30 Marzo 2021

L’ideatore del logo: “Scelto in base ai trend contemporanei. Ecco il perché dei dettagli”

Presentato questa mattina lo stemma della società nerazzurra

Mirko Borsche, fondatore dello studio di comunicazione e graphic design Bureau Borsche, che ha ridisegnato il  logo dell’Inter (presentato questa mattina), ha parlato ai microfoni di Vogue spiegando le sue scelte: “Per un brand, nell’era digitale, è importante essere visibile sui dispositivi mobili. Per il gioco del calcio questo è ancora più vero, considerato che sempre più giovani, in Asia in particolare, guardano le partite su dispositivi molto piccoli. Diversi club però non si sono adeguati al trend: se guardi le tabelle dei risultati dopo un turno di Champions League, ti accorgi che gran parte dei loghi delle squadre, ormai, non sono più visibili”.

Borshe prosegue: “Il problema principale era il contrasto tra l’oro e il bianco, che lo rendeva invisibile in televisione e sugli schermi portatili, dovevamo a tutti i costi ridurre il concept, e renderlo più essenziale”.

Ancora sulle scelte: “Coi grandi marchi del fashion sai di rivolgerti a un target riconoscibile, che acquista in media oggetti che non vanno sotto i duemila euro di valore, nel caso dell’Inter invece parli  a giovani e anziani, ricchi e poveri, industriali e contadini, legati a una città culturalmente vivace e irrequieta, con tradizione storica ma anche uno sviluppo architettonico recente proiettato verso l’alto. Una città fatta di moda, di fabbriche e di design. L’Inter è un brand democratico che va rappresentato allargando gli spazi, e non chiudendoli. Senza contare che migliaia di persone nel mondo si sono giù tatuate sulla pelle il vecchio simbolo: questo cambiamento, letteralmente, ha un impatto sulla vita di molti”.