18 Marzo 2012

Oriali: “Branca sta lavorando al futuro? Spero per un’altra squadra”

Dopo le parole di Marco Branca, è il turno di Lele Oriali che non le ha di certo mandate a dire rispondendo dai microfoni di Premium Calcio:  “Sarebbe meglio che Branca si preoccupi di risolvere i problemi che ha contribuito a creare. Quando dice che non facevo mercato ha la memoria corta, perché le trattative le abbiamo fatte insieme”. E ancora: “Ha detto che sta lavorando per il futuro e la cosa mi preoccupa. Spero che sia per un’altra squadra”.

L’ex mediano rincara la dose: “Branca, con tutti problemi che ha l’Inter e che lui ha contribuito a creare, farebbe meglio a pensare a quello piuttosto di parlare di me, che da tifoso ho espresso delle critiche nei confronti della squadra. Non so perché sia uscito con queste dichiarazioni, perché lui stesso sa che molte trattative le abbiamo condotto assieme, fino alla cessione di Ibrahimovic al Barcellona, che ha portato avanti il presidente, anche molto bene. Ma lo confermano anche gli stessi giocatori, come Lucio e Samuel, che mi ringraziano sempre per il fatto di essere approdati all’Inter: anche durante le trattative in entrata di Ibra e Vieira, io e Branca eravamo assieme in sede della Juventus, con il presidente bianconero La cosa che mi preoccupa di più è però che Branca ha detto che sta già lavorando per il prossimo anno: se fosse vero spero che stia lavorando per il futuro di un?altra squadra, non dell’Inter. Penso che come sia giusto dargli dei meriti quando l’Inter ha fatto bene, ma non era solo che gli piaccia o no, ora la realtà dei fatti dice che da due anni sta lavorando da solo e i risultati sono quelli che vedete. È stato contestato il presidente e secondo me non ha molte responsabilità, perché le risorse economiche le ha fornite ed evidentemente non sono state spese bene. Branca deve accettare le critiche e non pensare a rispondere a me, con i problemi che ci sono: forse invidiava un po’ il mio rapporto anche con gli allenatori, da Mancini a Mourinho. Ha anche detto che non ero nemmeno un dirigente dell’Inter: al contrario, ero nel censimento e firmavo documenti ufficiali”.