21 Novembre 2013

FOCUS – L’entusiasmo contagioso di Thohir

di Nunzio Corrasco.

Le due settimane di sosta per gli impegni delle Nazionali sono state occupate in casa Inter da un evento storico: la fine dell’era Moratti e l’inizio di quella targata Erick Thohir. Venerdì scorso infatti si è tenuta l’assemblea dei soci che ha sancito il passaggio del pacchetto di maggioranza dell’Inter alla cordata indonesiana. Thohir, Roeslani e Soetedjo possiedono ormai da una settimana il 70% delle quote della Beneamata, riservando a Massimo Moratti “solo” il 30%; quest’ultimo ha accettato di ricoprire il ruolo di Presidente onorario, lasciando al magnate indonesiano la carica di Presidente esecutivo. A nulla sono valsi i tentativi fatti da Thohir per convincere Moratti ad accettare di guidare l’Inter in questa fase iniziale del nuovo corso; l’ex patron nerazzurro ha giustamente ritenuto di non dover occupare una posizione importante come quella del Presidente, senza poter poi prendere in piena autonomia tutte quelle decisioni che Moratti ha sempre preso nei quasi 19 anni della sua Presidenza. In questo momento la maggioranza è nelle mani di Erick Thohir e dunque il potere decisionale di Moratti è molto ridimensionato; il rischio, dal punto di vista dell’ex numero uno della Beneamata, sarebbe stato quello di dover mettere la faccia su scelte e decisioni  prese dalla cordata indonesiana o comunque non del tutto condivise dallo stesso Moratti.

Agli occhi di chi scrive è stato dunque giusto che Thohir abbia assunto il ruolo di Presidente esecutivo, in modo da mostrare fin dal primo momento quel coinvolgimento e quell’impegno che tutti i tifosi nerazzurri si aspettano di vedere dal magnate indonesiano. D’altro canto il fatto che i due Moratti abbiano assunto i ruoli di Presidente onorario (Massimo) e vicepresidente (Angelo Mario), è il segno evidente di quella continuità tanto auspicata dai sostenitori della Benamata. È come se con dei Moratti in società tutti si sentissero maggiormente garantiti e vivessero con meno patemi il cambiamento epocale in atto. Nella vita infatti, ogni qualvolta si verifica un grande cambiamento, si avverte sempre quel pizzico di timore ed ansia verso il nuovo; la presenza dei Moratti nell’Inter di Thohir tende invece ad attutire queste sensazioni.

La prima settimana di Thohir da Presidente nerazzurro è stata caratterizzata da uno sfrenato attivismo; moltissimi sono stati gli incontri a cui il magnate indonesiano ha partecipato, con la volontà di voler entrare in contatto con tutte le realtà strettamente collegate al mondo Inter. La sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un vulcano di entusiasmo; Erick Thohir ha mostrato di voler affrontare ogni singolo aspetto che riguarda la società nerazzurra con grande attenzione, non ha lasciato nulla di intentato, cercando di curare ogni singolo dettaglio. In tutte le dichiarazioni il magnate indonesiano ha insistito molto su 5 parole: business, passione, futuro, vittoria, sostenibilità. L’Inter per Thohir è sicuramente un business; in questo caso però occorre considerare l’accezione positiva del termine.

Thohir non vuole trattare la Beneamata come una semplice azienda che deve produrre utili, ma ha sempre legato alla parola business, quella di passione. Durante la conferenza stampa tenuta accanto a Massimo Moratti spiccano queste sue dichiarazioni : “Vorrei citare Giacinto Facchetti, che disse ?il segreto di ogni trionfo è la forza di ogni convinzione?. La nostra convinzione è la passione e spianerà la strada all’Inter“. C’è da augurarsi che il tycoon tenga fede a queste parole e possa rappresentare un’evoluzione del modus operandi attuato durante la gestione Moratti, mantenendo però quelle caratteristiche che erano punti di forza indiscussi della precedente gestione. Il limite di Moratti in questi anni è stato quello di aver gestito la società sempre e solo come una famiglia; se da un lato una gestione di questo tipo  può essere positiva, sul lungo periodo diventa controproducente. Chi ha lavorato all’Inter in questi anni, spesso non è stato valutato per il lavoro svolto ma ha mantenuto il proprio ruolo per la fiducia incondizionata della famiglia Moratti. Comportamenti del genere possono essere lodabili dal punto di vista umano ma non possono essere altrettanto apprezzabili dal punto di vista del business.

Con Thohir tutte le persone che lavorano all’Inter verranno valutate esclusivamente sulla base dei risultati che riusciranno a conseguire, sulla base degli obiettivi che riusciranno o meno a centrare; che piaccia o meno, le aziende di successo vengono gestite in questo modo ed il magnate indonesiano porterà finalmente ad una gestione manageriale della società. C’è poi un altro passaggio delle dichiarazioni di Thohir,  fatte in conferenza stampa, che merita di essere sottolineato: “Sarà importante per il nuovo management rendere l’Inter una squadra vincente, bella ed entusiasmante da vedere. Tra 10 anni solo 10 club saranno ricordati a livello internazionale. Perché saranno club vincenti, per l’entusiasmo e perché saranno società in salute. E l?Inter deve essere una di queste“. Con queste parole il nuovo Presidente nerazzurro ha unito tre concetti chiave, strettamente collegati tra loro: futuro, vittoria e sostenibilità.

L’ambizioso obiettivo di Thohir infatti è quello di creare una società che riesca ad essere sostenibile, che produca utili aumentando di molto i ricavi, una società che possa essere vincente e che possa creare un vero e proprio modello: il modello Inter. Chiaramente un progetto del genere non è di facile realizzazione; servirà pazienza e tempo. L’obiettivo del nuovo Presidente non è soltanto quello di cambiare la gestione societaria; il tycoon vuole rovesciare il modo di pensare del calcio italiano, gestendo l’Inter sul modello europeo. Per riuscire nell’intento sarà probabilmente necessario dotare la Beneamata di uno stadio di proprietà; elemento ormai imprescindibile per garantire importanti introiti ai club. Sulla carta il progetto targato Thohir è entusiasmante, ma per valutarlo concretamente dovremo aspettare. Nel frattempo è importante sottolineare come l’entusiasmo del nuovo Presidente sia stato contagioso ed abbia riportato una grande fiducia tra i sostenitori nerazzurri. In attesa di capire come si evolverà il nuovo corso, cerchiamo di inaugurarlo nella modo migliore, vincendo a Bologna; Mazzarri e i ragazzi lo devono ad un Thohir che si sveglierà nel cuore della notte indonesiana per assistere alla sfida del Dall’Ara. D’altronde si sa: a cuor di Presidente non si comanda