22 Marzo 2020

Mancini: “Scudetto? Inter ancora in corsa. Rinvio dell’Europeo un bel colpo, avevo iniziato a preparare tutto”

Il commissario tecnico della Nazionale Italiana sulla pagine de La Gazzetta Sportiva

Dopo anni di lavoro e preparazione, il rinvio dell’Europeo ha provocato parecchia delusione nel commissario tecnico della Nazionale Italiana, Roberto Mancini. L’allenatore, però, sin dal primo minuto aveva sostenuto che spostare di un anno la competizione sarebbe stata la scelta più giusta per consentire ai paesi di tornare alla normalità e riprendere innanzitutto le competizioni per club. Intervistato questa mattina sulle pagine de La Gazzetta Sportiva, ecco la prima parte delle parole dell’ex Inter:

Mancini, le piace l’Italia dei balconi?
“Moltissimo. E’ l’Italia più autentica. Ci rappresenta. Siamo noi che diamo il meglio nelle difficoltà, quando ci stringiamo, ci aiutiamo e mettiamo in campo tutta la nostra umanità. Questa gente, dopo tanto dolore e tanta paura, avrebbe meritato la gioia di un Europeo per distrarsi e ripartire”.

Lei sta a Roma?
“Sì, chiuso in casa da due settimane. A Roma ci sono anche due dei miei figli. Il terzo, Filippo, è a Miami, ha terminato un corso di sport e business. Anche lì comincia a sentirsi l’emergenza. Ma i ragazzi sono forti, protetti. Sono più preoccupato per i miei genitori che vivono a Jesi, anche se stanno bene. Mia sorella mi ha chiamato per dirmi che è morto di Coronavirus un amico che da bambino giocava a calcio con me. Lavorava alla Croce Verde di Jesi”.

Al nord ci sono aree di emergenza estrema.
“Il filmato del convoglio militare che portava via le bare da Bergamo è stato un pugno in faccia, l’immagine più dura, più impressionante. Nessuno era pronto a questo inferno. Pensare che la gente muore perché mancano i letti in rianimazione è assurdo, è inaccettabile”.

Avesse la possibilità di trasferirsi con i suoi cari in una zona più sicura, magari all’estero, lo farebbe? Tanti stanno volando via.
“Non ci penso neanche a lasciare l’Italia, perché io mi sento sicuro qui e ho piena fiducia nei nostri medici che stanno facendo un lavoro eroico. Voglio sentirmi vicino a chi è in difficoltà. E lo dico da semplice cittadino, non perché ho un ruolo istituzionale e rappresento l’Italia”.

L’Italia tornerà a settembre, dopo quasi un anno. Ha paura di perdere il bel gioco delle ultime partite, che era diventato istintivo, naturale? O giocare bene è come andare in bici e non si dimentica?
“Probabilmente saremo un po’ arrugginiti, ma basterà oliare un po’ la catena e pedaleremo come prima…”.

Come si tiene connessa la squadra da lontano? Con il telefono?
“Nelle settimane scorse ho chiamato qualche giocatore, specie quelli infortunati e in dubbio. Ho lavorato sulle amichevoli con Inghilterra e Germania e ho cominciato a impostare l’Europeo. E’ stato cancellato tutto. Confesso che la botta della delusione l’ho sentita. Mi sono fermato”.

Come passa queste giornate particolari in casa?
“Come tanti, credo. Ogni giorno faccio un po’ di sport sul terrazzo. Leggo, mi tengo informato alla televisione. Dopo cena le ore si fanno un po’ più lungo. L’altra sera ho visto Don Matteo… Ma io penso sempre positivo. Sono convinto che a maggio il campionato ripartirà, recupereremo la nostra normalità e io potrò incontrare negli stadi tutti i miei giocatori e riunire in qualche modo la Nazionale”.

Sarebbe un campionato credibile con partite compresse e con le alte temperature di giugno e luglio? Non si alterano i valori in campo?
“Dopo quello che è successo, i giocatori avranno così voglia di giocare che l’entusiasmo compenserà la stanchezza. Sono convinto che torneremo a divertirci”.

Ancora più favorita la Juve che ha una rosa più ricca e profonda?
“Juve favorita, ma lotta aperta. La Lazio è in corsa, ma io dico anche l’Inter. Proprio perché la situazione sarà eccezionale, un pianeta nuovo, è impossibile fare previsioni scientifiche. Potrebbero esserci sorprese. L’importante comunque sarebbe ripartire, perché vorrebbe dire aver recuperato la nostra normalità. Per questo io aspetterei fino all’ultimo prima di cancellare i Giochi di Tokio. L’Olimpiade è troppo importante. È troppo bella. Sarebbe la festa del mondo che è si lasciato alla spalle la paura”.

Taglio degli stipendi: l’intesa tra club e giocatori potrebbe non essere semplice.
“Inutile prendere decisioni ora. Aspettiamo. L’ho detto, io penso positivo, sono sicuro che il campionato ripartirà e verrà completato. Allora, se si giocheranno tutte le partite, il problema avrà meno peso. I calciatori hanno comunque il senso di responsabilità per rispondere nel modo giusto alle eventuali esigenze”.

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