7 Giugno 2023

Guardiola: “Noi favoriti? A voi italiani piace questo giochino… Onana mi ha impressionato”

L'allenatore del Manchester City sull'Inter e sulla finale di Champions

Pep Guardiola the Manchester City manager celebrates the 2-1 victory in the Premier League match Manchester City vs Fulham at Etihad Stadium, Manchester, United Kingdom, 5th November 2022 (Photo by Conor Molloy/News Images)

Riempire il nemico di complimenti e cercare di scaricare la pressione sull’avversario. Una tattica che in carriera Pep Guardiola ha provato spesso, nel tentativo di alleggerire la tensione su sé stesso e sui propri calciatori. Restando alle squadre italiane, il Napoli di Sarri, l’Atalanta di Gasperini e pure il recente Napoli di Spalletti sono alcune delle “vittime” della strategia del (vincente) tecnico spagnolo. Questa volta è arrivato il turno dell’Inter?

Ecco le sue dichiarazioni, rilasciate in un’intervista a SportMediaset.

ETICHETTA DI FAVORITI – “Noi favoriti? A voi italiani piace tanto fare così… Volete dire che noi siamo i favoriti? Va bene, ditelo pure. Noi pensiamo ad andare in campo e a giocare la finale, con l’obiettivo di vincere. Ed è la stessa cosa che farà l’Inter. Ma questo giochino di mettere l’etichetta di favorita all’avversaria lo conosco da tempo. Volete così? Va bene dai, siamo noi i favoriti”.

IL GIOCATORE PIÙ TEMUTO – “Il giocatore che più mi ha impressionato dell’Inter? Onana: è bravissimo in impostazione, a saper leggere la pressione avversaria e a trovare un uomo libero. Con i piedi è eccezionale. Ma hanno qualità dappertutto: Bastoni, Acerbi, Calhanoglu, Brozovic. Tutti giocatori con un piede sopraffino. Poi ci sono Lautaro, Lukaku e Dzeko che difendono palla in modo splendido, Barella è perfetto negli inserimenti. Fanno un gioco apparentemente lento, ma poi sono velocissimi nel momento del bisogno”.

IL GIOCO AVVERSARIO – “Sto studiando l’Inter da un po’, ha superato un girone complicato con Bayern e Barcellona. Non è in finale di Champions per caso. Gestiscono tutti i reparti con qualità, sanno perfettamente quello che fanno quando hanno la palla tra i piedi. E hanno una storia europea decisamente migliore della nostra: loro hanno vinto, noi non ancora”.