12 Settembre 2020

Inter, cosa fare con Nainggolan? Pro e contro della sua permanenza

Il belga ha giocato solamente una stagione in nerazzurro: merita una seconda chance?

31 presenze e 7 gol: è questo, ad oggi, il bottino di Radja Nainggolan in maglia nerazzurra. “Troppo poco” – al di là dei numeri – sostiene qualcuno. Il belga arriva a Milano nell’estate del 2018 come regalo all’allora mister Luciano Spalletti, ed effettivamente critica e tifosi lo eleggono ben presto il colpo dell’anno (almeno per quanto riguarda la rosa meneghina).

La stagione però mette il Ninja davanti a vari problemi: si parte da quelli fisici, che lo tengono a più riprese lontano dal campo di gioco, e si finisce con quelli disciplinari. L’esclusione da quell’Inter-Napoli decisa da Giuseppe Marotta è ancora un  promemoria vivissimo all’interno della dirigenza. Il gol che porta la formazione interista in Champions League all’ultimo respiro contro l’Empoli non farà cambiare idea all’Inter circa la partenza del belga nel mercato successivo.

La stagione 2019-20 per Nainggolan è un toccasana: al Cagliari, squadra e città che lo hanno consegnato al grande calcio, si ritrova e, da capitano, torna a giocare con regolarità offrendo anche grandi prestazioni. A novembre è infatti premiato come miglior giocatore del mese della Serie A. Un suo riscatto da parte della formazione sarda è però impensabile, come ha ammesso Tommaso Giulini, presidente del Cagliari. Ecco perché una permanenza di Nainggolan in nerazzurro non è così scontata. Ma quali sono i pro ed i contro di questa scelta?

Mercato Inter, rebus Nainggolan: pro e contro di una permanenza agli ordini di Conte

Per partire col piedi giusto in questa disamina va sottolineato un punto fondamentale: Antonio Conte non ha mai posto il veto in maniera definitiva ad una permanenza di Nainggolan. Nell’estate 2019 il tecnico pugliese si è adeguato a quella che era una decisione della società e, secondo quanto filtra da Appiano Gentile, il tecnico avrebbe anzi dato il pieno ok per reintegrare in rosa il calciatore.

I PRO – Dal punto di vista tattico e tecnico il profilo del Ninja è sicuramente qualcosa di inedito per il centrocampo dell’Inter di oggi: manca un profilo in grado di ricoprire, all’esigenza, ogni tipo di ruolo nella zona centrale del rettangolo di gioco. In più nel corso della stagione i nerazzurri hanno patito la mancanza di un incursore come Nainggolan, dotato oltretutto di un ottimo tiro dalla distanza. Insomma: un’arma potenzialmente decisiva. Il giocatore che più si avvicina a lui è forse Barella, per dinamicità e stile di gioco, ma il 23 interista in carriera non ha mai avuto – fino ad ora – la stessa incisività in area di rigore del collega belga. Caratterialmente poi Nainggolan potrebbe dare a Conte quel pizzico di esperienza e cattiveria agonistica che è mancata all’Inter nella stagione da poco terminata.

In più l’esborso economico fatto dall’Inter per portarlo a Milano rende difficile una sua cessione a titolo definitivo, poiché per non registrare una minusvalenza i meneghini dovrebbero cederlo ad una cifra non inferiore ai 20 milioni di euro. Lasciarlo partire in prestito per un’altra stagione non converrebbe, specialmente se l’idea di dover contribuire a parte dell’ingaggio – come successo la scorsa stagione – dovesse riproporsi e diventare realtà.

I CONTRO – Se è vero che un profilo “alla Nainggolan” sia mancato all’Inter della passata stagione, è anche vero che l’Inter 2020-21 si sta preparando a colmare questa assenza con Arturo VidalIl rischio è quello di ritrovarsi in spogliatoio due calciatori fin troppo simili tra loro a livello tecnico e tattico, con tutto ciò che ne seguirebbe in termini di scelta della formazione. C’è però da sottolineare un fattore non banale: indipendentemente dall’arrivo del cileno, che oggi è ancora in dubbio, negli ultimi due anni Nainggolan ha dovuto più volte fermarsi ai box – per un totale di 20 partite saltate – per un problema al polpaccio. Se questo dovesse ripresentarsi ecco che allora le scelte di Conte sarebbero quasi obbligate.

C’è poi da fare il conto anche con la gestione del belga: a Cagliari ha trovato nuova serenità. Ma non è detto che il suo carattere esplosivo messo a contatto con quello altrettanto focoso di mister Conte possa finire con il creare incomprensioni tra i due. Aumentando troppo i giri del motore nerazzurro. Una situazione che Marotta non vorrebbe ritrovarsi a dover gestire dopo quanto successo nell’inverno 2018.

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