24 Agosto 2017

Sala: “L’Inter è in buone mani, Suning è una proprietà forte. Sullo stadio e sul mercato vi dico che…”

Il sindaco di Milano Beppe Sala ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport
intervista sala
Il Sindaco di Milano Beppe Sala è da sempre un grande tifoso della Beneamata e nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, ha raccontato la sua fede nerazzurra: “Avrò avuto sei o sette anni quando mio padre mi ha portato a San Siro. Sono cresciuto in una famiglia per la quale l’Inter era una religione. Mio padre era un grande tifoso: aveva paura di volare e vinceva questa paura soltanto per andare a vedere la coppa dei Campioni”
L’INTER DI SPALLETTI – C’è più organizzazione, uno staff tecnico buono, un buon allenatore. Sabatini mi pare un dirigente capace che lavora in armonia con Ausilio. Magari i tifosi sono un po’ delusi, viste le aspettative che si erano create per la campagna acquisti. La volontà di spendere da parte della famiglia Zhang c’è, ma probabilmente in questo momento i vertici politici cinesi controllano con prudenza gli investimenti all’estero che non siano in settori ritenuti strategici. Comunque la squadra è già trasformata, senza ingressi eclatanti. L’Inter ha sempre sofferto con i laterali di difesa, vediamo come andrà con i nuovi. Pochi li hanno visti giocare prima. Critiche a Nagatomo? Contro la Fiorentina non aveva giocato male. A volte è al limite della leggerezza, ma chiediamoci perché tutti gli allenatori lo tengano: evidentemente ha capacità umane importanti nello spogliatoio”,
L’anno scorso via-vai di allenatori…

GLI ERRORI DELLA PASSATA STAGIONE – “L’errore principale è stato ingaggiare de Boer: non parlo di valori tecnici, non è valutabile in questo senso. In quel momento la società non era ancora strutturata bene, serviva un manager all’inglese e mi pare che Spalletti incarni questo tipo. Non si doveva prendere De Boer e lasciarlo solo, il resto è successo di conseguenza e Pioli è il meno colpevole di tutti”.

CAPITOLO CESSIONI –Cederebbe Jovetic? Sì. Ha bisogno di giocare e vuole garanzie che in questo momento l’Inter non può dare. Forse venderei pure Brozovic. Joao Mario no. Troppe volte abbiamo bocciato frettolosamente i giocatori. Joao Mario ha dalla sua l’anagrafe, la personalità e la tecnica. E mi pare abbia la testa a posto: da tifoso tengo conto anche di questo aspetto”.

STADIO DI PROPRIETA’ –Capisco che ormai nella testa di tutti funzioni l’equazione “stadio di proprietà uguale successi”, ma Milano può offrire un modello diverso. La Juve ha fatto il suo stadio perché ha avuto una serie di situazioni difficilmente ripetibili, nel contesto economico attuale è difficile pensare di costruire stadi nuovi. In più, i milanesi sono affezionati a San Siro, uno degli stadi più belli del mondo. Ho incontrato più volte l’Inter che mi pare disponibile a un progetto con lounge separate, ingressi diversi per i due club, aree dedicate. Con il Milan finora ci siamo visti una sola volta. Il Comune è disponibile anche a sviluppare sulle aree vicine allo stadio progetti legati a sport e intrattenimento. La gente che va a Madrid va a visitare il Bernabeu: bisogna far capire che, allo stesso modo, San Siro è una risorsa importante per Milano. Potremmo sviluppare un museo più grande di quello che c’è adesso, che ha già tanti visitatori. Se mettiamo insieme Milan e Inter abbiamo un palmares senza eguali al mondo. La città sta facendo numeri record nel turismo e i turisti che vengono a Milano sono diversi da quelli che visitano Roma, Venezia o Firenze. Intanto spendono di più. E poi i turisti hanno passioni che si portano dietro: il calcio è una passione universale, quindi l’importanza di sviluppare questo capitolo è enorme. Non mollerò. Al rientro dalle vacanze convocherò le dirigenze di Inter e Milan per parlare dello stadio”
IL FUTURO DELLE MILANESI – “Siamo sulla buona strada, ma perché Inter e Milan tornino a vincere la Champions League ci vorranno anni di lavoro. Dobbiamo costruire qualcosa e faccio un appello ai tifosi perché si uniscano a me nella battaglia per rinnovare lo stadio come casa per due. Sarebbe un modello nuovo, unico per le grandi squadre, ma Milano è un unicum per molti versi e per molti versi è all’avanguardia. Lo dico senza arroganza”.
INTER E MILAN: MERCATO A CONFRONTO – “Da una parte c’è una proprietà forte e ricca bloccata per motivi politici, dall’altra il Milan che è una grande scommessa e tende a comprare molto a debito, ma non mi permetto di fare illazioni. I nuovi dirigenti giocano sulla possibilità di tornare subito in Champions. Hanno fatto acquisti di qualità, poi spesso in una squadra i nomi non di cartello fanno la differenza: Kessie è stato un grande affare. Però si può dire che, vista la differente struttura societaria, il futuro del Milan dipenderà dai risultati molto più di quello dell’Inter. Mancanza di Berlusconi? Nell’ultima fase Berlusconi non poteva garantire una presenza al vertice, ed essendo tutto meno che stupido ha capito di poter garantire continuità, ma non sogni. Il tifoso, piaccia o no, ha bisogno di sognare. Non credo che ai tifosi manchi Berlusconi, e per me da sindaco della città non è un problema. Ma bisogna riconoscergli che nel calcio ha fatto cose bellissime”.
SUNING E IL MERCATO – “Magari i tifosi sono un po’ delusi, viste le aspettative che si erano create per la campagna acquisti. La volontà di spendere da parte della famiglia Zhang c’è, ma probabilmente in questo momento i vertici politici cinesi controllano con prudenza gli investimenti all’estero che non siano in settori ritenuti strategici. Suning è una proprietà forte e ricca bloccata per motivi politici”.
 
CHAMPIONS A MILANO – “Bisogna essere realisti, ora Inter e Milan sono lontane da quei livelli. Ma è stata una serata bella che ha giovato alla reputazione della città. Su questo dobbiamo lavorare. È andata bene la finale, come Expo, anche sul piano della sicurezza. A Ferragosto mi sono fatto quattro passi in piazza Duomo e ho visto tanta gente: le barriere in Galleria non piacciono a nessuno, nemmeno a me, ma la gente si sente più sicura”.
IL SALA TIFOSO INTERISTA –Sono in una chat con Enrico Mentana, D’Orrico, Stefano Boeri, Bertolino, Giacomo Poretti e altri, ci scambiano ogni giorno decine di messaggi ed è una delle cose più divertenti della mia estate. Ci chiamiamo Inter-Nati: ho provato a spiegare il doppio senso a Steven Zhang. Se è rimasto stupito? Stupito sì, ma ha apprezzato, gli ho chiesto di mandare un messaggio in chat e lo ha fatto subito. Per Steven il club non è business, è passione. Il futuro dell’Inter è in buone mani”.

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