ACF Fiorentina at Stadio Giuseppe Meazza on September 25, 2018 in Milan, Italy. (Photo by Maurizio Lagana - Inter/Inter via Getty Images)

Dopo il turno infrasettimanale di Europa League l’Inter si proietta a grandi passi verso la gara di domenica sera contro la Fiorentina. Una partita che, oltre ad essere di grande rilevanza per il cammino dei nerazzurri in campionato, è significativa anche perché alle due squadre è legata un’importante figura: quella di Italo Allodi. Allodi infatti, considerato uno dei più grandi manager del calcio italiano, da un lato ha costruito la grande Inter di Moratti e Helenio Herrera dall’altro, negli anni Ottanta, approdato alla Fiorentina, portò in viola Lele Oriali. A tal proposito, il figlio di Italo Allodi, Cristiano, ha parlato della gara in programma domenica sera al Franchi. Questo il suo intervento:

Cosa significa per me Fiorentina-Inter? Ricordo gli anni dei grandi successi dell’Inter degli anni Sessanta ma per la verità quel periodo non l’ho vissuto perché ero appena nato, avevo solo un anno. Le stagioni furono straordinarie, parlano i risultati. Della Fiorentina ricordo quella dell’83-84 con un centrocampo fortissimo composto da Oriali, Pecci e Antognoni”. Per chi farò il tifo? Sono neutrale. Devo essere sincero, sono juventino. E le spiego il motivo: dopo l’Inter mio padre passò alla Juve e io che iniziavo a crescere mi appassionai ai bianconeri. Ricordo che un giorno, quando incontrai Mazzola e gli dissi che tifavo Juve, lui si arrabbiò molto con me. Il mio idolo era diventato Zoff“.

Come avrebbe gestito il caso Icardi mio padre? Credo che si sarebbe fatto sentire parecchio. Mio padre peraltro era un ‘incavolato cronico’, soprattutto quando la squadra perdeva o certe cose non funzionavano. Ma era anche un altro calcio. Se la società comunque prende posizione nonostante i procuratori, è un segnale. A quell’epoca, se parlava la società stavano tutti zitti“.

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