16 Gennaio 2012

EDITORIALE – SCUSATE IL RITARDO

?You can never hold back the spring? ? ?Non puoi mai riportare indietro la primavera? – tutti noi non più di un mese e mezzo fa ripensavamo a queste famose parole di Tom Waits nel vedere un?Inter crepuscolare e nel ripensare malinconicamente alle gloriose primavere passate. Considerazione ovvia date le prestazioni della squadra ma forse tutti, interisti, antinteristi e persino lo stesso Tom Waits, avevano dimenticato una cosa: dopo il freddo a tornare è sempre la primavera.

Fortuna? Sagacia? Passione? Qual è stata la ricetta vincente dell’ultimo periodo e del derby vinto ieri sera? I detrattori la chiamano provincialismo, noi preferiamo chiamarla con il nome corretto: umiltà. La partita contro il Milan ha mostrato la grande ricchezza dell’umiltà, di come saper trarre tesoro dei propri limiti e di come questo gruppo ha vinto tutto non per caso. Umiltà che si accompagna a un?altra parola virtuosa: flessibilità. Il grande merito di Ranieri è stato infatti capire che riproporre anche contro il Milan lo stesso atteggiamento avuto contro Napoli, Juventus e Udinese difficilmente avrebbe portato a un risultato diverso e, con buona pace degli esteti del calcio, il sapersi adattare alle circostanze ha portato i frutti sperati. Con ogni probabilità una partita come quella di ieri sera l’avremmo persa con Leonardo o Gasperini in panchina, è questa la differenza tra Ranieri e i suoi predecessori, una differenza in ogni caso non da poco. E? bene sottolineare come umiltà non sia sinonimo di catenaccio, la squadra veniva infatti ? per chi se lo fosse dimenticato – da 9 gol in 2 partite e ieri ha impostato il match sulle ripartenze, una scelta ben ponderata dato il gioco dell’avversario di turno.

A qualcuno non piacerà la definizione ?Inter degli umili? ma se questi sono i risultati ben venga. Ed è meraviglioso che a guidare la squadra sia Milito, un principe declassato al rango di ranocchio che con sudore e forza d?animo si sia rimesso umilmente in gioco e che ora sia tornato a occupare il suo legittimo trono di vero Principe di Milano. E? un gruppo di umili campioni e questo va al di là dei risultati sul campo, è questo spirito che renderà la memoria di questi giocatori eterna nel cuore dei tifosi perché anche nei momenti difficili loro per la maglia nerazzurra hanno sempre sudato. Ma per dare la molla a tutto ciò ci voleva un altro campione di umiltà che di nome fa Claudio Ranieri, un allenatore che mai direbbe ai microfoni che appenderebbe i giocatori interisti al muro e che li prenderebbe a calci nel fondoschiena (qualunque riferimento a Lippi è puramente voluto). Avrebbe potuto lamentarsi della squadra o di qualche singolo, chiedere nuovi acquisti, ostentare la sua magnificenza dando dei babbei ai giocatori che scendono in campo e fare molto altro ancora ma questo non l’ha fatto. Il suo stile da signore, le belle parole spese sempre verso i ragazzi, gli incoraggiamenti e le speranze che ha sempre nutrito verso la squadra valgono più di qualunque modulo tattico. Per allenare l’Inter prima di essere un grande allenatore devi essere un grande uomo e Claudio Ranieri ha dimostrato di essere un uomo vero.

L’Inter è tornata in gara, è tornata a sedersi a quel tavolo a cui si era troppo precocemente autoesclusa, domenica sarà il giro di boa della stagione e una vittoria come quella di ieri è la molla giusta per tentare un risultato che avrebbe del clamoroso. Quando in mano ti arrivano le carte o si rinuncia a giocare o si punta, l’Inter è pronta a far saltare il banco, è tempo di andare in all in. E scusate il ritardo.