Troppi infortuni, l’ex promessa nerazzurra dice addio al calcio a soli 26 anni
A soli 26 anni, Zinho Vanheusden ha annunciato il suo ritiro dal calcio professionistico. Una notizia dolorosa, ma purtroppo non sorprendente per chi ne ha seguito la carriera: il difensore belga, ex promessa dell’Inter, ha dovuto arrendersi dopo il terzo grave infortunio al legamento crociato.
La decisione è arrivata attraverso un lungo messaggio sui social, carico di emozioni e di resa — quella resa che ogni calciatore teme, soprattutto a un’età in cui molti sono nel pieno della maturità sportiva. “Il mio corpo dice che è abbastanza”, ha scritto Vanheusden, raccontando anni di ricadute, operazioni, iniezioni e tentativi disperati di tornare ai livelli che il suo talento gli aveva promesso.
Dal sogno nerazzurro al calvario
Vanheusden era sbarcato all’Inter giovanissimo, considerato uno dei prospetti difensivi più interessanti d’Europa. Fisico, personalità, leadership: a 18 anni aveva già esordito in prima squadra sotto la gestione Spalletti. Ma il destino gli ha presentato subito il conto: rottura del crociato nel 2017, una ferita che ha segnato il resto della sua carriera.
Nonostante il rientro e alcune stagioni convincenti in Belgio, il ginocchio ha continuato a tradirlo. Prima una seconda rottura, poi un terzo infortunio devastante negli ultimi mesi. Un ciclo infinito tra operazioni, riabilitazione e nuove speranze infrante.
“Ho giocato troppo spesso con il dolore”
Nel suo comunicato, Vanheusden ha parlato senza filtri del lato più crudele del calcio. Ha confessato di aver disputato molte partite “con troppo dolore”, di aver vissuto intere settimane nell’incertezza di come avrebbe reagito il suo corpo il giorno successivo agli allenamenti.
Ha provato, riprovato, insistito. Ma ogni ritorno era più difficile del precedente. “Continuavo a lottare per essere il giocatore che volevo essere, ma ogni volta c’era un nuovo combattimento”, ha spiegato.
Una carriera mai davvero iniziata
Di Zinho Vanheusden resterà il rimpianto di una carriera che aveva tutte le carte in regola per diventare importante. L’Inter aveva intuito il potenziale, il Standard Liegi lo aveva coccolato come un simbolo, la nazionale belga lo aveva accolto tra i suoi giovani più promettenti.
Eppure tutto è rimasto sospeso, incompiuto. Non per mancanza di qualità, ma per colpa di un ginocchio che non gli ha mai permesso di essere davvero ciò che il talento prometteva.
Ora una nuova vita: “Voglio vivere senza dolore”
Nel suo addio, Vanheusden ha citato una nuova motivazione che supera qualsiasi rimpianto sportivo: la famiglia. “Voglio poter giocare con mio figlio e godermi la vita senza dolore”, ha scritto.
Un desiderio semplice, umano, che arriva dopo anni di battaglie silenziose.
Il calcio perde un talento mai sbocciato del tutto. Zinho Vanheusden, invece, ritrova finalmente sé stesso — lontano dai campi, ma più vicino a una vita serena.