30 Settembre 2013

EDITORIALE – Da Mazzarri a Thohir i pro e contro del turn over

Di Aldo Macchi

Il giorno dopo Cagliari Inter è forte il rammarico per i due punti lasciati sul campo inzuppato di Trieste, al termine di una gara largamente dominata dai nerazzurri. I motivi del pareggio possono essere diversi e in molti individuano nel turn over, spesso intravisto come tallone d’Achille di Mazzarri, la prima crepa del sergente di ferro. Neanche il tempo di riposare, dopo le 72 ore scorse trascorse tra la gara contro la Fiorentina e quella di Trieste, ed ecco arrivare il giorno del Cda straordinario, da molti visto come l’ultimo di Moratti. Un altro tipo di turn over, in società, per migliorare la situazione di un’Inter che necessita di nuova linfa per voltare pagina nel calcio moderno.

L’11 DI MAZZARRI – A stupire subito molti tifosi nerazzurri è stata la qualità e la quantità del turn over offerto da Mazzarri, con l’inserimento nella formazione iniziale di Belfodil. Una mossa lineare con quello che è il pensiero di squadra in costruzione di Mazzarri, che ha ben chiara la situazione dei suoi giocatori e che ha voluto puntare sul giovane algerino che non aveva trovato minutaggio neppure nella gloriosa vittoria contro il Sassuolo. Una scelta che doveva servire a valorizzare il giocatore, facendogli sentire la fiducia dell’ambiente che però è risultato risucchiato dallo sfortunato pomeriggio che ha visto l’Inter rallentare i suoi sogni di gloria.

TURN OVER GIUSTO – Un turn over che è stato doveroso non solo per far rifiatare gli “insostituibili” ma anche per far sentire importanti anche gli altri protagonisti della rosa. Definire un punto debole di Mazzarri il cambio di giocatori tra i titolari significa sminuire quelle che sono apparentemente le seconde linee dell’Inter. Il risultato è infatti bugiardo perchè le azioni create sono state tante e il Cagliari ha capitalizzato al meglio la mezza occasione avuta. Un risultato pieno da parte dell’Inter non sarebbe stato un delitto e Mazzarri sarebbe diventato il re del turn over del calcio italiano. Ancora una volta l’equilibrio deve emergere, individuando nella difficoltà di essere incisivi su un campo pesante dove in molti faticheranno, così come già successo alla stessa Fiorentina in questo inizio di campionato.

TURN OVER SOCIETARIO – Se in campo il primo turn over stagionale ha portato a un pareggio, a mio parere prezioso, anche in società sta per avvenire un avvicendamento che possa permettere alla famiglia Moratti di tirare un po’ il fiato, agevolando l’Inter nell’apertura al mercato globale del brand nerazzurro, nel tentativo di recuperare il gap dalle prime potenze europee. Il Cda straordinario di oggi non ha apparentemente mostrato grosse novità, seguendo le parole di Moratti (leggi qui). Ma in realtà andando a leggere con molta attenzione le dichiarazioni degli addetti ai lavori, emerge come in realtà il 70% che venderà Moratti non sarà interamente di Thohir (leggi qui), a testimoniare il fatto che davvero si dovrà attendere per capire come sarà l’assetto societario della nuova Internazionale, nel vero senso del termine.

BASSO PROFILO – Una cosa è chiara, in entrambi i casi il turn over non ha portato ai risultati sperati dai tifosi, non si è arrivati alla vittoria in campo e nemmeno alla conclusione della trattativa con Thohir. Ma questo permette di avvicinarci a fari spenti al momento caldo della stagione. Tutti parlano dell’arrivo di Thohir ma solo nelle ultime ore stanno arrivando nuove voci sulle reali percentuali dell’inserimento indonesiano in società. Allo stesso modo il turn over di Mazzarri ha permesso all’Inter di arrivare al big match di sabato contro la Roma senza la pressione dei media che sarebbe nata dopo l’eventuale vittoria contro il Cagliari. Un pareggio non cambia gli elementi di una gara che vedrà due formazioni allo stesso livello sfidarsi alla pari, in un ambiente di serenità, elemento fondamentale per un gruppo che vuole ricominciare a sentirsi grande.