28 Marzo 2021

Sacchi: “Muriel ha un talento immenso, ma è poco mobile. Adatto per il gioco di Conte”

L'ex allenatore promuove il colombiano, ma lo bacchetta su alcuni movimenti

Arrigo Sacchi, Getty Images

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Potrebbe rivelarsi un acquisto utile per l’Inter quello di Luis Muriel, centravanti dell’Atalanta entrato negli ultimi giorni nei radar di Antonio Conte. Del colombiano che in questa stagione ha raggiunto quota 16 reti in campionato, ha parlato questa mattina un grande maestro come Arrigo Sacchi sulle pagine de La Gazzetta dello Sport. L’ex allenatore, che ha suggerito al calciatore di migliorare alcuni movimenti in campo, si è detto ad ogni modo innamorato della tecnica che Muriel possiede e fa vedere di partita in partita. Questa la sua intervista:

Sacchi, le piace Muriel?
“Ha un talento immenso. La tecnica ce l’ha nel sangue”.

Però…
“Ecco, forse non è molto mobile. Spesso lo vedo fermo in campo. Nel calcio moderno non ci si possono permettere attimi di sosta, quando si ha la palla e quando la palla ce l’hanno gli avversari”.

Il difetto si può correggere?
“Tutto si può correggere, a patto che ci siano volontà e disponibilità. Se uno smette di imparare è arrivato al traguardo, vale per un calciatore ma anche per un professore o un avvocato. L’umiltà sta alla base di ogni miglioramento”.

Ha questa predisposizione all’apprendimento?
“Direi di sì, a giudicare dai passi in avanti nelle ultime stagioni. Provate a guardare i dati della sua carriera…”.

Luis Muriel, Getty Images

Arriva a Lecce, va a Udine, poi alla Samp, quindi prova in Spagna al Siviglia, ritorna in Italia alla Fiorentina e, infine, sbarca all’Atalanta.
“Perfetto, e all’Atalanta ha trovato il luogo ideale dove esprimersi: 18 gol nello scorso campionato e adesso è già a quota 16. In precedenza non era mai arrivato tanto in alto: il suo record era di 11, nella prima stagione con l’Udinese e nell’ultima con la Samp”.

Perché questa evoluzione?
“Abbastanza semplice: all’Atalanta ha trovato un gioco che lo ha aiutato a crescere. È sempre il gioco a fare la fortuna dei giocatori”.

A trent’anni, a volte, il desiderio di apprendimento non è elevato come quando si è ragazzi. Che ne pensa?
“Faccio un esempio che spiega molte cose. Al Milan presi Ancelotti per affidargli il ruolo di regista. Dopo un po’ di partite Berlusconi mi disse: ‘Ha voluto un direttore d’orchestra che non conosce la musica’. Riferii a Carletto le parole del presidente e lui mi chiese: ‘Che cosa facciamo?’. Bisogna prendere lezioni private, gli risposi. Vieni alla mattina, quando si allena la Primavera, e lavoriamo con loro. Carletto accettò. Aveva ventotto anni, era in Nazionale, avrebbe anche potuto ribellarsi. Ma, da persona intelligente e umile qual è, capì che quel discorso era fatto per il bene suo e della squadra. A fine carriera Ancelotti non ha avuto rimpianti. Altri non so…”.

Si riferisce a Muriel?
“Ripeto, Muriel ha grande talento, però avrebbe potuto fare di più. Ma lo vedete quando ha il pallone tra i piedi o quando calcia? Ha una tecnica pazzesca! Ecco, quella tecnica deve essere supportata dal movimento costante e continuo”.

E’ pronto per una grande platea? L’Inter ha messo gli occhi su di lui.
“A Bergamo è cresciuto tantissimo grazie agli insegnamenti di Gasperini. Gli serve un bravo allenatore e Conte è certamente adatto. Non credo che possa soffrire le pressioni dell’ambiente, però non so come si possa trovare se non sempre gioca”.

Lei, da tecnico, avrebbe voluto uno come Muriel?
“Un giocatore così lo prendevo al volo, poi ci parlavo e, se vedevo che dopo una stagione c’erano dei miglioramenti, allora lo confermavo. Altrimenti no”.

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