1 Giugno 2021

Lukaku: “La musica? Ho iniziato a rappare a 21 anni. Cosa mi disse Jay-Z prima di venire all’Inter”

L'attaccante belga ha raccontato una delle sue più grandi passioni

Romelu Lukaku, Getty Images

Eletto ufficialmente ieri come miglior giocatore dell’ultima Serie A, Romelu Lukaku si è decisamente tolto l’ennesima soddisfazione in maglia nerazzurra dopo la vittoria del campionato. Il centravanti belga adesso è atteso ad un grande Europeo con la sua nazionale, ma in attesa di prendere il via il prossimo 11 giugno con il primo match all’Olimpico tra Italia e Turchia, l’attaccante è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport per parlare un po’ di una delle sue più grandi passioni: la musica. Queste sono state alcune delle sue dichiarazioni:

Lukaku, cosa rappresenta la musica nella sua vita?
“È un modo per tenere connesso me stesso con le difficoltà che ho passato nella mia esistenza, con tutto il mio vissuto. È importantissima: non solo un hobby, ma una parte di me”.

Prima delle partite ascolta sempre la stessa playlist?
“Assolutamente sì, è un rito. Ho una playlist speciale che mi fa compagnia quando arrivo allo stadio e prima del match. Mi dà concentrazione, mi aiuta a tenere focalizzato l’obiettivo da raggiungere”.

Nello spogliatoio interista è lei a mettere la musica?
“No, siamo un grande gruppo anche perché c’è molto rispetto reciproco. Ognuno ha i suoi gusti e ascolta ciò che vuole”.

Lukaku Esultanza

Lukaku (@Getty Images)

Quando ha iniziato a rappare per i fatti suoi?
“A 21 anni, ero attratto dal ritmo, è fantastico ricrearlo. Amo il rap, ma ciò che mi interessa di più sono i suoni . Poi ho iniziato a mixare, a produrre basi: così è diventata una passione che coltivo ancora oggi”.

Quanto è stato importante incrociare Jay-Z?
“Ha avuto un significato grandissimo perché io ho sempre ascoltato la sua musica.  Ricordo quando mi ha detto: ‘Se davvero pensi che l’Inter sia lo step da fare per vincere, fallo’. Durante il primo anno io e i miei compagni siamo arrivati a un passo dal successo, ma nell’ultima stagione ce l’abbiamo fatta con duro lavoro, pazienza , sudore e sacrificio. Proprio la via che Jay mi aveva indicato”.

Ma che differenza c’è tra il suono di San Siro che abbraccia un suo gol e quello di una canzone che cambia la vita?
“Segnare un gol è la sensazione più bella del mondo dopo quella che ho provato quando è nato mio figlio. Per il resto, io volevo conoscere solo poche persone selezionate nella mia vita. Una di queste era Kobe Bryant, riposi in pace! E l’altra era proprio Jay-Z: quando per la prima volta mi sono trovato a parlare con lui, di vita e non solo di lavoro, c’era anche Dj Khaled: era come un sogno che si avverava. Adesso spero che, pandemia permettendo, venga a Milano a vedermi segnare a San Siro”.

Quale è il consiglio che porta con sé per l’Europeo?
“Credi in te stesso e fai in modo di essere sempre un uomo migliore. È una frase che mi ripeto ogni santo giorno”.

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