Frenata improvvisa tra Inter e Milan sul nuovo stadio: cos’è successo
Stallo tra i due club per una clausola

Dopo mesi di incontri con il Comune, comunicati stampa già predisposti e un team di 50 persone coinvolto in questa lavorazione, il documento redatto da Inter e Milan per l’acquisto di San Siro, delle aree circostanti e dei diritti di costruzione non è stato ancora firmato dalle proprietà dei due club, Oaktree e Red Bird.
Si tratta dei Docfap, il documento di fattibilità delle alternative progettuali che aveva già incassato anche il via libera dai rappresentanti italiani di Inter e Milan. A rallentare i lavori sul nuovo stadio, come svelato questa mattina dal Corriere della Sera, sono però stati gli stessi staff di Oaktree e Red Bird, in occasione dell’ultima revisione al documento.
A dividere le due proprietà è stata una clausola per niente marginale, come spiegato dal quotidiano: “Cosa succede se uno dei due club dovesse (per una qualsiasi ragione) tirarsi indietro. È logico ritenere che una clausola di tale importanza fosse già prevista e non una sorpresa dell’ultimo minuto (serve anche come garanzia per il Comune): come sempre in questi casi però sono i dettagli a fare la differenza e bisogna mettersi d’accordo sulla formulazione, se sancire solo il principio generale o specificare le varie opzioni. Una frenata così imprevista fa pensare a una proposta di modifica dell’ultimo minuto”.
Nonostante lo stallo attuale, l’accordo resta la soluzione più conveniente per entrambe le parti, anche se i tempi si allungano e diventano difficili da prevedere. Tuttavia, non potranno slittare troppo: in autunno, infatti, il secondo anello di San Siro compirà 70 anni e, se restasse di proprietà del Comune, sarebbe soggetto a vincoli ancor più rigidi.