24 Ottobre 2017

Lo scopritore di Icardi: “Napoli e Juve lo bocciarono. Mauro voleva solo l’Inter”

Nunzio Marchione notò subito le qualità dell'argentino e svela alcuni aneddoti sui primi anni della carriera del capitano nerazzurro su "Il Secolo XIX"

Nell’edizione odierna de Il Secolo XIX, lo scopritore di Mauro Icardi, Nunzio Marchione, svela alcuni retroscena sugli inizi del capitano nerazzurro, subito notato dagli addetti ai lavori durante la sua avventura al Barcellona: “E’ così che venne in Italia e finì alla Samp. Anzi, così è nata l’opportunità che Pecini è stato abilissimo a cogliere dopo che Juve e Napoli, club arrivati prima, lo avevano bocciato. Cosa mi colpì del primo Icardi? Il fatto che a 15 anni era già maturo e pronto a vivere fuori di casa. E naturalmente la capacità innata di partire mezzo secondo prima del difensore mettendosi dove serviva. Un fenomeno, si vedeva”.

Marchione aiutò Icardi a trovare un’altra squadra: “Così io che ero diventato suo agente, oltre che amico, insieme all’agente Ulisse Savini, gli promisi di trovargli un club in Italia. Lui sognava l’Inter perché era cresciuto con il poster di Zanetti e ricordo la gioia quando festeggiammo al Camp Nou la semifinale di Champions l’anno del Triplete: avevamo Deulofeu vicino e non capiva come mai esultassimo”.

L’arrivo a Genova, partendo dai primi gol con la Primavera blucerchiata fino alla prima squadra: “Finalmente esordì anche in prima squadra nel maggio 2012, e la sua rete alla Juve Stabia garantì i playoff di B. Pochi mesi dopo segnò pure in A nel primo derby. Fu l’inizio di una cavalcata pazzesca con i 3 gol alla Juve. E dobbiamo dire grazie all’allora ds Sensibile se andò così. Infatti fu lui il primo a impuntarsi perchè Atzori lo portasse in ritiro con i grandi sebbene ci fossero tanti attaccanti a chiuderlo”.

Poi Marchione rivela un curioso aneddoto avvenuto ai tempi della Samp con l’ex centravanti della Nazionale Graziano Pellè: “Ricordo anche che mesi dopo Pellè gli fece lo sgarbo di togliere il numero 99 volendolo per sé, con Mauro che ripiegò sul 98. Tutte cose che, unite ai pochi minuti in campo, penalizzarono il feeling tra Maurito e la Samp. Se poi finiì all’Inter, però, è perché il club voleva incassare i 13 milioni, questo penso sia stato chiaro a tutti. Certo, l’Inter era il suo sogno ma Mauro non è certo così che avrebbe voluto finisse con la Samp che aveva creduto in lui per prima”.

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