17 Maggio 2019

Pasquale: “E’ giusto che la gente di San Siro pretenda di più. Caso Icardi? Ai miei tempi c’erano Vieri e Materazzi”

L'ex terzino nerazzurro oggi è allenatore e giocatore del Venaria

Grande corsa ed un’incredibile voglia di mangiarsi l’erba: Giovanni Pasquale ha vestito la maglia dell’Inter per sole tre stagioni collezionando 57 presenze e 0 reti. Eppure il pubblico di San Siro lo ricorda con grande simpatia proprio per la sua garra durante le partite.

Intervistato da IlPosticipo, l’ex difensore nerazzurro ha fatto il punto sulle ultime stagioni dell’Inter ripercorrendo anche la sua carriera. Ecco le sue parole:

L’INIZIO DELLA CARRIERA – “Ho iniziato a Venaria, poi è arriva la chiamata della Juventus. Al quinto anno in maglia bianconera però andai via perché giocavo poco. A quel punto arrivò la chiamata dell’Inter e lì, con un po’ di fortuna sono arrivato ad alto livelli. Arrivai nella Primavera nerazzurra sperando in qualche chiamata di club di Serie B o LegaPro. Invece quell’anno Cuper mi chiamò in prima squadra”.

IL SUO RUOLO ALL’INTER ED IL RAPPORTO CON CUPER – “Il primo anno ero il quarto terzino. Poi Serena smise, Gresko dopo il 5 maggio fu mandato via e dunque rimasi solo io con Coco. Francesco fu molto sfortunato perché ebbe molti infortuni, ma da quel momento iniziai a giocare e mi liberò un po’ la strada. Nel 2002-2003 facemmo un grande campionato ed uscimmo alle semifinali di Champions con due pareggi contro il Milan. Il mister Cuper preparava benissimo le partite e ti dava molto: dovevi soltanto ricambiare con delle buone prestazioni in campo”.

L’ADDIO – “Quando arrivò Mancini smisi di giocare. Ero giovane e volevo avere più minuti. Poi quella stagione partì molto male con molti pareggi e decisi di andare via. Mi dispiacque molto perché ero e sono tuttora interista, ma in quel momento pensai al mio futuro”.

IL PROBLEMA TERZINI – “La società sta provando da anni a prendere i giocatori giusti ma puntualmente ci sono problemi in quel ruolo. Conosco bene Asamoah, l’ho avuto ad Udine; è fortissimo, è un ragazzo serio che dà sempre il massimo, però non bisogna dimenticare che lui nasce da mezz’ala. E’ un centrocampista adattato sulla fascia, San Siro lo becca sempre quando fa dei retropassaggi ma è fatto col fine di tirare fuori gli avversari. A tal proposito, giocare a San Siro è sempre stato difficile; il pubblico pretende molto ma è giusto che sia così”.

CASO ICARDI – “Quando giocavo lo spogliatoio era un qualcosa di segreto: ciò che accadeva lì restava lì; oggi, con la tecnologia, le cose sono cambiate. Credo che un grande problema delle squadre di oggi sia il fatto che manca un vero uomo spogliatoio, quello che si prende la responsabilità di gestire tutta la rosa e far sì che tutto proceda nel verso giusto. Se da ragazzino sbagliavo, c’erano Vieri e Materazzi…”.

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