30 Ottobre 2014

FOCUS – Fischi al Meazza? Li meriterebbero certi tifosi…

Fischi Meazza Inter-Sampdoria

Fischi Meazza Inter-Sampdoria

Dicono che “la fiducia nel successo è la premessa per poterlo raggiungere“, ma di fiducia ieri sera al Meazza se ne respirava ben poca.

Inter-Sampdoria era una sfida cruciale per il destino della stagione nerazzurra: vincere avrebbe significato rilanciare le ambizioni in chiave terzo posto, perdere invece avrebbe probabilmente sbriciolato quelle pochissime certezze sulle quali può contare la truppa guidata da Walter Mazzarri. Il rigore realizzato allo scadere da Mauro Icardi ci ha regalato tre punti fondamentali, una vittoria che si spera possa rasserenare un ambiente fin qui eccessivamente esasperato. Quel che è accaduto ieri sera sugli spalti infatti, non è stato certo uno spettacolo gratificante: al termine dei primi 45′ la Beneamata è stata subissata da una pioggia di fischi da parte di coloro che avrebbero dovuto sostenere i propri beniamini nel corso del match, salvo poi contestarli al termine della partita se lo spettacolo offerto sul terreno di gioco non fosse stato gradito.

Fischiare la squadra dopo un primo tempo tutto sommato sufficiente, con almeno 2-3 palle gol nitide per passare in vantaggio, in un momento non certo semplice per l’Inter di Mazzarri, è stato quantomeno ingeneroso. La sensazione è che molti tifosi nerazzurri non si siano ancora sintonizzati con la nuova realtà, vivendo ancora in una dimensione parallela dove esiste l’Inter del Triplete, dove la rosa è infarcita di fuoriclasse e di campioni, con José Mourinho sulla panchina. Purtroppo la realtà è un’altra, le disponibilità economiche e di conseguenza le ambizioni del club sono cambiate, dovranno dunque necessariamente cambiare anche le aspettative di una frangia della tifoseria. Fischiare la squadra in una serata nella quale si ritorna ad assistere al magico connubio gioco-risultato, in una partita che i nostri hanno giocato con grandissimo carattere, determinazione e attaccamento alla maglia, pur con mille difficoltà, significa aver perso il lume della ragione, vuol dire non aver più chiaro cosa significa tifare incondizionatamente per una squadra, sostenerla sempre e comunque.

Questa acredine ormai pregiudiziale nei confronti di Walter Mazzarri ha stancato chi ha veramente a cuore le sorti dell’Inter: arrivare addirittura a puntare un laser in faccia al nostro tecnico, durante il match, è onestamente qualcosa di intollerabile e non accettabile da parte di una tifoseria che si è sempre distinta per il sostegno incondizionato mostrato in ogni momento nei confronti della squadra. Quello che è accaduto ieri sera deve far riflettere, non può essere catalogato come un semplice episodio: un club come l’Inter, già vessato da avversari e organi di stampa, una società che storicamente non ha alcun tipo di “protezione” mediatica nè la cerca, non può permettersi di vivere una lotta  intestina, la tifoseria non può essere artefice essa stessa della destabilizzazione della squadra. È incredibile amici nerazzurri, ma è proprio quello che sta accadendo: l’ambiente Inter ed una consistente parte dei propri sostenitori sta destabilizzando l’Inter stessa, sta andando ad aggiungere ulteriori difficoltà ad uno scenario che già di per sè assomiglia sempre più ad un Everest da scalare.

Inutile star qui ad elencare le difficoltà di un periodo storico tra i più complicati della recente storia nerazzurra, ma è proprio in momenti come questi che il tifoso della Beneamata dovrebbe sentire l’appartenenza e l’orgoglio di tifare per questi colori, di sostenere la squadra, al di là del Presidente, dei dirigenti e dell’allenatore di turno, componenti questi che nella storia gloriosa del nostro club si sono sempre succeduti con più o meno fortuna; ciò che è rimasto, rimane e sempre rimarrà è la maglia, ed è per quella che si deve tifare. Questo continuo contestare l’allenatore sta facendo perdere a molti la lucidità nei giudizi: in un inizio di stagione così tormentato, con una serie incredibile di infortuni, in un quadro societario non certo di grande serenità (considerate le dimissioni di Massimo Moratti e la necessità di dover dare vita ad un nuovo Cda), la classifica è forse migliore di quanto ci si potesse aspettare.

Pochi si rendono conto della storica occasione che questa stagione ci sta offrendo: dopo Juventus e Roma infatti, il campionato si è livellato verso il basso, consentendo all’Inter di avere una seria e concreta possibilità di raggiungere quel terzo posto tanto importante per le casse societarie e per la prosecuzione del progetto intrapreso da Thohir. Continuare a minare l’ambiente per la poca stima che una parte della tifoseria ha sempre mostrato nei confronti del tecnico toscano è un peccato mortale, ancor più grave in un momento così delicato per la storia della nostra società. In questi giorni, in questi anni ed in base ai risultati che raggiungeremo, si sta decidendo il futuro dell’Inter, si sta stabilendo quando e se torneremo a rivedere una squadra competitiva per i vertici, non solo in Italia, ma anche in Europa: tutti questi motivi rendono assolutamente inaccettabile l’isterismo al quale stiamo assistendo da parte di certi “tifosi” da alcune settimane a questa parte.

Mai come in questo momento serve remare tutti nella stessa direzione, serve essere uniti per il bene dell’Inter, alla ricerca di quel terzo posto che oggi a molti può sembrare quasi un miraggio, un sogno irrealizzabile, ma che in realtà non è così difficile da raggiungere. Chi nelle prossime partite meriterà indubbiamente di essere fischiato saranno proprio quei tifosi che continueranno a destabilizzare l’ambiente, facendo il male della nostra Inter. La squadra va sostenuta fino al termine della stagione, a fine campionato poi si tireranno le somme e sarà tempo di bilanci. Fino al quel momento la scena devono prendersela gli Interisti con la “I” maiuscola, quelli che sono orgogliosi della propria squadra al di là di un risultato più o meno positivo, quelli che la sostengono nei momenti di difficoltà, perché diciamocelo: a tifare e sostenere l’Inter del Triplete erano tutti capaci…

“Chi dice che una cosa è impossibile, non dovrebbe disturbare chi la sta facendo”.

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