26 Settembre 2019

ESCLUSIVA – Ferri: “Inter? Difesa di livello internazionale. Conte ha dato subito un’impronta. Sullo stadio…”

L'ex difensore ha rappresentato questa mattina il club nerazzurro per la presentazione dei due progetti

In esclusiva ai microfoni di Passioneinter.com l’ex difensore Riccardo Ferri ha commentato a caldo la vittoria dell’Inter nell’infrasettimanale di ieri sera sulla Lazio, e la presentazione dei due progetti in ballo per la costruzione del nuovo stadio alla quale è stato presente in rappresentanza del club nerazzurro. Storica bandiera del club interista, Ferri ha confermato le ottime impressioni sui tre difensori centrali nel nuovo sistema apportato da Conte. E, a proposito del tecnico, ha spiegato che per avere subito un’impronta di squadra e risultati importanti, l’Inter non poteva assolutamente trovare di meglio in panchina.

Andiamo a vedere la lunga chiacchierata realizzata con l’ex centrale di Inter e Sampdoria.

Partiamo da ieri sera. Se nel primo tempo l’Inter ha un po’ sofferto, nel secondo ha mostrato grande maturità. Ti aspettavi questa prestazione contro la Lazio?
“Era risaputo che ci sarebbero state tante ripartenze della Lazio. Qualche pericolo lo avevo messo in preventivo, la Lazio è molto fisica e riparte bene in verticale. L’assenza di Immobile è stata un vantaggio perché in coppia con Correa sarebbe stato diverso. Noi abbiamo fatto bene, dal punto di vista caratteriale abbiamo dimostrato di saper soffrire senza però abbassarci troppo, senza perdere le caratteristiche di questa squadra. Secondo me un passo in avanti, poi è vero che Handanovic è stato straordinario e decisivo. E’ pur vero che abbiamo avuto anche noi parecchie possibilità per raddoppiare e non ci siamo riusciti. Siamo due squadre che si assomigliano dal punto di vista caratteriale e fisico. La Lazio è più abituata, mentre noi siamo in fase di rodaggio. Abbiamo disputato una grande partita contro una squadra difficile. Sembra una cosa da poco, ma sapendo che la Juve aveva vinto ed era avanti in classifica poteva diventare già una pressione, ma l’abbiamo superata bene”.

Nel corso di Tiki Taka, in riferimento ai tre centrali dell’Inter, hai detto che in questo momento sono all’altezza di qualsiasi altra difesa in Europa. Ti aspettavi subito un livello così alto?
“La conoscenza dei tre ce l’avevo ben precisa nella mia testa. Metterli tutti insieme a volte nel calcio non è semplice. Qui invece siamo di fronte al numero perfetto. Tre centrali che si stanno adattando a giocando dei ruoli anche diversi dal passato, mi riferisco a Skriniar e Godin. De Vrij centrale si trova a suo agio e ieri sera è stato straordinario. I due esterni, Skriniar e Godin, sono due giocatori che nella costruzione del gioco spesso e volentieri devono scivolare sull’esterno ed iniziare il gioco con una prospettiva del calcio diversa rispetto a quella centrale. Hanno dimostrato grande duttilità, da questo punto di vista Conte ha giocatori molto duttili”.

Restando sui tre centrali, quello che forse sta rubando meno la scena sembra essere Skriniar. Tu che sei stato un grande difensore, come lo hai visto nelle nuove dinamiche difensive?
“C’è una squadra che ha una fisionomia diversa rispetto alla scorsa stagione. Prima andava in difficoltà all’inizio del gioco perché Brozovic veniva chiuso e dovevano essere i centrali ad impostare. Quest’anno ci sono situazioni di uscita palla al piede diverse. Non esce più solo Skriniar, ma anche gli altri due centrali, o i due esterni. Oltre a Brozovic, ci sono gli altri centrocampisti che spesso si abbassano. Quindi è meno richiesto nella costruzione del gioco. Ha avuto un po’ di difficoltà per quanto riguarda la condizione fisica. Lui come Godin, de Vrij, Lukaku, tutti questi giocatori strutturati, fa fatica ad entrare subito in forma. Probabilmente anche il cambiamento di preparazione ha portato uno svantaggio iniziale, che darà poi un vantaggio per il prosieguo. Tutto nella norma, anche ieri l’ho visto all’altezza nelle chiusure, nell’uno contro uno. Abbiamo tre difensori che sanno fare tutto. La nostra difesa, compresi i due quinti, son difficili da trovare a livello internazionale”.

Inter dunque ancora al comando con cinque vittorie su cinque partite. A livello mentale può reggere nel lungo periodo il confronto con la Juventus?
“Credo che in questo l’Inter non si deve porre degli obiettivi, per non porre degli alibi come dice Conte. E’ un boomerang cercare di individuare dopo 5 partite gli obiettivi e se l’Inter reggerà. Posso dire che adesso è sulla strada giusta, anche a livello di mentalità, con senso di appartenenza. Rivedo tutti questi valori, quando hai tutte queste componenti non puoi che fare una stagione da protagonista. Poi, come succede in Europa, anche in Italia ne vince una sola, dipende da altri fattori”.

Ti aspettavi un impatto così determinante da parte di Conte?
“C’era tanta aspettativa, curiosità e consapevolezza che si sarebbe calato nella parte in maniera totale, conoscendo Antonio. lavorando come un pazzo sul campo e fuori. Sapevo che era l’unico che poteva dare un’impronta in poco tempo, ma nessuno poteva ipotizzare cinque vittoria di fila in cinque partite. Mi auguro che le sorprese vengano ancora più avanti, anche nei momenti di difficoltà abbiamo un allenatore che sa gestire qualsiasi situazione. Come sa stemperare in questo momento, lo saprà fare anche quando qualcuno punterà il dito contro”.

Sabato pomeriggio c’è la Sampdoria, club che non sta vivendo un buonissimo periodo anche dal punto di vista societario. Pensi che l’Inter possa ricadere nell’errore già commesso con lo Slavia Praga, sottovalutando l’avversario e proiettando la mente già allo scontro Champions con il Barcellona?
“Conte e il suo staff conoscono benissimo i rischi della partita di Genova. Se si vuole fare un salto di qualità bisogna cercare di crescere in questo tipo di pensiero. Hai un organico che ti può permettere un turnover di qualità, la partita più importante è sempre quella che sta arrivando. Se si riescono a gestire le forze, senz’altro Conte adotterà qualche sostituzione per avere più forza in quella successiva. Ma non penso che preparando la partita di Genova farà calcoli in vista del Barcellona. La Sampdoria in questo momento è quella che è visibile. Come un pilota di Formula 1, l’obiettivo quando sei in corsa è quello di superare la vettura che hai davanti e non pensare alle altre che puoi trovare sul cammino”.

Stamattina sei stato tra i protagonisti della presentazione dei due nuovi progetti per lo stadio. Ti chiedo cosa ne pensi complessivamente e quale tra i due modelli preferisci?
“Preferisco rimanere super partes, perché penso sia giusto così, anche se un’idea me la son fatta. Parliamo di due progetti di altissima qualità. Sono certo che la cosa che i tifosi che hanno più a cuore sia il futuro delle due squadre di Milano. Ho avuto l’onore di rappresentare l’Inter nel mondo, così come Franco Baresi con il Milan che stamattina mi ha affiancato. So molto bene cosa rappresenta San Siro, l’emozione di un luogo unico, un tempio del calcio. Ma so che Milano è una città moderna, sempre aperta al progresso, questa è la sua forza. Credo che il dovere del club sia quello di pensare al futuro e alle nuove generazioni. Devono poter andare allo stadio in uno stadio moderno, poter sognare di vincere in Italia e nel mondo, in uno stadio come questo, pensando che sia in una zona come quella di San Siro, che va avanti da 100 anni. Io sono conservatore come carattere, ma bisogna pensare al dopo. I due progetti sono bellissimi. Vorrei augurare che i giovani possano ricevere le stesse emozioni che Inter e Milan hanno sempre regalato, questo sarebbe straordinario”.

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