26 Luglio 2022

L’Inter e la leggenda della retrocessione: la vera storia dietro lo spareggio del 1922

La vera storia dietro il presunto ripescaggio

Logo Inter (@Getty Images)

I tifosi dell’Inter si vantano, a ragione, di non essere mai retrocessi in Serie B. Tuttavia, forse fomentati dallo smacco di essere entrambi retrocessi per illecito sportivo, negli ultimi anni i tifosi soprattutto di Juventus e Milan hanno iniziato a fare propaganda ad una divertente leggenda metropolitana. Secondo questa “allegra storiella” i nerazzurri nella stagione 1921/1922 sarebbero retrocessi in campionato, salvo poi venire ripescati. Vediamo però di sfatare questo falso mito e di mettere il cuore in pace ai rosiconi: l’Inter non è mai retrocessa. Ecco cosa successe davvero al termine di quella stagione.

Lo “scisma” del campionato italiano

Prima di tutto serve fare chiarezza. La Serie A a girone unico come la conosciamo nacque solo nel 1929/1930, campionato, tra l’altro, vinto proprio dall’Inter trascinata dai goal di Peppino Meazza. Fino ad allora, quindi anche nel 1921/1922, non esistevano Serie A e Serie B, ma c’erano comunque Prima e Seconda Divisione. La stagione 21/22 fu piuttosto tormentata, tanto che ci furono di fatto 2 distinti campionati di massima serie, organizzati da due diverse federazioni e, addirittura, due diverse squadre a vincere il titolo di Campione d’Italia.

Questo scisma senza precedenti nel calcio italiano, nacque dalla richiesta delle big del Nord, che chiesero alla FIGC un campionato ridotto, con meno squadre coinvolte. La “rivolta” delle medio piccole, soprattutto del Sud, portò quindi al terremoto interno. I riottosi crearono la CCI (Confederazione Calcistica Italiana) e in quella stagione si giocarono quindi due campionati distinti. Quello sotto l’egida della FIGC vinto dalla Novese, quello della CCI vinto dalla Pro Vercelli.

L’Inter Scudettata del 1919-1920 (@Wikimedia Commons)

Una stagione da dimenticare

L’Inter, a sorpresa, faceva parte dei “ribelli” e quindi prese parte al torneo della CCI. Visto che la partecipazione al “falso campionato” li avrebbe estromessi dal giro della Nazionale azzurra però, i migliori giocatori nerazzurri, che solo due anni prima vincevano lo Scudetto a Milano, si accasarono in altre squadre militanti nella divisione FIGC. Proprio a causa di queste defezioni, la rosa nerazzurra era talmente rimaneggiata da arrancare terribilmente in campionato. Ed effettivamente l’Inter arrivò ultima nel suo girone, con solo 11 punti in 22 giornate, con 29 goal fatti e 66 subiti.

Il regolamento però, questo grande sconosciuto per chi millanta leggende metropolitane sulla retrocessione, NON PREVEDEVA RETROCESSIONI DIRETTE. Erano previsti invece degli spareggi tra le peggiori squadre della Prima Divisione e le prime classificate della Seconda.

Spareggio sì o spareggio no?

La sfidante dell’Inter sarebbe dovuta essere la squadra chiamata Sport Club Italia. Anch’essa tuttavia con la scissione dei campionati aveva avuto diversi problemi. Uno dei loro giocatori convinse gran parte dei compagni a seguirlo a Magenta, squadra sotto l’egida FIGC, mentre lo Sport Club Italia partecipò alla Seconda Divisione CCI. Quando però fu il momento di disputare lo spareggio, l’SCI decise di non giocare contro l’Inter.

Smontiamo subito però le teorie complottistiche: lo scisma aveva costretto il club a mettere in rosa diversi ragazzi molto giovani che però, poche settimane prima dello spareggio, partirono per la leva forzata. Lo Sport Club Italia tagliò quindi la testa al toro, rinunciando alla possibilità della promozione non giocando. Finita qui, quindi? L’Inter si “salvò” se così si può dire, così? Non proprio.

I fratelli Cevenini, pilastro dell’Inter pre “scisma” (@Wikimedia Commons)

Andrebbe spiegato infatti a chi racconta in giro che l’Inter fu favorita per non farla retrocedere, che invece il regolamento fu cambiato in corsa e complicò non poco la permanenza nerazzurra in Prima Divisione. Al termine della stagione 1921/1922 infatti, FIGC e CCI trovarono un accordo e lo scisma fu ricucito, tramite il Compromesso Colombo, chiamato così perché proposto dall’allora direttore de La Gazzetta dello Sport, Emilio Colombo. Il Lodo Colombo prevedeva che al nuovo torneo a 36 squadre (follia a pensarci ora) 1922/23 prendessero parte per la CCI le 18 squadre piazzate nel torneo 1921/22 dal 1° al 9° posto dei due gironi, e per la FIGC le 12 squadre della Prima Divisione. Le restanti 6 partecipanti sarebbero arrivate invece da un complesso sistema di spareggi.

E, ovviamente, visto il deludente campionato, l’Inter fu costretta a partecipare a queste partite da dentro o fuori. I nerazzurri però, nonostante la rosa rimaneggiata, reagirono d’orgoglio, battendo la Libertas Firenze per 3 a 0 a Milano e pareggiando poi 1 a 1 in trasferta. Grazie a questo risultato l’Inter rimase di diritto, SENZA ALCUN “MAGHEGGIO” REGOLAMENTARE, in Prima Divisione, quella che poi sarebbe diventata qualche anno dopo la Serie A a girone unico.

Quindi mettetevi il cuore in pace, cari tifosotti sempre con il dente avvelenato. Sappiamo che retrocedere, specie, ripetiamo, per illecito sportivo, non deve essere il massimo della vita. Ma se c’è chi, onestamente, è sempre rimasto in Serie A, non c’è alcun motivo per gettarvi fango inutilmente.

“… In serie B non son mai stato!”