13 Febbraio 2020

CHE FINE HA FATTO – Burdisso, dall’ovazione di San Siro alla fascia di capitano rossoblù

75° appuntamento con la rubrica settimanale di Passioneinter.com

“Che fine ha fatto” è la rubrica settimanale di Passioneinter.com che tratterà i vari giocatori transitati in nerazzurro che sono poi finiti nel dimenticatoio, raccontando come è proseguita la loro carriera una volta andati via dall’Inter.

Oggi è il turno di Nicolas Burdisso, il difensore argentino arrivato dal Boca Juniors nell’estate del 2004.

Burdisso fa il suo esordio in campionato con l’Inter il 22 settembre 2004 a Bergamo, nella gara vinta 2-3 contro l’Atalanta, in cui gioca tutti i 90 minuti. Dopo i primi 6 mesi nerazzurri in cui vede il campo con il contagocce, nel marzo del 2005 una grave malattia della figlia lo costringe ad abbandonare la squadra fino al termine della stagione e l’inizio di quella successiva. In questi momenti bui per il calciatore il presidente Massimo Moratti compie un altro gran gesto da signore: l’argentino dà la sua disponibilità per la rescissione consensuale del contratto, ma il presidente nerazzurro gli concede di andare dalla figlia senza condizioni, tenendosi anzi a stretto contatto con lui. Al suo ritorno in campo, avvenuto il 16 ottobre 2005 contro il Livorno, viene accolto dall’ovazione del pubblico nerazzurro.  La svolta nel suo quadriennio interista avviene il 2 dicembre 2006, quando si rende protagonista di una sontuosa prestazione contro il Siena, in cui sigla anche un gol che contribuisce al 2-0 finale. Da quel momento il tecnico Roberto Mancini inizia a dare più fiducia al centrale argentino, che inizia a giocare da titolare e con più continuità, contribuendo alla conquista dei due scudetti successivi. Con l’arrivo di Josè Mourinho in panchina, il difensore argentino finisce in panchina, e disputa un’ultima stagione da comprimario prima di essere ceduto alla Roma nell’estate del 2009. Lascia l’Inter dopo 139 partite complessive disputate e 8 reti segnati, con 4 Scudetti, 3 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane conquistate.

ROMA – L’impatto di Burdisso con l’ambiente Roma è positivo: diviene sin dall’inizio titolare inamovibile per Spalletti, mantenendo ben salda la sua posizione anche con l’esonero del tecnico di Certaldo e il conseguente arrivo di Claudio Ranieri. Alla prima stagione in giallorosso è tra i protagonisti del testa a testa in campionato proprio contro la sua ex squadra, l’Inter di Mourinho, che all’ultima giornata porta il trofeo a casa grazie alla vittoria contro il Siena, nel magico anno del Triplete. Perno fisso della retroguardia giallorossa, nel novembre del 2011 subisce un brutto infortunio al ginocchio in Nazionale con la sua Argentina, terminando anzitempo la stagione. Con l’arrivo in panchina di Rudi Garcia nell’estate del 2013 Burdisso viene relegato in panchina dal tecnico francese, e viene ceduto al Genoa nella finestra di mercato invernale di calciomercato.

GENOA, TORINO E RITIRO – Nonostante un inizio di stagione di certo non dei migliori con la Roma, con il Genoa Burdisso si riscatta sin da subito, mostrando subito le sue doti da leader, che vengono premiate l’anno successivo con l’assegnazione della fascia da capitano del club ligure. Nonostante l’età avanzata, il difensore argentino disputa tre stagioni ad alti livelli con il Genoa, giocando quasi tutte le partite, espulsioni permettendo. Nella gara del 5 marzo 2017 contro l’Empoli, all’ultima stagione con la maglia dei rossoblù, festeggia le 100 presenze con la maglia del Grifone. Disputa poi un’ultima stagione con il Torino di Walter Mazzarri prima di appendere definitivamente le scarpette al chiodo. Dopo sei mesi dal suo ritiro, viene annunciato come nuovo direttore sportivo del Boca Juniors, club in cui ha mosso i primi passi da giocatore, ruolo che ha ricoperto fino a due mesi fa.

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