22 Gennaio 2015

FOCUS – Vincere aiuta a vincere

Quando Roberto Mancini arrivò all’Inter nella sua prima esperienza alla guida della Beneamata, la squadra nerazzurra non vinceva da diversi anni. Era diventata l’oggetto preferito dello sfottò di molte tifoserie italiane che intonavano il famoso coro: “Non vincete mai…“.

Si doveva costruire una mentalità vincente e lo si doveva fare in fretta: durante la Presidenza Moratti infatti, gli investimenti sul mercato erano molto importanti ed il famoso Fair Play Finanziario non esisteva. Competere contro Juventus e Milan in campionato non era semplice e dunque la tanto vituperata Coppa Italia diventava un’occasione ghiotta per alzare al cielo un trofeo al termine della stagione. In quegli anni la coppa nazionale veniva snobbata da tutti, le squadre più forti schieravano le seconde-terze linee e l’appeal del torneo era alquanto rivedibile. Solo due club onoravano fino in fondo quella competizione: Inter e Roma. La compagine nerazzurra e la squadra della Capitale hanno dato un contributo decisivo alla rivalutazione della Coppa Italia, sfidandosi per diversi anni in finali combattute, con stadi pieni e tanto entusiasmo.

Vincere aiuta a vincere” sentenziò Mancini riferendosi alla Coppa Italia, ed in effetti dalla conquista della Coppa nazionale – nella stagione 2004/2005 – è partito l’epico ciclo nerazzurro che ha raggiunto l’apice il 22 maggio del 2010 con la vittoria della Champions League. A distanza di quasi 10 anni da quel primo trofeo conquistato da Mancini da allenatore dell’Inter, il tecnico di Jesi si ritrova a vivere da attore protagonista un film già interpretato in passato. La squadra nerazzurra viene da alcuni anni di sonore sconfitte e deve riaprire un nuovo ciclo, ricostruendo quella mentalità vincente che nelle ultime stagioni è stata smarrita. È chiamato a farlo in una congiuntura economica sicuramente diversa rispetto alla sua prima esperienza a Milano, ma questo può rappresentare uno stimolo in più per un allenatore che ha sempre amato le sfide complicate. In tempi di ristrettezze economiche, poter contare su una sorta di manager all’inglese, su un tecnico in grado di convincere i calciatori della bontà del progetto interista con una semplice telefonata, rappresenta un grande vantaggio per la nuova creatura che Thohir sta cercando di plasmare.

Ora la squadra deve trovare quella continuità che finora è mancata, e lo potrà fare contando su Xherdan Shaqiri: il folletto svizzero – ancora ben lontano dalla condizione ottimale – ha già dimostrato le sue qualità, portando all’Inter caratteristiche che nella rosa nerazzurra mancavano: velocità, dribbling, capacità di risolvere la partita con una singola giocata e di trasformare ogni calcio da fermo in un potenziale pericolo. È ancora presto per esprimere un giudizio definitivo, ma Ausilio assicurando all’Inter Shaqiri e Podolski, pare aver piazzato due colpi che potranno rivelarsi decisivi per il proseguimento della stagione. Nel frattempo godiamoci l’azione che ha sbloccato il match ieri sera e guardiamo con ottimismo alla sfida di domenica contro il Torino di Ventura. Se il terzo posto resta un obiettivo complicato da raggiungere, nelle altre competizioni partiamo da zero e come già detto da Mancini ormai quasi dieci anni fa: vincere aiuta a vincere”, dunque iniziamo già da questa stagione a riprendere le vecchie abitudini…

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