28 Agosto 2021

“Tucu, entra e spacca”, missione compiuta: l’Inter ha un nuovo eroe

Inizio da favola per Correa

Joaquin Correa (@Getty Images)

Sei tocchi di palla e meno di 15 minuti. Tanto è servito a Joaquin Correa. Sei tocchi di palla leggeri, in punta di piedi, da ballerino di tango che finge disinvolto di prendere le misure. Fino all’irrompere violento della musica, della festa. Perché se l’Inter esce da Verona con i 3 punti, il merito è proprio dell’ultimo arrivato.

Nemmeno il tempo di disfare le valige e Il Tucu si prende già le copertine. Un esordio da favola, simile per certi versi a quello di Pazzini un decennio fa. L’ex Lazio, con mezzo allenamento con i compagni nelle gambe, si fa trovare pronto ed esegue alla perfezione quello che gli chiede il suo mentore quando sta per entrare in campo: “Tucu, entra e spacca”. Detto, fatto. Correa sognava questo momento, voleva far vedere a tutti cosa può realmente fare con le giuste motivazioni. E lo ha dimostrato.

Joaquin Correa (@Getty Images)

Una doppietta da attaccante di razza in cui c’è tutto: fisicità, precisione, rapidità, tecnica. Il primo è un’incornata di rara bellezza, alla Crespo, a sovrastare il marcatore e battere imparabilmente alle spalle di Montipò. Una novità nel suo repertorio, nonostante il quasi metro e 90 di altezza. Il secondo invece è un mix di grazia e classe, con quella rapidissima girata per trovarsi di fronte all’area di rigore e battere di sinistro con una rasoiata imparabile all’angolino. Con lui l’Inter ha trovato un’arma in più e non solo dalla panchina: Correa può fare la differenza anche dal primo minuto, con i suoi passi di danza a ubriacare gli avversari.

Lo sapeva Il Tucu, lo sognava e se lo sentiva. Lo fa trasparire il suo sorriso sornione, il suo atteggiamento sicuro: era lì, tra le pieghe del tempo, che non aspettava altro che la sua occasione per colpire, per presentarsi al mondo. 20 minuti. Tanto gli è bastato per entrare nel cuore dei tifosi. Ora però bisognerà restarci. Ma per uno con i suoi mezzi, per uno che si è presentato così, per uno che, come dice il suo maestro Inzaghi “deve ancora far vedere al mondo di cosa sia davvero capace”, la missione pare tutt’altro che complicata.

Benvenuto Joaquin. Non male come presentazione.

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