18 Novembre 2014

FOCUS – Lifting nerazzurro

Mancini giovani: il tecnico punterà sulla linea verde

Quarantanove anni e quell’aria giovanile eterna, Roberto Mancini riparte da qui, dalla sua freschezza e dall’esperienza maturata in questi anni all’estero. Dal 2008 ad oggi, il tempo sembra essersi fermato, si riparte da lì, da quella propensione a saperci fare con i giovani che, il buon Roberto, ha dimostrato nel suo quadriennio nerazzurro. Più di venticinque i giocatori delle giovanili lanciati in prima squadra dal Mancio, tra questi spiccano Bonucci, poi ceduto al Genoa nel doppio affare Thiago Motta-Milito, Biabiany, vincitore con l’Inter della coppa del mondo per club, Obi che ancora veste il nerazzurro e soprattutto Mario Balotelli, esploso poco dopo con due doppiette in Coppa Italia.

L’Inter del 2014 ha bisogno di un valorizzatore, di un mister che si sappia rivitalizzare i big, spenti e affossati dalla depressione dell’ambiente nerazzurro, ma soprattutto consacrare giocatori con già discreta esperienza come Mauro Icardi e Mateo Kovacic, senza dimenticare Juan Jesus e Dodò. Un po’ bastone e un po’ carota, proprio come con quel Mario Balotelli con cui è venuto quasi alle mani (o forse c’è proprio arrivato) durante una sessione di allenamento del Manchester City, l’attaccante della Nazionale solo con Mancini è riuscito ad esprimersi al meglio e parla di Mancini bene, nonostante tutto quello che è successo.

Il Mancio chiederà investimenti, come è logico e nel rispetto di un bilancio sempre in rosso. Chiederà nomi di sostanza e di esperienza perché sono quelli che permettono di raggiungere subito il risultato minimo per trasformare la stagione in positiva: il terzo posto. L’ex tecnico del Galatasaray cercherà parallelamente di portare avanti un progetto in cui crede fortemente la società, quello sviluppo del settore giovanile che è un’eccellenza in tutte le categorie e che vede trionfare molto spesso i colori nerazzurri. In difesa può contare su una coppia di esperienza come Ranocchia e Vidic ma, probabilmente, non rinuncerà a Juan Jesus, che ha ancora ampi margini di miglioramento e che, dei tre, è il più veloce. Lavorerà sulla testa del brasiliano, infondendogli sicurezza e fiducia anche perché i mezzi ci sono, serve un po’ più di cattiveria quando conta.

Il Mancio è così, senza fronzoli, anche se il gioco nerazzurro non sarà banale e meccanico come quello di Mazzarri. Il tecnico cercherà di arrivare ai risultati col bel gioco, crede nello spettacolo come catalizzatore di entusiasmo e di tifo e sa che divertendosi i tifosi torneranno sempre più numerosi allo stadio.

Ha a disposizione Nagatomo, D’Ambrosio, Jonathan, Dodò e Mbaye e non ci stupiremmo se puntasse forte su questi ultimi due. Il primo, devastante quando vuole esserlo sulla fascia, farà molto lavoro per migliorare in fase difensiva e per poter giocare, un giorno, nel quartetto difensivo. Il secondo, partito come riserve delle riserve, ha già scalato diverse posizione anche con Mazzarri e ha mezzi tecnici importanti.

A centrocampo lavorerà tantissimo per rendere Kovacic uno dei più forti al mondo, lo vede trequartista e affiderà le chiavi del gioco a lui. Ha la fortuna di avere davanti un ragazzo umile e con la testa sulla spalle e se è riuscito a plasmare un materiale grezzo come Mario Balotelli, con Mateo potrà fare immense fortune, sue e di tutto l’ambiente nerazzurro.

In attacco punterà forte su Icardi che, d’altronde, non sta deludendo le aspettative. Mancini, uomo di fantasia e astuzia, aveva anche una grande cattiveria sotto porta e infonderà a Mauro questa caratteristica, per essere ancora più deicsivo e per andare ancora più in gol. La Primavera può contare su due prospetti di talento come Bonazzoli e Puscas, il primo ha già esordito con l’Under 21 e, siamo sicuri, sotto la guida del tecnico, potrà migliorare tanto e diventare chissà l’attaccante del futuro nerazzurro. Sul secondo si aspetterà forse un altro anno, per non privare le giovanili di un elemento di spicco imprescindibile per raggiungere le vittorie.

Visto che poi si parla di giovani, magari, con Mancio, si potrà assistere ad una staffetta Handanovic- Bardi, forse necessaria in ottica mercato, la prossima stagione.

L’esperienza di chi si è affermato in Europa e la sfrontatezza di chi non si trova poi così male nei panni del giovane. Bentornato Mancio!