27 Dicembre 2020

Ibrahimovic: “All’Inter tre anni molto belli. Il Fenomeno è il mio idolo. Maicon è diventato forte in nerazzurro”

Le parole dell'attaccante del Milan sui compagni incontrati nel corso degli anni, anche all'Inter

Zlatan Ibrahimovic, Getty Images

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Zlatan Ibrahimovic, attaccante del Milan, è stato intervistato da SportWeek come uomo dell’anno 2020. L’attaccante rossonero ha riportato il Milan in vetta alla classifica, nonostante abbia preso il Covid-19 e sia stato fermo per un po’ di tempo a causa di un infortunio. Nel corso dell’intervista si è soffermato anche sui suoi compagni, quelli incontrati nel corso degli anni, compresi quelli all’Inter, in una top 11 di tutto rispetto.

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Zlatan Ibrahimovic, Getty Images

Queste le sue parole: “Ne scelgo undici per grandezza o per affetto. Quelli che mi hanno dato qualcosa. Ibra Ibra Ibra… No, faccio il serio: in porta c’è Buffon. Il più forte. Alla Juve abbiamo passato bei tempi. Quella era una squadra speciale, il mio primo top club. Tutti erano… come me con questi giovani del Milan (che… vedremo se in futuro parleranno di me!). Avevano tanto da insegnare, erano un esempio. Maxwell terzino sinistro, è mio amico. Poi se mettiamo animali, Nesta e Cannavaro centrali: quante risate con Fabio, mi portava a Napoli in scooter, era matto… ma io di più. Io ero giovane non avevo esperienza, Cannavaro e Thuram ne avevano troppa… Sarebbe bello giocare con loro oggi, ora sarebbe diverso“.

Terzino destro, Maicon: quando è arrivato non era considerato così forte come è diventato poi all’Inter: tre anni molto belli. Poi Nedved numero uno, lui mi ha migliorato più di tutti, di testa e nel mio gioco. Quando ho visto lui ho capito che quello che stavo facendo non bastava, dovevo fare di più. Nedved è una macchina di lavoro: lavorava prima durante e dopo l’allenamento. Fuori di testa. Poi Vieira e Xavi. Quel Barcellona era una squadra di fenomeni: primi sei mesi top, poi per colpa dell’allenatore io non stavo bene… Posso mettere gente con cui non ho giocato? Forse terzino destro metto Cafu, più cattivo. L’attacco è facile: Zidane trequartista, quando entrava in campo lui faceva diventare tutti gli altri Zidane. Ronaldo il Fenomeno, il mio idolo. E Maradona, perché è il più forte di tutti i tempi. Sì, lui era più forte anche di me. Io questa volta sono allenatore, e un giorno chissà se lo sarò davvero“.

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