26 Maggio 2014

EDITORIALE – Tra i due litiganti…

Di Giorgio Crico.

Onestamente, la querelle tra Moratti e Thohir ha fatto un po’ ridere. Siamo sinceri, nel momento in cui il tycoon indonesiano ha parlato di “società da risanare” nessuno ha dubitato delle sue parole (d’altra parte, che i conti nerazzurri non trabocchino di euro fino a scoppiare non è un segreto) tranne un uomo solo, che s’è sentito punto sul vivo. Quell’uomo, a cui l’Inter e gli interisti devono tantissimo, ha prontamente ribattuto che “la società ha sempre pagato i suoi debiti”, evidentemente mal interpretando ciò che intendeva dire l’attuale presidente, che poi ha comunque elogiato, definendolo “la persona giusta”.

Dunque, di che si discute? Del nulla assoluto, quantificabile più o meno come il valore attuale di Darko Pancev o del famigerato Gilberto. Il campionato è finito, i Mondiali non sono ancora iniziati e la stampa deve pur parlare di qualcosa, nonché infiorettare e ricamare su un “litigio” basato su un colossale qui pro quo. Thohir voleva semplicemente dire che l’Inter ha bisogno ancora di tempo per tornare a competere sul mercato per i cosiddetti top player mentre Massimo Moratti ha inteso che il club nerazzurro avesse ancora chissà che buchi nel bilancio, punto sul vivo proprio sull’onore, virtù che l’ex presidente del Biscione tiene in massima considerazione e sulla quale ha imperniato quasi totalmente il suo mandato dirigenziale, soprattutto dopo Calciopoli.

L’ha capito più o meno chiunque tranne chi non ha voluto capirlo. E intanto, tra i più auto ironici tra i tifosi, c’era già chi rideva sotto i baffi. Perché, diciamolo, un interista sa sempre che episodi del genere possono accadere nel suo club e tanti erano qui che l’aspettavano, come si dice a Milano. Puntualmente è arrivata. Bella, grossa, succosa e “portatrice di gelo” come ha titolato qualcuno: solo che non era davvero una “notizia”, in realtà era una semplicissima gaffe. Di chi dei due lo decida il lettore.

Lettore che, da interista, non può non aver sviluppato anche gli appositi anticorpi a certi siparietti (gli scambi a mezzo stampa tra Moratti e Simoni di quindici anni e passa fa insegnano, do you remember?). E allora avanti così, col sorriso sulle labbra e pronti a rispondere alle battutine degli avversari con la tipica frase arguta e auto ironica che un nerazzurro non può non avere sempre e comunque sulla punta della lingua. Altrimenti controlli i colori del suo cuore: potrebbe trovare del bianco o del rosso al posto dell’atteso blu…

Ovviamente si scherza. A stagione finita, in quella terra di mezzo che è l’attesa per i Mondiali dopo un’annata buonina ma non esaltante, d’altra parte, non è che si possa farne a meno. E chissà che quei due là non l’abbiano fatto apposta. Chissà che non sia uno scherzaccio ordito dai due presidenti: potremmo quasi visualizzarli, Erick e Massimo, i peggiori discoli in giacca e cravatta che una società di calcio abbia mai avuto nel suo Consiglio d’Amministrazione, i due che mettono il secchio d’acqua sulla porta della sala riunioni dove si ratificano i bilanci prima che arrivino i soci.

Insomma, per davvero o per finta, nella realtà o nel mondo cartaceo et informatico della “stampa specializzata”, ecco due litiganti. Potrebbe essere un buon presagio, per il tifoso interista che ha assistito alla cosa da “terzo”. Perché, si sa, i “terzi”, poi, godono…