contatore accessi free Ranocchia: "Io vittima di cyber-bullismo"
11 Maggio 2018

Ranocchia: “Colpito profondamente dalla morte di Astori. Io vittima di cyber-bullismo, ne sono uscito grazie alla famiglia”

La prima parte dell'intervista del difensore nerazzurro

E’ stato un anno tutto sommato positivo sin qui per Andrea Ranocchia. Chiamato in più di un’occasione a sostituire Miranda nella retroguardia nerazzurra, il difensore ha sempre risposto ‘presente’ con ottime prestazioni che non hanno fatto rimpiangere l’assenza del compagno brasiliano. Intervistato quest’oggi sulle pagine de Il Giorno, ecco la prima parte dell’intervista del centrale umbro.

È stato un anno particolare, sotto molti punti di vista.
“Mi sono sposato a giugno dopo sette anni di convivenza e adesso con mia moglie Giulia aspettiamo un bambino che arriverà tra due settimane. Siamo un po’ tesi e ovviamente molto contenti. Dall’altro lato ho perso mia nonna a gennaio e un amico come Davide Astori, con cui sono stato compagno di stanza. Lo conoscevo da tantissimo tempo. È qualcosa che ti colpisce profondamente, sinceramente non credo di aver realizzato ancora quanto accaduto”.

Come si reagisce a un evento del genere?
“Intanto di quella mattina non ricordo nulla, nemmeno cosa ho fatto dopo. Nei giorni successivi non sono riuscito a dormire. Quando viene colpita una persona vicina a te è un colpo pesante. Dai ancora più valore alle cose più semplici”.

La famiglia, ad esempio. Quanto aiuta avere una stabilità familiare?
“Tantissimo. Senza Giulia, mia moglie, non so cosa mi sarebbe successo in questi anni. Chiamando le cose con il loro nome, io sono stato vittima di cyber-bullismo durante la mia carriera. Ci sono stati periodi complicati. I social ci dovrebbero dare una responsabiltà enorme, al contrario mi sembra sia cresciuto il livello di ingenuità e cattiveria. Gli stessi media dovrebbero fare attenzione, anche solo nei toni con cui si scrive una pagella. Quando qualcosa è scritto è scritto, viene letto da milioni di persone e fa montare la cattiveria”.

Andiamo indietro nel tempo: 23 agosto 2009 e un esordio in A contro l’Inter campione d’Italia.
“Con la maglia del Bari, una grandissima partita e un’emozione particolare. Avevo 21 anni, è un’età in cui realizzi più avanti cosa ti sta succedendo”.

Dalla prima all’ultima, con il gol all’Udinese. Le era già capitato di scoprire nel riscaldamento di dover giocare?
“Una volta, all’esordio in Premier con l’Hull City: si fece male Dawson, giocai e feci un assist contro il Liverpool. Vincemmo 2-0. Sei mesi molto belli, quelli in Inghilterra. In ogni caso quando ti alleni bene non cambia molto se te lo dicono all’ultimo. L’esperienza aiuta e mi è servita soprattutto in una stagione come questa in cui ho giocato meno”.

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