23 Marzo 2022

Rivoluzione Fair Play Finanziario: cosa succede ora all’Inter?

Ecco cosa succederà nei prossimi anni al club nerazzurro

Steven Zhang (@Getty Images)

Steven Zhang

Il nuovo Fair Play Finanziario anticipato dal New York Times preannuncia periodi difficili per diversi club, oltre che un vero e proprio terremoto. Le misure infatti, nonostante le difficoltà dovute alla pandemia, verranno ulteriormente irrigidite.

In soldoni il FPF viene accantonato: niente più Break Even (ovvero pareggio di bilancio), ma si cercherà di mantenere un certo equilibrio tra costi e ricavi. I club infatti, tra cartellini, ammortamenti, ingaggi e commissioni, potranno spendere solo il 70% di quanto effettivamente guadagnato. In poche parole, più guadagni e più puoi spendere. Altrimenti… ti tocca guardare gli altri vincere. Il Manchester City, ad esempio, può già sorridere, mentre il PSG dovrà lavorare sodo per rientrare nei parametri. Ci sarà tempo per adeguarsi alle nuove regole. Il tetto del 70% infatti verrà introdotto tra 3 stagioni, mentre fino ad allora toccherà il 90%, con la possibilità di sforamento di 10 milioni al massimo.

Nuovo FPF: la situazione dell’Inter

Ma, in mezzo a tutti questi cambiamenti, come si colloca l’Inter? Per ora, inaspettatamente bene. Certo, ci sarà molto da fare per ridurre le spese ed aumentare i ricavi (ecco perché il discorso stadio di proprietà diventa più cruciale che mai) ma al momento i nerazzurri sono in linea di galleggiamento. La scorsa stagione infatti il club rientrava nel limite del 90%, assestandosi all’88,6% con costi pari a 330,1 e ricavi pari a 372,4 milioni. I nerazzurri, almeno in partenza, potranno dormire sonni tranquilli (a differenza della Juventus, in enorme difficoltà sotto questo aspetto), ma probabilmente si prospettano anni a tirare la cinghia per fare quadrare i conti e rientrare nei parametri.

Ceferin UEFA

Aleksander Ceferin (@Getty Images).

Cosa comporteranno queste nuove strategie? Probabilmente i club cercheranno nuovi escamotage, incrementando e gonfiando ulteriormente le plusvalenze. Vien da sé che, se non si riuscirà a diminuire le spese, si cercherà di migliorare i ricavi a tutti i costi. Quindi, se non si metterà un freno a questo fenomeno, la situazione potrebbe solamente peggiorare, con giocatori di livello dilettantistico venduti (o meglio, valutati) a decine di milioni di euro per far quadrare i conti.

Chi di dovere forse non ha capito che a fallire non è stato il Fair Play Finanziario, ma la sua applicazione: qualsiasi misura contenitiva diventa inutile se si usano due pesi e due misure. Anche questo provvedimento, se usato ad personam, non risolverà nulla, anzi: andrà ad aumentare ulteriormente il gap già enorme tra i ricchissimi e tutti gli altri.