14 Maggio 2014

FOCUS – “Papà, voglio diventare anche io Javier Zanetti!”

Zanetti Inter : un dialogo tra padre e figlio sul Capitano

Immaginiamo una scena del genere, forse capitata già in molte case, sicuramente suggestiva e ricca di significati, dove un figlio si interroga sul perchè il proprio padre sia commosso davanti al proprio Capitano che dà l’addio al calcio, che poi il capitano sia Javier Zanetti non è un caso.

FIGLIO – “Papaà, papà, perché piangi davanti ad una partita di pallone?”

PAPA’ – “Figliolo, vedi quel giocatore col numero 4? Si chiama Javier Zanetti, è il Capitano dell’Inter ed oggi lascia l’Inter e il calcio”

FIGLIO –  “Papà ma ci sono così tanti giocatori in campo, di una squadra e dell’altra, con la maglietta nerazzurra ce ne sono altri dieci come a lui in campo, perché piangere proprio per lui?”

PAPA’ – “Vedi figliolo, quel giocatore che ha il numero 4 e che non ha un capello fuori posto ha sollevato tutti gli ultimi trofei che papà ha potuto vedere, era lui quello che aveva in mano la Champions League, una delle coppe più importanti, tu avevi appena tre anni ma sai come ti ho spupazzato quella sera, quanto ero felice? ed era felice pure lui quando alzava al cielo quella coppa sai, aveva gli occhi di un bambino a cui hanno appena dato il giocattolo che aspettava da tanto tempo?”

FIGLIO – “Come il videogioco che mi hai regalato l’altro giorno?Ma perché lui era così felice per una coppa, mi sembra uguale a tutte le altre?”

PAPA’ – “Vedi, quel giorno Zanetti, il nostro Capitano, è stato ripagato di tutti i sacrifici che ha fatto, di tutte le sconfitte subite negli anni precedenti, di tutte le ingiustizie che ci sono state in passato, quel giorno noi tutti  tifosi dell’Inter abbiamo finalmente avuto ciò che ci meritiamo”.

FIGLIO – “Ma papà, se l’Inter perdeva tanto prima di questa Coppa, perché lui è rimasto e non se ne è andato?io non starei mai in una squadra che perde sempre? “

PAPA’ – “Eh già, proprio qua sta la differenza con molti altri giocatori che pensano alle vittorie e ai soldi, sai figliolo, lui perdeva, si dispiaceva e magari piangeva come sto facendo io, ma dopo non scappava e se ne andava, ma si rimboccava le maniche e ripartiva più forte di prima?pensa che una volta ha anche rifiutato il Real Madrid, una delle squadre più forti del mondo”

FIGLIO – “Ma papà, che cosa ha di speciale questo Zanetti che lo voleva questo Real Madrid?”

PAPA’ – “La risposta ce l’hai qui, guarda la televisione, lo vedi come corre, vedi come semina gli avversari, pensa che ha 40 anni come il tuo papà?io faccio fatica a spostarmi dal divano alla poltrona lui guarda come corre, ti farò vedere qualche cassetta di come correva a 20 anni, anche quando non vinceva. Il calcio è fatto di valori, fatica e attaccamento alla maglia e Zanetti figliolo mio quella sua maglietta la ama come la sua famiglia”.

FIGLIO – “Ma papà, se va così veloce ancora, perché si sta ritirando?”

PAPA’ – “Bella domanda figliolo, sai, a volte ancora me lo chiedo anche io, ma i grandi campioni si fermano quando sentono che è il momento giusto, smettono quando sono ancora grandi.

FIGLIO – “Sai papà, finora il calcio non mi è poi piaciuto tanto, vedo alla televisione tante cose brutte tra i tifosi, vedo che si danno tante botte e non capisco perché visto che è un gioco, ora che mi hai parlato di questo Zanetti però, ho capito che ci sono tante cose belle e tanti giocatori da seguire?peccato che si sta ritirando..proprio ora che avrei voluto vederlo?”

PAPA’ – “Bravo figliolo, capisci perché piango? Il nostro Capitano è uno dei pochi esempi per il nostro calcio, fedele, onesto, corretto con gli avversari, semmai dovesse piacerti il calcio e volessi cominciare a giocarci, vorrei che ti comportassi come lui?vedrai che dopo le cassette ti piacerà ancor di più. E poi non preoccuparti sai, lo vedrai ancora, sarà Vicepresidente dell’Inter…” FIGLIO – “Che bello papà, cominciamo a vedere questi filmati allora? Voglio diventare anche io Javier Zanetti!”