18 Novembre 2018

Mercato di gennaio, l’occasione da non perdere. Cosa manca all’Inter? Rafinha docet…

Il mercato di gennaio si avvicina e in casa nerazzurra si iniziano a studiare le strategie in vista della campagna acquisti invernale. Ma cosa serve realmente alla squadra di Spalletti?

L’Inter si prepara a vivere il periodo della verità, quello che nella passata stagione è coinciso con una lunga crisi che ha messo a serio rischio la qualificazione in Champions League. Questa nuova Inter sembra aver compiuto un salto di qualità dal punto di vista della personalità e, dunque, anche una pesante sconfitta come quella rimediata a Bergamo contro l’Atalanta può essere vissuta come un incidente di percorso dal quale ci si deve assolutamente rialzare.

Quando si entra nelle ultime settimane dell’anno solare si avvicina il Natale e, in tema di regali, si avvicina anche la sessione invernale di calciomercato. Quest’anno, a differenza delle passate stagioni, la finestra per le operazioni sarà ridotta a soli 15 giorni, dal 3 al 18 gennaio.

L’esperienza della passata stagione

Lo scorso anno Spalletti ed i tifosi guardavano a questo periodo con lo stesso desiderio con il quale chi si trova sperduto in un deserto guarda ad un’oasi. La rosa, infatti, aveva l’assoluta necessità di essere integrata con qualche tassello e lo stesso Spalletti non faceva nulla per nascondere l’esigenza di vedere volti nuovi ad Appiano Gentile. Dopo il pareggio siglato da Simeone in extremis – il 5 gennaio – con l’Inter che pareggia 1-1 al Franchi, costretta a schierare Santon centrale di difesa per mancanza di alternative, il tecnico di Certaldo si lascia andare ad uno sfogo davanti alle telecamere: “È sotto gli occhi di tutti che manca un centrale. Diciamo sempre la stessa cosa da inizio campionato. Il mercato non abbiamo potuto farlo per i problemi che sono venuti fuori. Mi continuate a chiedere se manca un centrale: anche mia mamma che è a casa e ha 80 anni ha capito che mi serve un centrale”.

Lisandro Lopez

Alla fine il monito dell’allenatore viene ascoltato dalla dirigenza e nel giro di pochi giorni nella Milano nerazzurra è arrivato quel centrale tanto richiesto: vale a dire Lisandro Lopez, in prestito con diritto di riscatto dal Benfica. Il mercato del club di Corso Vittorio Emanuele, però, non si è fermato al difensore argentino, con la dirigenza nerazzurra – in quel momento formata da Sabatini al fianco di Ausilio – che ha prelevato, sempre con la formula del prestito con diritto di riscatto, Rafinha dal Barcellona. Il vero tormentone in quella fase, però, è stato Javier Pastore: per diversi giorni, infatti, l’Inter sembrava sul punto di chiudere la trattativa con il PSG, ma alla fine l’operazione è saltata ed il Flaco è rimasto a Parigi. Come accaduto due estati fa, dunque, anche nel gennaio scorso i tifosi della Beneamata hanno avuto una grossa delusione in sede di campagna acquisti, con un contraccolpo dal punto di vista dell’entusiasmo generale dell’ambiente. Alla fine, alla prova del campo, l’acquisto di Rafinha si è rivelato più importante di quanto si potesse immaginare: il calciatore brasiliano, infatti, arrivava da una lunga assenza dai campi da gioco e, dunque, in pochi pensavano che potesse avere un impatto importante sul calcio italiano. In realtà, dopo una fase di ambientamento, Rafinha è diventato un pilastro dell’Inter di Spalletti ed è stato fondamentale per centrare il quarto posto.

L’esperienza dello scorso anno, quindi, può rivelarsi molto importante anche nell’ottica della campagna acquisti che l’Inter si prepara a vivere tra un mese e mezzo. Spesso e volentieri, infatti, la sessione invernale di calciomercato può rappresentare un crocevia importante sulle stagioni delle squadre che sfruttano la finestra di gennaio per rinforzarsi: anche un singolo tassello, inserito con intelligenza in un mosaico che funziona, può portare benefici che alla lunga si rivelano decisivi.

Cosa manca oggi all’Inter?

La vera domanda che ci si pone in questo momento nell’ambiente nerazzurro, però, è la seguente: cosa serve realmente alla squadra di Spalletti? Probabilmente non si tratta del quesito giusto o, per meglio dire, non è la migliore da porsi alla vigilia del mercato di riparazione. In realtà all’Inter servirebbero almeno due innesti importanti per compiere un salto di qualità deciso: vale a dire un grande centrocampista da far giocare vicino a Brozovic ed un/una grande esterno/seconda punta. Sono questi i due tasselli che mancano da diverse stagioni e sono questi i due identikit che Piero Ausilio sarà chiamato a ricercare in estate. Ecco, avete letto bene, “da ricercare in estate”: l’Inter, infatti, ha la necessità di acquistare due grandi calciatori in quel ruolo e, di conseguenza, dovrà realizzare due grandi investimenti. Tutto ciò non può di certo avvenire a gennaio per due motivi: il primo è che il club di Corso Vittorio Emanuele è ancora alle prese con i famosi paletti imposti dal Fair Play Finanziario e, in tal senso, fino a giugno i margini d’azione saranno piuttosto limitati. Il secondo motivo è rappresentato dal fatto che il mercato di gennaio non è una sessione nella quale è semplice realizzare grandi colpi e, nel caso in cui ciò accada, il prezzo da pagare è sempre molto salato. Dunque, ciò che è ragionevole chiedere all’Inter a gennaio è di muoversi con intelligenza sul mercato, sfruttando le occasioni che si potranno creare.

Scartata l’ipotesi dei grandi colpi da realizzare per compiere il salto di qualità decisivo, resta la possibilità di completare la rosa, dando a Spalletti delle alternative in più. In tal senso, il reparto che necessiterebbe di un intervento è il centrocampo, magari inserendo un calciatore duttile che possa ricoprire sia il ruolo di mediano accanto a Brozovic, sia quello di vice Nainggolan. Oppure, in alternativa, un calciatore che abbia esclusivamente le caratteristiche del trequartista, in modo da abbassare il belga qualche metro più indietro. Insomma, l’identikit sembra essere piuttosto chiaro, ma servirà lavorare con la forza delle idee, piuttosto che con quella del portafoglio. Ad Ausilio si chiede di portare a Milano un calciatore in stile Rafinha, gli si chiede di cogliere un’occasione low-cost che potrebbe fornirci l’apporto dato dal brasiliano lo scorso anno. A meno che, questo calciatore non provenga proprio da Barcellona: d’altronde si sa, è sempre preferibile diffidare dalle imitazioni. Se possibile, preferiremmo l’originale…

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