23 Novembre 2011

SKELETONS – Colonnese: il pupillo di Simoni

 

“A Londra, tranne il Papa, c’è tutto. A Roma, tranne tutto, c’è il Papa”. E a volte anche Colonnese. Se c’è un giocatore che per quindici anni ha visto il suo destino legarsi a quello della città eterna è sicuramente il roccioso difensore lucano pupillo di Gigi Simoni, vale la pena scoprire insieme la sua storia. Complimenti a Giuseppe Saccone, il primo a indovinare che si parlasse del Colonna in questo numero di skeleton e vincitore settimanale del nostro gioco a indizi sulla Pagina Facebook di passioneinter.com.

Questa settimana: CICCIO COLONNESE ? IL PUPILLO DI SIMONI

Francesco Colonnese nasce a Potenza nell’agosto del 1971 e come la quasi totalità dei calciatori inizia la sua carriera presso la squadra della sua città natale. Alto, fisicamente devastante e con grinta da vendere, Colonnese gioca presso la squadra lucana fino all’estate del 1991 quando a vent?anni fa il salto di categoria dalla C2 alla C1 trasferendosi in Sicilia a giocare a Giarre.

IL SODALIZIO CON SIMONI

Le sue prestazioni in terra sicula attirano le attenzioni della Cremonese che la stagione successiva lo acquista  facendolo esordire in Serie B. E? un?annata esaltante quella 1992-1993 della Cremonese del nuovo tecnico Gigi Simoni che conclude il campionato cadetto al secondo posto con la promozione in Serie A e la vittoria nella Coppa Anglo-Italiana nel mitico stadio londinese di Wembley battendo 3-1 in finale il Derby County.

La stagione successiva, all’esordio in Serie A, Colonnese è tra gli artefici dell’ottimo decimo posto finale dei lombardi, ciliegina sulla torta è per lui la vittoria dell’Europeo Under 21 in Portogallo. In estate il difensore si trasferisce alla Roma ma lì delude le aspettative giocando solo 5 volte in tutta la stagione e così se ne va in prestito a Napoli dove l’anno dopo si ricongiunge il sodalizio con Gigi Simoni quando quest’ultimo va ad allenare la squadra partenopea. Amato dai tifosi che lo chiamano Cheyenne, egli decide però nell’estate del 1997 di seguire l’allenatore a Milano per giocare nell’Inter del neoacquisto Ronaldo.

IL TRIENNIO NERAZZURRO

E? un?annata dalle emozioni forti quella 1997-1998 per Colonnese e per l’Inter. I numeri di Ronaldo, le rimonte epiche in Coppa Uefa, la volata scudetto contro la Juventus, l’arbitraggio di Ceccarini e molto altro ancora; una stagione indimenticabile per Colonnese che insieme a BergomiFresi e West costituisce un invalicabile muro difensivo contro cui sbattono gli attaccanti di mezza Europa. Colonnese è tra gli aspiranti a un posto ai Mondiali 1998 senza però essere poi convocato e proprio in terra di Francia gioca e vince la finale di Coppa Uefa contro l’altra squadra di Roma: la Lazio. In autunno la società licenzia Simoni e così, andato via il suo padre calcistico, Colonnese lentamente scivola ai margini perdendo il posto da titolare e vedendo il campo sempre più di rado nonostante ben quattro allenatori si avvicendino sulla panchina nerazzurra. Nell’estate del 2000 Colonnese saluta così l’Inter dopo aver disputato con la sua maglia 56 presenze condite da 2 reti e se ne torna a Roma, questa volta tra le fila della Lazio.

QUESTIONE DI PALLE

Colonnese arriva a Roma in uno scambio alla pari tra Inter e Lazio in cui le due società si scambiano lui e Lombardi con una valutazione reciproca di 16 miliardi di vecchie lire. E’ uno degli scambi più inutili della storia dal momento che nella città capitolina Colonnese colleziona un misero bottino di 12 presenze in 4 stagioni mentre Lombardi riesce a fare peggio stando solamente 6 mesi a Milano senza mai vestire la maglia nerazzurra – un posto in questa rubrica per lui è ovviamente già riservato. La magra esperienza laziale di Colonnese verrà ricordata ai posteri più per la tremenda botta rimediata ai genitali contro l’Ajax piuttosto che per le (poche) prestazioni in campo. A testimoniare quel drammatico momento che nessun uomo vorrebbe mai vivere è questo video preso da youtube.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=GXKz4ExNFQU[/youtube]

UNA LIAISON SENZA FINE

Arriviamo così nel 2004. Colonnese è un difensore trentatreenne a fine carriera, che non gioca una partita ufficiale da una vita e senza squadra. Tutto farebbe presagire a un ritiro dal calcio giocato ma Gigi Simoni ? sempre lui ? non si dimentica dell’amore che fu e se lo porta con sé a Siena in quella che è allo stato attuale l’ultima esperienza in Serie A dei due. La stagione dei toscani è soffertissima e la squadra si salva solo negli ultimi minuti dell’ultima giornata grazie a un gol di Argilli ma ottiene un risultato prestigioso in aprile quando va a vincere all’Olimpico contro la Roma per 2-0 grazie ai gol di Maccarone e Chiesa. Colonnese torna in quello che fu il suo ex stadio e balza agli onori delle cronache quando cade a terra per un pugnetto rifilato da Totti. Cinque giornate di squalifica e multa per il romanista che accusa Colonnese di averlo provocato, secca la risposta del difensore che lo liquida con un ?Non sono un provocatore?. Una disastrosa esperienza a inizio carriera con la Roma, un quadriennio in panchina alla Lazio, un ritorno da avversario con tanto di rissa e polemiche, sicuramente non si può dire che Roma sia una città fortunata per Colonnese. Ma dulcis in fundo il destino decide di regalare a Colonnese nell’ultima stagione della sua carriera un sorriso. Indovinate dove? Sempre a Roma. E? l’ottobre del 2005 e in quello stesso stadio dove sei mesi prima si era consumato il fattaccio con Totti, il Siena sta ancora una volta disputando una grande gara ma il giallorosso Panucci all’86? sembra spegnere i sogni di gloria dei bianconeri realizzando il gol del 2-2. Colonnese entra in campo a pochi minuti dalla fine e quando la partita sembra finita inizia una folle corsa verso la porta avversaria, Bogdani lo vede e gli serve su un piatto d?argento un pallone che lui pieno di rabbia manda in rete per il clamoroso 3-2 del Siena all’Olimpico. E?l’ultima soddisfazione della carriera, un gol arrivato dopo 6 anni di astinenza nello stadio che più di ogni altro gli aveva portato male. Il calcio a volte regala queste storie, il calcio è bello anche per questo.

COLONNESE DOPO IL RITIRO

Dopo il ritiro avvenuto nell’indimenticabile estate del 2006 Colonnese si è dedicato ad altro e oggi fa l’opinionista in televisione. Quella che abbiamo raccontato questa settimana è la storia di un giocatore che non ha mollato mai, un calciatore che sopperiva a una scarsa tecnica con una grinta senza eguali e che sicuramente in situazioni di bisogno non ci andava per il sottile. Colonnese sebbene sia stato poco più che una meteora all’Inter ha lasciato un piacevole ricordo ai tifosi, il suo nome al pari di quello di tanti campioni è legato a una stagione indimenticabile che ancora di più ci ha fatto amare questa squadra. Skeleton non vuole ricordare solamente i peggiori giocatori o le più brutte figure della squadra ma vuole dare spazio anche a chi troppo presto è finito nel dimenticatoio, giocatori che resteranno in sbiaditi album di figurine in soffitta ma che hanno lottato per la maglia. Colonnese, era una di questi, un lottatore nato. Massimo rispetto.