13 Novembre 2020

Bucciantini: “Gol, altruismo e leadership: con Lukaku è un’altra Inter. Con lui Conte…”

Il centravanti belga tornerà a totale disposizione di Conte dopo la sosta

Le ultime partite hanno certificato il fatto che esiste una differenza evidente tra l’Inter con Lukaku e l’Inter senza Lukaku. Non soltanto in termini di gol ma di leadership, carisma e prestazione corale dell’intera squadra.

Romelu Lukaku, Getty Images

Marco Bucciantini sulle colonne de La Gazzetta dello Sport ha analizzato le differenze tra le due Inter: “L’assenza di Romelu Lukaku ha tolto all’Inter effetto ed emozione. Il suo senso del campo e degli altri, la sua fatica, il vantaggio delle geometrie semplici, degli spazi incolmabili che seguono i suoi duelli vinti: lo sanno i compagni, che ne approfittano, lo sanno i difensori che si disperano. Una squadra forte può attendere il tempo, la partita, che l’arroganza del talento inclini la sorte, che la profondità dei cambi divarichi le energie e i meriti. Ma non è così che si deposita la forza vera. Lukaku infatti non aspetta la partita: la cerca, la prende, la fa. Per sé, per tutti”.

L’importanza di Lukaku:Rivendica e rigenera continuamente il suo ruolo faticando, e così incontra l’allenatore, lo rasserena e perfino ne rischiara le idee. Altri campioni vivono al lato del conflitto, sanno nascondersi nell’ombra e diventare saette scaricate dalle nubi. Lui vive nel fuoco. Parla ai tifosi perché sa interpretarne il bisogno e sa dargli speranza. È altruista nel senso più puro, non evidente. Non si tratta solo di dare agli altri: li aiuta a fare ciò che fanno meglio, e toglie loro il pensiero della mischia, il fastidio del tempo: non è una cassetta di sicurezza, chi ha creduto che il suo lavoro si limitasse alla protezione della palla, per far salire la squadra, lo ha collocato in un immaginario banale e insignificante per le necessità attuali. È piuttosto l’inizio di una manovra che chiede solo un po’ di coraggio e gittata al primo passaggio: poi farà lui, orientando l’azione, muovendosi, associandosi con quelli che ne seguiranno le intenzioni. Con un totale e perfetto senso del campo, riscrivendo la partitura per tutti: ma è una musica diretta verso la porta. E si sente, è presenza, è essere”.

Cosa cambia: “L’Inter con Lukaku è nella partita con più carne e più cuore e solo così le squadre di Conte trovano logica, le forzature si appianano, le pareti ottuse si aprono. Il centravanti offre qualcosa di valido, che semplifica la ricerca infinità della verità, una pretesa inappagabile che tocca in sorte alle squadre con un destino solo: la vittoria. Lukaku risolve molto, intorno a lui corteggiatori di aggettivi si compiacciono dei desideri, a Lukaku serve il possesso, deve avere. Non professa una diversità, cerca una potente semplicità dentro quel soggetto ineffabile che è lo svolgersi del match, che lui rende definibile con la sua lotta caparbia e senza domani, come se sapesse che il debito prima o poi verrà pagato, da qualche compagno o dalla vittoria. Cambia l’aria, e trema di emozione e possibilità, quando c’è Lukaku”.

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