13 Febbraio 2015

Mancini ha preso l’Inter mazzarriana e l’ha plasmata a modo suo: il mercato…

Non è un mistero il fatto che a Roberto Mancini, ovunque sia andato, sia sempre piaciuto avere pieni poteri sulla squadra e sul club, in primis nel capitolo mercato. Il Corriere dello Sport ha infatti analizzato la situazione in casa Inter in seguito al mercato di riparazione di gennaio, e le conclusioni tratte dagli affari fatti da Ausilio&Co sono emblematici. Ciò che salta subito all’occhio è infatti l’utilizzo che Mancini sta facendo degli acquisti di giugno voluti dal suo predecessore, Walter Mazzarri: ad eccezione di Medel, gli altri stanno trovando infatti pochissimo spazio, come “Vidic, ad esempio, ha visto crollare il suo impiego con Mancini, mentre con Mazzarri era il leader del reparto arretrato. Dodò, invece, sembrava aver trovato il suo ‘ambiente’ ideale da esterno con la difesa a 3, adesso invece è scalato nelle gerarchie dei terzini, tanto che, appena arrivato, Santon si è subito preso la scena“. Da non dimenticare che gli affari Osvaldo-M’Vila sono già terminati coi saluti dei due giocatori all’Inter. “La grande differenza rispetto alla scorsa estate – si legge sulle pagine del CorSport – è che a gennaio, l’Inter ha deciso di alzare il tiro, puntando su giocatori di profilo internazionale. Rinforzi considerati sicuri per il presente e per il futuro, visto che, a fronte di un rinvio del pagamento per non appesantire il bilancio, sono stati presi impegni precisi per un acquistarne definitivamente il cartellino. Shaqiri e Brozovic sono destinati a diventare titolari assoluti dell’Inter targata Mancini, approfittando anche del fatto che hanno rispettivamente 23 e 22 anni. Discorso pressoché identico per Santon, un cavallo di ritorno di soli 24 anni. Nel suo caso, gli accordi con il Newcastle prevedono il riscatto obbligatorio dopo 10 presenze da titolare. E visto che siamo a 2 su 2 è già chiaro come andrà a finire”. L’unico a trovare poco spazio rispetto ai suoi compagni è Podolski, ma il suo valore è indiscutibile e, essendo in prestito secco, Mancini preferisce (giustamente) far sviluppare i giocatori di proprietà del club o quelli che, come Shaqiri, Santon e Brozovic, lo saranno molto presto.

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