23 Novembre 2014

PREPARATI AL MATCH – Tutto su Milan-Inter

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Milan-Inter: tutto quello che c’è da sapere sul match

C’è un termometro che può funzionare solo in determinati momenti dell’anno, sia che il sole batta sulle pietre di una strada inaridita sia che la neve scenda a ricoprirla per renderla più affascinante. E’ un termometro che registra la temperatura solo di qualche milione di persone, divise in tre grandi categorie ma unite nel loro modo di aspettare, sperare e reagire: funziona su una quarantina di uomini in maglietta e pantaloncini, almeno su un’altra decina in giacca e cravatta e poi su una miriade di individui nudi nella loro fede opposta ma sempre sportivamente pronti a confrontarsi. Lo fanno da un secolo, lo fanno da sempre e con il massimo rispetto, perché al di là della rivalità si può aver vissuto una storia simile, fatta di cicli alternati di grandi vittorie e grandi sconfitte, capitani indimenticabili e presidenti ambiziosi, allenatori e giocatori vincenti o mediocri. E se è vero che il calcio va avanti proprio a cicli, probabilmente è vero anche che per il momento Inter e Milan sono lontani dall’aprirne uno; ma la loro forza sta nella consapevolezza di potersi riscoprire grandi ogni volta, nella speranza di potersi ritrovare prima o poi a utilizzare quel termometro per avere la conferma che la posta in palio non è sempre ciò che conta di più. Oggi è il giorno della febbre da derby, amici, è il giorno di una città intera, è il giorno del calcio che sa regalare ancora emozioni vere: è Milan-Inter.

LA STORIA – La storia di questa partita, con in casa i rossoneri, inizia il 10 gennaio del 1909 con un 3-2 in favore del Milan. 106 sono le gare disputate tra Serie A, Coppa Italia, Supercoppa e Champions League e ad oggi il bilancio è in perfetta parità: 39 vittorie per l’Inter, 39 per i padroni di casa e 28 pareggi, con ben 283 reti realizzate ed equamente distribuite. Tantissime le sfide memorabili: dal 1913 al 1938 il Biscione non ha mai perso, ma di quelle partite non abbiamo troppa memoria; si ricordano invece lo 0-4 dell’agosto 2009, con cui Milito e compagni iniziarono a percorrere la strada verso la gloria, il 3-4 di otto anni fa targato Ibrahimovic-Materazzi, ma anche il funesto 5-0 in favore del Milan nella Coppa Italia del 1998 e lo 0-3 (doppietta di Simeone e gol in pallonetto volante di Ronaldo) dello stesso anno. Due curiosità: la prima è che in un’altra occasione il derby si giocò il 23 novembre (era il 2002) e terminò con la vittoria dei rossoneri grazie a un gol di Serginho; la seconda è che nel 2003 e nel 2005 il derby è andato in onda, con esiti non felici per i colori nerazzurri, anche in versione europea, rispettivamente per le semifinali e per i quarti di finale della Champions League.

IL PRESENTE – Per la prima volta dopo tanto tempo Milan-Inter si giocherà in un’aura novità. Dopo la fine del ciclo Allegri e della parentesi di Seedorf, è iniziata l’era Inzaghi: SuperPippo ha entusiasmo e una squadra con qualche ottimo elemento, ma probabilmente il vero Milan, o quello che lui si aspetta di vedere, deve ancora venir fuori. Ancora più forte è la ventata che arriva da Appiano Gentile: una settimana fa Mazzarri è stato coraggiosamente (in merito al suo ingaggio) esonerato da Thohir per far posto al gradito ritorno di Mancini. E il cambio in panchina, ovviamente, corrisponde anche ad un cambio in campo, tanto di modulo quanto, speriamo, di atteggiamento. Una delle pecche dell’ultima Inter del tecnico livornese, infatti, è stata la scarsa capacità di avere l’approccio giusto al match: squadra spesso molle in partenza, attendista e mai in grado di sembrare superiore all’avversario. Per arrivare a dominare ci vorrà tempo, ma a partire da domani ci si aspetta quanto meno che non ci siano troppi cali di tensione e maggiore convinzione nelle giocate e nei movimenti.

LE FORMAZIONI – In termini pratici il nuovo che avanza in casa nerazzurra è rappresentato dal modulo: Mancini opterà per un 4-3-1-2 e, quindi, per una difesa a quattro che manca dai tempi di Ranieri. A comporla, davanti ad Handanovic, ci saranno Ranocchia e Juan Jesus come centrali (con Vidic probabile panchinaro) e Nagatomo e Dodò sulle fasce. A centrocampo, vista la squalifica di Medel, M’Vila sembrava favorito fino a ieri nella posizione di mediano, ma il Mancio ha stravolto le sue idee iniziali: se il Milan schiererà un centrocampo dinamico con Bonaventura e Muntari avanzati, la staticità del francese, abbinata alla non eccessiva brillantezza di chi lo affiancherà, potrebbe costar caro; dunque dentro Obi al centrosinistra con Guarin sul centrodestra e Kuzmanovic spostato in mezzo. Dietro le punte Icardi e Palacio, toccherà a Kovacic (Hernanes è tra i convocati ma andrà in panchina). Inzaghi, come detto, punterà sulla solita squadra tutta scatti e rapidità, soprattutto dal centrocampo in sù: Diego Lopez sarà difeso da un’inedita difesa con Rami e De Sciglio terzini (Abate non ce la fa e lo coprirà l’ex Valencia) e Zapata e Mexes centrali; a centrocampo spazio a Essien davanti alla difesa e a Bonaventura e Muntari a suggerire per le punte; in avanti fuori Honda per far spazio a El Shaarawy, Torres e Menez.

L’OCCHIO TATTICO – Essendo la prima partita dell’Inter di Mancini ci riesce difficile immaginare un nuovo leitmotiv tattico che vada al di là del rinnovato modulo, ma possiamo provare a ipotizzare le difficoltà a cui andranno incontro Ranocchia e compagni. In primo luogo, pur per l’emergenza che ha colpito il reparto, la scelta di affidare contemporaneamente le fasce a due terzini più efficaci in fase offensiva che in fase difensiva potrebbe offrire agli avversari la possibilità di esprimersi al meglio in contropiede e in velocità: contro Menez ed El Shaarawy sarà dunque necessaria una grande disciplina tattica. In secondo luogo, dato il dinamismo e la fisicità delle due mezzali rossonere, sarebbe stato un rischio schierare il lentissimo M’Vila con compiti sia di interdizione che di costruzione: decisamente più saggia la decisione del tecnico di dividerli tra Obi, Guarin e Kuzmanovic. In ultima analisi, pur andando contro la tendenza degli ultimi anni del calcio europeo, Mancini opterà per un trequartista puro dietro due punte: il prescelto per oggi, e pare anche per il futuro, è Mateo Kovacic, che finalmente potrà mettere in mostra le sue qualità di dribbling e visione di gioco più vicino alle punte e al portiere avversario. E sappiamo bene che, quando si parla del croato, c’è una proporzionalità inversa tra i metri che lo separano dalla porta e la capacità di essere decisivo. Gli ingredienti per un gran match ci sono tutti: appuntamento alle 20.45 a San Siro!

di Gianluigi Valente

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