26 Agosto 2020

Lukaku super, che sorpresa Bastoni! Eriksen e Skriniar flop: il pagellone dell’Inter 2019/2020

Il resoconto finale giocatore per giocatore: bene De Vrij e Barella, giù Brozovic e Vecino

CENTROCAMPISTI

CANDREVA 6,5 – Con l’arrivo di Conte l’azzurro torna ad essere protagonista, giocando quasi sempre titolare. Gol e assist importanti, Candreva risulta quasi sempre decisivo con le sue giocate.  La stagione parte con il botto e un super gol dalla distanza contro il Lecce. Spesso però esagera e si intestardisce troppo ma la sua stagione resta positiva. Nelle ultime partite di Europa League perde il posto da titolare a discapito di D’Ambrosio.

MOSES 6 – Arrivato a gennaio in prestito dal Chelsea il nigeriano non riesce a conquistarsi la maglia da titolare, complice anche una forma fisica che lascia molto a desiderare. Quando viene chiamato in causa però cerca di dare il massimo, da evidenziare l’assist del 4-2 di Lukaku nel derby contro il Milan e quello dell’1-2 di Bastoni a Parma.

BARELLA 7 – Uno dei migliori per tutta la stagione. Inizia con il freno a mano tirato, il gol all’esordio in Champions League contro lo Slavia Praga lo sblocca e da lì Barella non si ferma più. Assist nel derby contro il Milan, eurogol contro il Verona poi l’exploit finale nella fase finale di Europa League. L’ex Cagliari è un motorino in campo, ricopre ogni zona del campo e si fa continuamente vedere in fase offensiva con i suoi inserimenti.

BROZOVIC 5 – Ci si aspettava il grande salto di qualità ma il croato fallisce per l’ennesima volta l’appuntamento. E’ il cervello dell’Inter, a volte sorprende per le sue geometrie ma per diversi tratti di stagione molla la presa giocando con discontinuità. Purtroppo si rende protagonista anche di alcuni episodi extra campo rivedibili e per niente il linea con l’etica dell’Inter. La sensazione è che forse il matrimonio con i nerazzurri sia giunto al capolinea.

SENSI 6 – I suoi primi mesi all’Inter sono da 8 in pagella. Purtroppo però gli infortuni lo tengono fuori praticamente da ottobre per tutto il resto della stagione e il voto finale non può non prescindere da questo. Il Sensi visto da agosto ad ottobre è stato semplicemente sensazionale. Gol importanti, prestazioni da urlo tra cui spicca quella super al Camp Nou contro il Barcellona. I rimpianti a fine stagione aumentano: come sarebbe andato a finire il campionato dell’Inter con un Sensi in più?

VECINO 5Conte inizialmente lo utilizza con costanza nelle gerarchie del centrocampo nerazzurro, l’uruguaiano come sempre si fa trovare pronto siglando alcuni gol pesanti (Verona e Borussia Dortmund). Poi però qualcosa sembra cambiare. A gennaio è ad un passo dal lasciare l’Inter, poi scompare dai radar restando ai box fino a fine campionato. Anche per lui forse è arrivato il momento di lasciare Milano.

BORJA VALERO 6,5 – Per mesi non vede il campo, lui non molla e da vero professionista aspetta il momento giusto per contribuire alla causa nerazzurra. Conte lo rispolvera da dicembre in poi, a causa di diversi infortuni, e lo spagnolo mette in campo tutta la sua classe dimostrando di poter essere un elemento ancora funzionale al progetto tecnico dell’Inter. Professionista esemplare, molte volte Conte lo preferisce ad Eriksen sulla trequarti e questo la dice lunga sulla sua stagione più che positiva.

GAGLIARDINI 5,5 – I tifosi dell’Inter difficilmente dimenticheranno il gol sbagliato contro il Sassuolo a pochi passi dalla porta. Così come il liscio contro il Bologna. Errori che pesano tanto nell’economia finale del campionato, l’ex Atalanta però le gioca praticamente tutte dopo il lockdown riuscendo a conquistare la fiducia di Conte. Va dato merito al giocatore di essersi messo alle spalle quei due errori da matita rossa e di essere stato, a modo suo, fondamentale per l’arrivo dell’Inter nella finale di Europa League. Il voto finale però non può essere sufficiente. Gagliardini è stato fondamentale per l’equilibrio del 3-5-2 contiano ma ha dimostrato più di una volta di essere tecnicamente limitato.

ERIKSEN 5 – Definirlo un flop totale è sbagliato. Anche perché il suo inserimento negli schemi tattici di Conte è stato inevitabilmente segnato dal lockdown e dallo stop del campionato. Sicuramente ci si aspettava molto di più da quello che è stato il colpo del mercato invernale. Si presenta con una punizione da urlo contro il Milan che finisce sulla traversa poi però fatica tanto e spesso parte quasi sempre dalla panchina. Conte gli concede pochi minuti a partita, qualcosa sembra non funzionare tra i due. L’anno prossimo Eriksen è chiamato sicuramente a prendere in mano l’Inter.

AGOUME SV – Viene gettato in campo da Conte a causa dei numerosi infortuni che colpiscono il reparto di centrocampo. Nonostante la giovane età, dimostra di avere qualità importanti.

ASAMOAH SV – Inizia da titolare, poi scompare completamente per tutta la stagione. Un vero e proprio mistero. Chi lo ha visto?

BIRAGHI 6 – Un ritorno a casa pieno di emozione per lui che ha l’Inter nel sangue. Complice la sparizione di Asamoah gioca fino a dicembre con regolarità sulla corsia esterna di sinistra prima dell’arrivo di Young. Biraghi ci mette del suo, per lui vale lo stesso discorso fatto con Gagliardini.

YOUNG 7 – La carta d’identità al suo arrivo all’Inter dice 34 anni, ne dimostra in campo invece almeno 10 in meno. L’inglese in poche partite riesce ad imporsi nel 3-5-2- di Conte, modulo congeniale alle sue caratteristiche, diventando un elemento fondamentale dell’11 titolare. Subito assist alla prima contro il Cagliari, diversi gol (tra cui quello bellissimo all’Atalanta) e prestazioni davvero importanti tanto da meritarsi il prolungamento del contratto per un’altra stagione.

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