24 Giugno 2020

I segreti di Sneijder: “Al Real Madrid bevevo tantissimo. Ero giovane ed accecato dal successo”

Il fantasista olandese ricorda il suo periodo spagnolo, che non andò come aveva previsto

Non usa giri di parole Wesley Sneijder quando parla del suo periodo trascorso tra le fila del Real Madrid. Sebbene arrivasse come uno dei giovani più promettenti di scuola Ajax, infatti, il fantasista olandese in Spagna ebbe a che fare più con fattori extra-campo che con ottime prestazioni sul rettangolo di gioco, cosa che gli fece deludere le aspettative che portava con sé. All’interno della sua autobiografia pubblicata da Kees Jansma, Sneijder racconta alcuni retroscena della sua avventura al Real Madrid.

Rottura con l’Ajax – “Dopo cinque anni all’Ajax ero pronto per il grande salto. Søren Lerby, il mio procuratore, aveva parlato con il Valencia. Un buon club, ma non il top in assoluto. Mi voleva anche il Real Madrid, anche se la loro offerta era di 24 milioni di euro, contro i 30 che chiedeva l’Ajax. Ero deluso dal fatto che il mio club non agevolasse il mio addio, così ho deciso di lanciare un segnale forte e non giocare la partita di Supercoppa contro il PSV. Il club mi aveva dato molto, ma anche io avevo dato molto al club, avendoci trascorso tutto il periodo delle giovanili. Ho dovuto spingere per la mia cessione”.

Passaggio al Real Madrid – “Ero giovane ed affascinato dal successo e dalle attenzioni, ma col passare del tempo qualcosa andò storto. Niente droghe, ma “alcol e rock ‘n’ roll”. Mi ci sono abituato in fretta, perché se fai il calciatore lì sei amato davvero. Tutto ciò che mangi, ad esempio, è coperto dal ‘mantello dell’amore’. Sono stato lasciato solo e vedevo poco Jessey (il figlio avuto con la prima moglie, ndr). Tra l’altro, perché restare soli quando hai abbastanza amici con cui passare il tempo libero? Non mi rendevo conto che la bottiglia di vodka era diventata la mia migliore amica”.

Consigli di Van Nistelrooy e Robben – “Mi dicevano che non potevo durare a lungo continuando a vivere così. Giocavo abbastanza bene, ma dicevano che avrei potuto fare ancora meglio. Ero giovane, quindi fisicamente non me ne accorgevo nemmeno. Il secondo anno giocavo molto ma meno bene, meno concentrato. Il mio comportamento non era degno degli standard del Real Madrid. Mentivo a me stesso dicendomi che stava andando tutto bene, fisicamente stavo affondando. Correvo di meno, però potevo nascondere la cosa grazie alla mia tecnica. Pensavo che nessuno se ne accorgesse”.

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