11 Dicembre 2014

FOCUS – Quando i nodi vengono al pettine…

Inter-Udinese ha rappresentato per tutti i tifosi nerazzurri un brusco risveglio, ha tarpato le ali a quel minimo di entusiasmo che si respirava nelle ultime settimane, ci ha riportato ad una realtà che molti si aspettavano diversa da come invece appare. Nel pomeriggio l’Inter è stata impegnata in Europa League, nella sfida contro il Qarabag: partita terminata sullo 0-0. I 95′ di quest’oggi non hanno però allontanato dalla mente dei sostenitori della Beneamata quel che è accaduto domenica sera.

Campagna acquisti Inter 2014-2015

Inter-Udinese non era solamente la sfida tra Roberto Mancini ed il grande ex Andrea Stramaccioni, ma rappresentava molto di più. Si trattava infatti di un esame importante, forse il più importante dopo il ritorno del Mancio nella Milano nerazzurra. Ci si attendeva finalmente un salto di qualità, la squadra era chiamata a fornire una prova di maturità che è stata fallita senza appello e ci ha fatto sprofondare al dodicesimo posto in classifica. Va comunque sottolineato come la prima ora di gioco offerta dai nerazzurri fosse stata apprezzabile, forse la migliore performance stagionale da parte di Kovacic e compagni. Interpretare bene la gara solo per un’ora però, non basta e non è bastato. Come un fulmine a ciel sereno, dopo un buon inizio di secondo tempo, negli undici calciatori con la casacca nerazzurra si è spenta la luce. C’è stato un black-out totale che ha portato l’Udinese addirittura in vantaggio 2-1 al Meazza. La fragilità psicologica di questa Inter è evidente e probabilmente strutturale, dovuta all’assenza di veri e propri leader capaci di prendersi la squadra sulle spalle nei momenti di grande difficoltà.

Siamo ormai giunti in prossimità della sosta natalizia e dunque si può cominciare a tracciare un bilancio sul mercato che è stato e su quello che dovrà essere.

“L’arrivo di Hernanes rappresenta una sorta di ‘imprudenza’ economica, ma siamo certi che sarà ripagata dai risultati. Il brasiliano rappresenta anche un ritorno di immagine, quest’anno ci sono i Mondiali nel suo Paese e Thohir ritiene molto importante l’immagine del club” [Marco Fassone commenta l’arrivo di Hernanes 06/02/14]

Allo stato attuale si può tranquillamente sostenere come le due ultime campagne acquisti siano da considerarsi quasi fallimentari. Nello scorso gennaio a Milano erano arrivati Hernanes e D’Ambrosio, ai quali va aggiunto il tesseramento di Vidic che si sarebbe però aggregato ai nuovi compagni solo a partire da giugno. L’ex calciatore della Lazio rappresenta il manifesto degli errori commessi dalla società nell’ultimo anno. Il brasiliano è arrivato all’Inter per una cifra importante, superiore a quella che la Roma ha dovuto versare al Cagliari per assicurarsi Nainggolan, ma allo stato attuale non ha fornito quel contributo che tutti si aspettavano potesse dare alla squadra. Quando una società come l’Inter – in crisi dal punto di vista finanziario – investe quasi 20 milioni per un calciatore, lo fa perché ritiene che quel calciatore possa  fare la differenza; purtroppo però al momento i fatti raccontano una realtà diversa. Quell’investimento così oneroso infatti non ha dato i frutti sperati, tutt’altro, ed ora i conti del club sono in rosso sia sul rettangolo verde che dietro alle scrivanie. Lo stesso Danilo D’Ambrosio era stato letteralmente “strappato” alla concorrenza – molte big italiane erano sulle sue tracce – ma la sua esperienza nerazzurra finora può essere inserita nella categoria del “senza infamia e senza lode“. Diciamo che nel corso degli anni le corsie laterali di San Siro hanno conosciuto interpreti migliori. L’acquisto che dal punto di vista del marketing, ma anche dell’esperienza e della personalità, doveva apportare dei benefici rilevanti era sicuramente quello di Nemanja Vidic. Al momento però il difensore serbo non sembra essersi calato nella nuova realtà nerazzurra ed anzi, con l’arrivo di Roberto Mancini, non ha ancora avuto la possibilità di scendere in campo. La sessione estiva del calciomercato ha visto poi gli acquisti di Dodò, M’Vila, Medel e Osvaldo.

Chiaramente quando le disponibilità economiche sono limitate, le carte da scegliere nel mazzo chiamato “mercato” sono poche. Bisogna dunque cercare di piazzare delle scommesse vincenti. Se nelle intenzioni le scommesse effettuate da Piero Ausilio sembravano poter aver una logica, soprattutto considerando il rapporto qualità-prezzo, nei fatti si stanno rivelando quasi tutte perdenti. Dodò era stato acquistato per ricoprire il ruolo di esterno in un 3-5-2, mentre ora si ritrova a dover giocare terzino sinistro di una difesa a 4; ruolo nel quale aveva palesato evidenti limiti a Roma, gli stessi limiti che sta mostrando anche all’Inter. M’Vila è arrivato a Milano dopo due anni di “letargo” in Russia. La speranza di Ausilio era che il francese potesse tornare ad essere quel centrocampista ammirato con la maglia del Rennes. Al momento purtroppo i fatti non hanno dato ragione al nostro d.t., anche se in questo caso probabilmente ci sono ancora dei margini per sperare di poter ritornare ad avere il vero Yann M’Vila. L’acqusito di Gary Medel era stato accolto con grande entusiasmo da buona parte del tifo interista. Il calciatore ammirato ai Mondiali sembrava poter essere l’uomo giusto al posto giusto. Sfortunatamente in pochi hanno dato importanza al fatto che il guerriero cileno con la sua Nazionale gioca nel ruolo di difensore centrale, mentre all’Inter è chiamato a giocare davanti alla difesa. Se da un lato il “Pitbull” riesce a garantire un discreto schermo davanti alla difesa, dall’altro non è in grado di impostare l’azione: non deve trarre in inganno la percentuale altissima di passaggi riusciti dell’ex calciatore del Cardiff, si tratta quasi sempre di passaggi semplici al compagno più vicino. Di certo Medel sta mostrando molti limiti, soprattutto nel ricoprire il ruolo di perno centrale di un centrocampo a tre. Osvaldo è l’ultimo acquisto realizzato in ordine di tempo ed è anche finora l’unica scommessa vinta.

“Il reparto offensivo con Palacio, Icardi e Osvaldo, oltreché con Puscas e Bonazzoli, è coperto ed equilibrato”. [Piero Ausilio  05/09/14]

L’errore in questo caso è stato quello di non acquistare un quarto attaccante; Palacio infatti veniva da un Mondiale e per calciatori non più giovanissimi com’è il Trenza, la stagione successiva alla massima competizione iridata è spesso molto complicata (accadde lo stesso a Milito). Non aver dunque immaginato uno scenario del genere, quando prevederlo non sarebbe stato certo impossibile, è una grave colpa di Piero Ausilio e di tutti coloro che hanno partecipato alla costruzione della rosa nerazzurra. Gli errori commessi sono stati molti, pochissimi saranno invece quelli che potremo permetterci di commettere nelle prossime sessioni di mercato, a partire da quella di gennaio. Dovremo limitare al massimo il margine di rischio, acquistando calciatori di personalità, il tutto con delle risorse economiche assolutamente limitate. Ausilio è dunque chiamato ad attingere poco al portafoglio e molto alle idee, sicuramente molto di più rispetto a quanto fatto in passato. Se prima Walter Mazzarri poteva fungere da alibi per calciatori e dirigenti, ora che il tecnico toscano non c’è più, tutti sono chiamati ad assumersi le proprie responsabilità. Alla lunga i nodi vengono al pettine, alla lunga i mercati sbagliati vengono pagati sul campo, prima ancora che dalle casse societarie. Si cerchi di invertire la tendenza e di farlo presto, possibilmente già a gennaio…

Campagna acquisti Inter 2014-2015

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