19 Novembre 2019

Pizzul: “San Siro? Farei di tutto per farlo restare lì, è un monumento. Con Moratti e Berlusconi…”

Lo storico telecronista rivive alcuni ricordi del Meazza

Storico giornalista italiano e voce che per diversi anni ha accompagnato le imprese della Nazionale Italiana di calcio, Bruno Pizzul questa mattina è stato intervistato sulle pagine di Tuttosport per parlare di un tema a lui molto caro. Si tratta di San Siro, stadio al centro del dibattito pubblico per via dei progetti di Inter e Milan che, per la costruzione di un nuovo e moderno impianto nella medesima area, vorrebbero demolire. Come prevedibile, Pizzul si è detto contrario alla scomparsa del Meazza, invitando due club a trovare altre soluzioni. Le sue dichiarazioni:

Lei commentò la prima partita di Italia ’90, a San Siro tra l’Argentina e il Camerun…
“Indimenticabile quel giorno, per chiunque faccia questo lavoro. La prima di un Mondiale, in uno stadio costruito per il grande calcio, pieno, colorato, pieno di tifo sano. Una grande festa in uno stadio che tutti ci invidiano ancora oggi. Ormai ne sono rimasti pochi impianti così e chi viene a Milano viene a visitare anche lo stadio, non può farne a meno”.

Quale è la sua idea sulla possibilità di abbattere San Siro per costruire un nuovo stadio più moderno e funzionale?
“Io farei di tutto per farlo restare lì, Stiamo parlando di un monumento, di uno stadio nato per il calcio dove si vede benissimo la partita. Non sono nostalgico di un calcio che non c’è più ma mi sorprende sentire parlare di stadi funzionali, costruiti per le famiglie, per l’aggregazione. E’ un modo per aumentare gli introiti. Perché non c’è bisogno di un centro commerciale per creare l’aggregazione, c’è la partita. Forse bisognerebbe aumentare lo spettacolo in campo…”.

Non è l’unico che vive di ricordi…
“Il fatto che ci sia un movimento forte che sia contro la demolizione mi fa buon sperare. C’è paura di una nuova colata di cemento sulla città, di perdere del verde e magari anche l’area dell’Ippodromo che viene sempre messa in discussione. Credo che chi abita a Milano, chi vive la città tutti i giorni abbia più di un dubbio su questo progetto…”.

San Siro vale il Duomo?
“Se vogliamo giocare con il sacro e profano certamente si. In fondo anche nel calcio c’è sempre stato un qualcosa di mistico, una certa sacralità che va rispettata. Chi butterebbe giù uno dei simboli di Milano?

San Siro come stadio della Nazionale?
“Potrebbe essere, sarebbe una bella idea ma non credo che Roma sarebbe d’accordo a rinunciare alla sua centralità. Comunque si potrebbe pensare di costruire lo stadio come è già stato detto in un’altra area, da riqualificare lasciando intatto la storia”.

Se oggi al posto di una proprietà cinese in grande espansione di un Fondo americano ci fossero ancora Moratti e Berlusconi?
“Di sicuro le due proprietà di oggi non aiutano. Mancano giocatori bandiera come mancano presidenti bandiera. Manca la passione, c’è una certa disaffezione a certi valori, ai ricordi. Con Massimo Moratti e Silvio Berlusconi credo che non sarebbe successo. Non si sarebbe mai messo in discussione l’esistenza di San Siro. Credo che avrebbero avuto buon senso e cercato altre soluzioni perché in gioco c’è l’identità, la storia di una città e di due squadre che rappresentano il mondo…”.

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