12 Febbraio 2015

FOCUS – Di gennaio in gennaio: lo strano cambio di priorità tra Guarin ed Hernanes

E’ ormai sotto gli occhi di tutti l’involuzione che sta vivendo il Profeta Hernanes, giunto a gennaio 2014 come valore aggiunto per l’Inter di Mazzarri e come sostituto di un giocatore sul punto di trasferirsi alla Juventus, quel Fredy Guarin che, ironia della sorte, vive ora con Roberto Mancini il suo momento di esplosione. Hernanes è stato di fatto il primo grande colpo di Thohir, un investimento importante già di per sè, visti i 13 mln + bonus spesi dall’Inter per portarlo a Milano, ancora più importante se si considera l’imponenza della cifra all’interno di un mercato, quello di gennaio, non esattamente celebre per i grandi colpi e, soprattutto, messo in relazione alla politica di FPF adottata dalla società di Corso Vittorio Emanuele. Walter Mazzarri aveva individuato in lui l’interno di centrocampo che avrebbe dovuto far fare il salto di qualità alla sua squadra, ma probabilmente tutti si aspettavano i numeri del brasiliano ai tempi della Lazio, tempi in cui risolveva partite e regalava punti a più non posso con assist e gol decisivi, complice anche il fatto di giocare da trequartista, cioè molto più vicino alla porta rispetto ad una normale mezz’ala del 3-5-2. Poi si sa, cambia l’allenatore e cambiano le gerarchie in campo: ed ecco che Fredy Guarin, prossimo nel mercato di gennaio (e anche quello estivo) a lasciare Milano principalmente per la Juventus prima e il Valencia poi, torna protagonista. Già, il colombiano incarna le qualità del centrocampista di quantità e di peso che al Mancio è sempre piaciuto e adesso, nonostante voci di mercato lo vogliano in orbita PSG per la prossima estate, lentamente si sta riprendendo l’Inter. A distanza di un anno, le situazioni dei due giocatori si sono capovolte; con l’avvento di Brozovic, inoltre, gli spazi per il trequartista brasiliano sono notevolmente diminuiti, ma l’Europa League potrebbe rappresentare un’occasione di rilancio, probabilmente l’ultima, per il Profeta, visto che in questa competizione il numero 77 non è arruolabile. Per entrambi le statistiche dicono 21 presenze tra Serie A, Europa League e Tim Cup ma è chiaro che dal 14 novembre, giorno dell’avvento del Mancio sulla panchina nerazzurra, è stato un crescendo per il Guaro e sempre un maggiore accantonamento per il numero 88 interista. Nelle ultime 12 gare, infatti, il brasiliano è sceso in campo appena 4 volte, di cui tre da titolare. Con l’ordine e la geometria portati da Brozo e le garanzie che finora Medel ha dato davanti la difesa, l’unico che il Profeta potrebbe rilevare nel nuovo 4-3-3 manciniano sarebbe in teoria proprio Guarin, che però dà a Mancini ritmo e inserimenti. Destino più facile potrebbe averlo con il 4-3-1-2, per rivederlo come agli albori biancocelesti, ma anche nella trequarti campo c’è tanta concorrenza e anche qui il Profeta non parte in cima alla lista dei desideri di RM. E pensare che Fredy Guarin non era nemmeno stato convocato alla prima dell’Inter a Torino, quando la sua partenza pareva scontata negli ultimi giorni di mercato. È rimasto e sta sorprendendo tutti: tre gol e cinque assist per lui, due gol e tre assist, invece, per il collega brasiliano. Chiaro che i conti si faranno alla fine e che tutti, ovviamente, ci auguriamo che Hernanes possa dare il suo contributo nello sprint finale di questa stagione. Anche il Guaro, tuttavia, si lascia ancora andare talvolta a scelte esagerate come quei tiri dalla lunghissima distanza cui ci ha abituato, con scarsi risultati, nel corso della sua permanenza in nerazzurro, ma sembra proprio che, grazie al tipo di centrocampo voluto dal tecnico jesino, l’ex Porto abbia finalmente trovato la sua dimensione.