1 Luglio 2017

Moratti: “Ronaldo è stata una fortuna. Le altre società lo consideravano intoccabile”

L'ex presidente nerazzurro celebra l'operazione riuscita venti anni fa che portò il calciatore brasiliano in nerazzurro

Oggi è il 1° Luglio e nel calcio significa l’inizio del calciomercato. Proprio nello stesso mese di venti anni fa, nel luglio del 1997, l’Inter acquistò il calciatore brasiliano Luiz Nazario de Lima, conosciuto meglio come Ronaldo. La società nerazzurra riuscì a fare quello che molte società credevano impossibile: strappare il gioiello al Barcellona. Calciomercato.com ha voluto celebrare quello che è stato il più grande colpo degli ultimi 20 anni, intervistando l’ex presidente nerazzurro Massimo Moratti, che rese possibile tale operazione. Ecco le sue parole: “E’ una data lontana di cui stiamo parlando, però è stato un momento molto importante per l’Inter, che ha avuto l’attenzione di tutto il mondo quando ha acquistato Ronaldo. Lui ci diede soddisfazione perché era un giocatore di un tale livello che ci fece divertire e fece appassionare i tifosi tantissimo. Era speciale perché era un centravanti, quindi era molto più difficile esprimere quel talento, cioè affrontare  direttamente le difese avversarie. Quella fu un’operazione che venne considerata impossibile dalle altre società e questo mi facilitò il compito, però lui era già conosciuto e da noi fece un anno straordinario. Le altre squadre lo consideravano intoccabile, poiché pensavano che il Barcellona non lo mollasse e, invece, il tentativo riuscì. Ripeto, il fatto che nessuno si mise sulla stessa pista mi facilitò il compito. Ronaldo era veramente eccezionale, è stato una fortuna dell’Inter, dei tifosi e mia poterlo vedere con la nostra maglia nel momento migliore e, per questo, bisogna isolarlo come ‘Fenomeno’, perché non è così semplice vedere negli altri lo stesso fenomeno.

Era un leader anche nello spogliatoio. Era un ragazzo intelligente. I riflessi nel giocare a calcio e nella velocità nel capire una situazione improvvisa lo mettevano in condizione di essere un leader e gli stessi riflessi li aveva anche nella vita, che gli permettevano di capire l’ambiente e le persone rapidamente. Aveva il piacere di divertirsi, era giovane e, come tale, non voleva esprimere quella sua parte del carattere, ma quella qualità da leader gli riusciva naturalmente“.

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