17 Maggio 2018

Branca: “Orgoglioso dei miei 15 trofei all’Inter, ho portato Cambiasso a Milano a parametro zero”

L'ex dirigente nerazzurro ha parlato ai microfoni di Radio Olympia della sua esperienza ad Appiano Gentile

Ai microfoni di Radio Olympia, l’ex dirigente dell’Inter Marco Branca ha parlato della sua esperienza nerazzurra, tocca vari temi dal campionato fino alla vicenda De Vrij“In questo momento non sto facendo niente di particolare, se non dare una mano a chi me la chiede. Un lavoro di consulenza”.

CAMPIONATO – “Credo che sia stato un bel campionato che ha permesso di vivere ai tifosi con qualche patema d’animo  la sfida per lo Scudetto e per la lotta Champions. Ora siamo in momento in cui abbiamo perso grandi talenti, parlo degli italiani. La crisi economica non ha permesso alle grandi famiglie di fare degli investimenti importanti nel calcio. Si aspetta che venga fuori una generazione di giovani che possa fare bene, questa è la speranza. Noi siamo indietro nell’organizzazione del nostro calcio di almeno due decenni. Se non si prendono decisione drastiche a livello di organizzazione, di stadi privati, di accoglienza per le famiglie negli impianti restiamo indietro. Noi siamo indietro, ci sono degli stadi che sono vecchissimi”.

JUVE – “Se uno parla della Spagna si riferisce al Barcellona e al Real Madrid; mentre per l’Europa League ci si riferisce al Siviglia e all’Atletico Madrid. Ma bisogna guardare anche la qualità dei calciatori presenti in questi squadre. Ha fatto la differenza nell’Europa League il Siviglia. Le altre tre le considero realtà consolidate. A livello di realtà consolidate in Italia ad oggi c’è solo la Juventus. Le altre, salvo il Napoli, hanno dovuto fare delle cessioni. Se non si possono fare investimenti bisogna puntare sui nostri giovani facendoli allenare da maestri di qualità e vedere se maturano”.

GASPERINI – “Per quanta riguarda Gasperini ritengo che sia arrivato al momento sbagliato. Era un momento particolare della storia dell’Inter. Forse abbiamo più colpa noi, ma credo che quello che ha penalizzato il tecnico è stato il momento storico del club. Fare il ds non è difficile, è un mestiere come un altro bisogna avere il giusto tempismo, poi il tuo lavoro viene premiato dai risultati”.

ROMA E LAZIO – “Io credo che Tare abbia fatto un ottimo lavoro. Il fatto che abbia potuto concedere del tempo a qualche giocatore che era stato bollato gli è risultato facile perché si trova nella Lazio. A differenza di Juventus ed Inter in cui certi tempi sono ridotti. Monchi, ad esempio, per obblighi temporali ha dovuto vendere Salah, magari senza quell’obbligo l’egiziano non sarebbe stato venduto o ceduto a cifre più importanti. Ribadisco, per quello che riguarda i biancocelesti,che Tare e la Lazio hanno fatto un gran lavoro. Lo dimostrano i risultati. Nelle grandi società c’è meno tempo, però se c’è la tranquillità dal punto di vista economico e nessun paletto da rispettare a livello di bilancio si può decidere con calma”.

INTER – “Non rinnego nulla della mia esperienza nerazzurra. Sono orgoglioso di aver fatto un’esperienza che mi ha portato poi a vincere 15 titoli. Farei dei torti a qualcuno se evidenziassi alcuni elementi che possono essere stati un rimpianto. Il primo che ho preso è stato Cambiasso a parametro zero, dopo di lui ne sono venuti tantissimi. Ero certo delle capacità di Esteban, per il resto ha fatto tutto lui. Ho deciso di prenderlo e poi di concedergli il tempo necessario per integrarsi”.

LAZIO-INTER – “Non so che partita sarà, ma credo che non lo saprà nessuno fino a cinque minuti prima dell’inizio. Ci sono tante variabili a livello fisico e psicologico. È una sfida che vale tantissimo ed è l’ultima di campionato. Non credo si possa dire qualcosa”.

DE VRIJ – “Bisogna sapere meglio i fatti in merito a queste vicende, ho letto che la Lazio era stata contattata a marzo dall’Inter in merito alla vicenda de Vrij. Credo che a prescindere dal comportamento, scorretto oppure no, dipenderà dalla Lazio se farlo giocare o meno. Secondo me credo che vada considerata la tutela del calciatore, lui non può decidere niente. Sono cose che devono decidere il tecnico insieme alla società”.

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